Cronache

Shipping, la città va in Porto. Le visioni per una progettazione condivisa

Eduardo Cagnazzi

Alla Naples shipping week il confronto sul rapporto tra i centri urbani e le aree portuali nell'ottica dello sviluppo sostenibile e dell'economia del mare

Si è aperta all’insegna del rapporto tra la città di Napoli e il suo porto la prima giornata dei lavori della Naples shipping week che chiuderà i battenti il prossimo 3 ottobre. Un’area che rappresenta un palinsesto della cultura marittima, rappresentazione della memoria collettiva e allo stesso tempo infrastruttura strategica per il trasporto commerciale, passeggeri e per la Marina militare. Un’area che, ha affermato il presidente del Propeller Club e Nsw, “rappresenta straordinarie architeture insieme alle infrastrutture storiche che costituiscono un unicum di assoluto rilievo che da anni è in attesa di valorizzazione nel quadro di una rigenerazione complessiva”. Agli interventi in atto, come la realizzazione del nuovo terminal del Beverello, il restauro dell’Immacolatella o l’accesso della metropolitana al porto, potrebbero aggiungersi altri interventi in partnership tra pubblico e privato per “dare vita ad un polo della cultura -come la realizzazione del Museo del mare e dell’emigrazione presso i Magazzini generali-, della ricerca e dell’alta formazione in grado di generare processi di sviluppo sostenibile fondati sull’identità marittima e l’economia del mare e fare del nuovo waterfront, uno dei più belli al mondo, punto di riferimento per la città, per le attività portuali ed il turismo”. Uno strumento importante potrebbe essere la co-pianificazione delle aree d’interazione porto-città prevista nel disegno di legge sul governo del territorio della Regione Campania, su proposta dell’Autorità di sistema portuale, ma “per raggiungere quest’obiettivo è necessario attivare un processo decisionale collaborativo che metta insieme istituzioni, il cluster marittimo e la comunità urbana”, ha osservato Massimo Clemente, direttore Cnr-Iriss nonché direttore scientifico di Rete, associazione per la collaborazione tra porti e città (nella foto). “Il Covid -ha aggiunto- ha determinato una grande crisi economica unitamente a quella sociale. E ciò impone un cambio di paradigma nell’approccio allo studio e ai progetti per le nostre città, in particolare con quelle portuali, per non disperdere risorse e tempo”. Di qui la proposta, ha precisato il direttore di Cnr-Iriss, di “far convergere le diverse iniziative e progettualità, in corso e future, per realizzare un polo della cultura marittima, dell’arte ispirata al mare e della ricerca”.

E sulle nuove prospettive, il presidente dell’Autorità di sistema portuale Tirreno Centrale, Pietro Spirito ha ricordato le opere di ammodernamento in atto, come l’escavo al terminal container, e quelle per il recupero dal centro verso oriente dove sono stati completati i dragaggi nell’ottica “di una integrazione tra il porto e il territorio in termini di rete estesa di connessione”. L’altro grande progetto, in via di completamento, è l’infrastruttura dell’underground cittadina che, ha affermato Ennio Cascetta, presidente della società Metropolitana di Napoli, nonché docente presso l’università Federico II, “rappresenta un intervento di riqualificazione urbana di portata internazionale con il rifacimento della piazza e con un sottopasso che si configura come piazza-ipogeo consentendo di guardare il Vomero e San Martino. Non meno significativa è la prevista conservazione dei siti e reperti archeologici venuti alla luce risalenti all’epoca romana, medievale, angioina, spagnola come una macchina del tempo che ricostruirà tutte le epoche della storia cittadina”.