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Cronache
San Pietroburgo, i morti salgono a 14. Il kamikaze è Akbarzhon Jalilov. VIDEO

 

San Pietroburgo: bilancio ufficiale vittime sale a 14 morti

Il bilancio ufficiale delle vittime dell'attentato di lunedi' alla metropolitana di San Pietroburgo sale a 14 morti. Lo precisa il ministero della Sanita' di Mosca. I morti nell'immediatezza dell'attentato sono stati 11, mentre altre tre vittime sono decedute dopo il ricovero in ospedale.

Attentato a San Pietroburgo, il responsabile è un kamikaze kirghiso 

Il Comitato Investigativo Russo ha reso nota l'identita' dell'autore dell'attentato nella metropolitana di San Pietroburgo: si tratta del 22enne Akbarzhon Jalilov (e' nato il 1 aprile del 1995). Il suo Dna e' stato rinvenuto sulla borsa in cui era contenuto l'ordigno rinvenuto nella stazione di Ploshchad Vosstania (inesploso). Secondo gli investigatori Jalilov e' l'unico autore dell'attentato.

Il giovane avrebbe preso la nazionalita' russa. Secondo il servizio di sicurezza russo Fsb sono almeno 7 mila i cittadini provenienti dalle diverse Repubbliche dell'ex-Urss, dei quali 2.900 russi, ad aver raggiunto come foreign fighters le fila dell'Isis in Iraq e Siria.

 

San Pietroburgo, bomba in metropolitana: la dinamica dell'attentato

 

L'uomo avrebbe portato le bombe nella metropolitana di San Pietroburgo, in Russia, causando una strage dentro un vagone, intorno all'ora di pranzo. Un altro ordigno non è invece esploso. Le vittime sono undici (bilancio ancora provvisorio), decine i feriti, alcuni dei quali gravi. Che sia terrorismo è apparso subito chiaro. Quello che non è certo è la matrice dell'attentato.

L'allarme scatta intorno alle due e quaranta ora locale (l'una e quaranta in Italia) dopo una violenta deflagrazione in un convoglio che correva in galleria, tra due diverse stazioni, la fermata del "Tekhnologicheskiy Institut" e la "Sennaya Ploshad", che è stata invasa dal fumo, tanto che in un primo momento si è parlato di due diverse esplosioni. L'ordigno è stato reso ancora più pericoloso dall'aggiunta di "elementi lesivi", cioè riempito di schegge, chiodi e altri pezzi di ferro.

Poco dopo un secondo ordigno, rudimentale, viene effettivamente trovato ancora inesploso in una terza stazione, Ploshchad Vosstaniya, nei pressi della piazza della Rivoluzione. Occorrono ore per disinnescarlo.

Le prime immagini cominciano a circolare subito sui social e si vedono porte di un vagone sventrato, una fitta coltre di fumo, corpi stesi sulle banchine e passeggeri che fuggono terrorizzati verso le uscite. "Il conducente ha preso la decisione giusta, quella di non fermare il treno, ma portarlo alla stazione successiva, il che ha consentito di iniziare prontamente l'evacuazione e fornire assistenza ai feriti. Ciò ha contribuito a prevenire un numero di vittime più pesante" ha spiegato un portavoce della polizia.

 

Attentato San Pietroburgo: indagini e testimoni

 

Un testimone dell'agenzia Reuters ha contato otto ambulanze nei pressi della stazione della metropolitana Sennaya Ploshchad. Chiusa l'intera tratta della metropolitana. Tutta la zona viene blindata da una cortina di sicurezza, sorvolata da elicotteri. E il governatore di San Pietroburgo, Georgy Poltavchenko, lancia un pubblico appello: "A voi cittadini di San Pietroburgo e agli ospiti della nostra città chiedo di essere vigili, attenti e prudenti e di comportarsi in maniera responsabile".

