Cronache
Scandalo rifiuti concerie Toscana, Calleri: “Legame responsabili-politici”
Intervista di affaritaliani.it a Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto
La Fondazione Caponnetto è al servizio delle istituzioni che lo richiedano ed è convinta che solo con una lotta alla mafia del giorno prima, moderna, analitica e con una formazione della classe dirigente sociale e politica si possa cambiare la situazione. Vale per la Toscana, per l’Italia e per l’Europa.
Salvatore Calleri
(1966) è nato a Catania e vive sin da piccolo a Firenze.
Laureato in Giurisprudenza, nel 1991 ha conosciuto Antonino Caponnetto con il quale ha collaborato strettamente fino al 2002, anno della sua morte. Esperto di lotta alla mafia, analista nel campo della sicurezza e della criminalità
organizzata internazionale è presidente della Fondazione Caponnetto e consigliere della Fondazione Pertini. Di entrambe ha ispirato la nascita ed è socio fondatore. Coordina l’ OMCOM .
Renato Scalia
Sessantenne, romano di nascita e fiorentino d’adozione.
Per 20 anni è stato alla Digos e sette alla Dia .
Attualmente è consulente della Commissione parlamentare antimafia .
Dai Casalesi alla 'ndrangheta: "Dottò, ma quale droga. La monnezza! La monnezza è oro!"
di Dr. Renato Scalia
Il 14 novembre 2018, fui ascoltato dalla Commissione d'inchiesta regionale finalizzata alle discariche sotto sequestro e al ciclo di rifiuti in Toscana.
Una commissione voluta fortemente da Giacomo Giannarelli, che riuscì a prendere il via con una denominazione, a mio parere, edulcorata.
Ricordo bene quel giorno, soprattutto le facce stupite dei consiglieri che ascoltavano le mie parole. Tutti inconsapevoli.
Nessuno sapeva - a parte Giannarelli con il quale parlavo spesso dell'argomento - che sin dagli anni '90, molti imprenditori toscani avevano deciso di stipulare un accordo con il clan dei casalesi per smaltire illecitamente i rifiuti.
“ Dottò, ma quale droga. La monnezza! La monnezza è oro! ” .
Quelle virgolettate, sono le parole del boss camorrista pentito Nunzio Perrella.
Gaetano Vassallo, "ministro dei rifiuti dei casalesi", ora pentito, dichiarava ai magistrati: " Abbiamo scaricato tutti i fanghi della conceria di Santa Croce sull'Arno... Da tempo gli uomini del clan avevano una base in Toscana. Il primo del mese andavo direttamente in Toscana ad incassare da 700 a 900 milioni di lire. Meglio di un bancomat ".
“La Toscana meglio di un bancomat" per i casalesi.
Vassallo parla di “fanghi della conceria di Santa Croce”.
Durante l'audizione del 14 novembre 2018 parlai anche della requisitoria del PM della Dda di Napoli al processo contro i casalesi. Quelli che avevano stipulato, negli anni '90, gli accordi di Viareggio e della nota Villa Vanda di Arezzo.
In quelle 3000 e passa pagine di requisitoria, si parla ampiamente di quanto avvenuto in Toscana in quegli anni. Una piccola parte che riguarda Santa Croce sull'Arno l'ho già citata, eccone un'altra:
“ ...Quale destinazione dei rifiuti la fonte ricordava rifiuti provenienti dall’area bresciana, da Firenze, da Prato, da Santa Croce sull’Arno e anche da Lucca, e anche dalla zona di Viareggio, tutti prodotti da industrie e destinate alle discariche VASSALLO e SETRI/RESIT di CHIANESE Cipriano... ”.
Ho lasciato agli atti quel documento. Pagine e pagine dove si parla della Toscana, di aziende toscane. Secondo voi, l'avrà letto qualcuno? Chi amministra da anni questa Regione, si è preso la briga di fare approfondimenti sulla questione?
Poi arriviamo ad oggi, con un piccolo cambiamento, considerato che le zone coinvolte sono le stesse e probabilmente anche qualche cognome...E' cambiata una cosa: gli affari con la monnezza, ora, si fanno con la 'ndrangheta, non più con i casalesi, considerato che quest'ultimi sono stati messi un po' all'angolo grazie alle dichiarazioni dei pentiti.
Un giorno ci svegliamo e ci rendiamo conto che le mafie, come ho ripetuto sino allo sfinimento, hanno oltrepassato l'uscio delle nostre case.
Ci rendiamo anche conto che se prima i rifiuti tossici venivano sversati in Campania, ora è la nostra terra che viene, da anni, avvelenata.
E tutto questo grazie, anche, a chi? Alla politica? A chi ha amministrato questa Regione?
Beh, per molti, il vero pericolo non era tutto ciò appena descritto, ma erano coloro che, in tutti questi anni, hanno denunciato questo malaffare; persone da mettere alla gogna, da isolare, da sbeffeggiare.
La pazienza, però, è la virtù dei forti.