Si setacciano i filmati della sorveglianza e a metà pomeriggio comincia a circolare la foto del presunto attentatore: è un uomo di mezza età, con la barba e abito e copricapo neri. Ma in serata lui stesso, dopo aver visto la sua foto rilanciata dai canali tv di tutto il mondo, si è presentato dichiarandosi estraneo alla vicenda. I filmati sono ancora al vaglio della polizia, che a un certo punto parlavano di due sospetti.

Ma il responsabile sarebbe invece uno solo, un uomo che Channel 1 israeliano, citando fonti di polizia russe, identifica con un giovane con gli occhiali, un cappello di lana blu e un parka rosso ripreso da altre telecamere. Il "kamikaze sarebbe un 23enne nativo dell'Asia Centrale" che avrebbe celato l'ordigno in uno zaino, spiega Interfax.

Alcuni video mostrano persone ferite e sanguinanti stese sulle banchine, soccorse dai servizi di emergenza, in altri si vedono passeggeri in fuga in mezzo a nuvole di fumo, e altre immagini mostrano le porte divelte dei vagoni. Si setacciano le telecamere di sorveglianza per tentare di identificare il responsabile. Via via emergono altri dettagli sulle vittime, diffusi dal ministero della Salute russo. E in serata arriva il bilancio ufficiale della Commissione nazionale antiterrorismo: delle 11 vittime, sette sono decedute nella metro. I feriti sono 45, di cui 42 gravi.

 

Attentato San Pietroburgo: Putin era in città

 

In città era presente anche il presidente russo Putin, che parlava a un convegno sui media e che nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare per colloqui il presidente bielorusso Lukašenko. In serata il presidente russo si è recato sul luogo dell'attacco e ha deposto una corona di fiori in ricordo delle vittime.

Subito il capo del Cremlino si è espresso (video): "Non è chiaro ancora quali siano le cause, le stiamo vagliando tutte, incluso il terrorismo" ha detto pochi minuti dopo l'esplosione, ed ha preso in mano il timone dei soccorsi. Putin aveva appena finito di parlare di internet e della necessità di lasciarlo "libero", pur vietando la circolazione di immagini pornografiche o incitamenti al suicidio, quando proprio sui social sono iniziate a circolare le prime foto dei corpi dei passeggeri. Subito si è messo in contatto con i servizi di sicurezza interni Fsb.

 

Attentato San Pietroburgo: si è trattato di terrorismo

 

Il comitato anti terrorismo ha ordinato la chiusura e l'evacuazione di tutta la linea metropolitana, considerata anche una meta turistica perchè alcune stazioni sono tra le più belle al mondo. "Voglio esprimere il mio più sincero rammarico ai parenti delle vittime. Ho già parlato con i capi dei servizi, il direttore del Fsb. I corpi di polizia e servizi speciali sono al lavoro, faranno di tutto al fine di individuare le cause dell'incidente, per dare una valutazione completa di quello che è successo", così ancora Putin. E l'amministrazione di San Pietroburgo ha dichiarato tre giorni di lutto a partire da domani, come annunciato dal portavoce del governatore Andrey Kibitov su twitter, mentre in tutte le città della Russia sono state rafforzate le misure di sicurezza.
 
Il procuratore generale però non ha dubbi: "Si è trattato di terrorismo anche se la matrice è da individuare". Negli anni passati la Russia è stata il bersaglio di attacchi da parte di militanti ceceni e almeno 38 persone perserono la vita nel 2010, quando due donne kamikaze si fecero esplodere nella metropolitana di Mosca. E nel 2004 oltre 330 persone, metà delle quali bambini, morirono nel massacro di Beslan.

Nel 2002 la polizia fece irruzione in un teatro di Mosca per porre fine a una presa di ostaggi e il bilancio finale fu di 120 ostaggi uccisi. Putin, allora primo ministro, nel 1999 lanciò una campagna contro il governo separatista nella regione meridionale di Cecenia e da presidente ha proseguito con la linea dura per porre fine alla ribellione.

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attentato san pietroburgosan pietroburgokamikaze san pietroburgo
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