Si uccide per video hard sul web, doveva pagare 20mila euro di spese legali - Affaritaliani.it

Cronache

Si uccide per video hard sul web, doveva pagare 20mila euro di spese legali

Tiziana Cantone si è suicidata. Voleva cambiare identità. Si è impiccata con un foulard nella casa di Mugnano (Napoli)

Tiziana Cantone suicida, la ragazza del video hard postato a sua insaputa sul web. Aveva cercato di cambiare identità. Era stata condannata a pagare anche 20mila euro di spese legali nonostante il tribunale le avesse dato ragione

L'inchiesta sulla morte della 31enne impiccatasi nel Napoletano per un video hot virale e' in una fase embrionale ma non sara' lunga. Nelle mani della Procura di Napoli Nord e del coordinatore dei pm Francesco Greco ci saranno presto nuovi elementi. Induzione al suicidio e' la nuova iscrizione di un fascicolo aperto ieri per la morte di Tiziana Cantone, la ragazza che si e' tolta la vita stringendosi la gola con un foulard nella cantina della casa di Mugnano di Napoli, dove viveva con la madre. E proprio la madre sara' sentita dai magistrati che hanno deciso di aprire il fascicolo con una ipotesi di reato molto grave. Tiziana Cantone era finita nel tritacarne del web dopo che un ragazzo aveva filmato un suo rapporto sessuale. Lei si fidava, parlava con lui ma non poteva mai pensare che quella persona avrebbe fatto girare quel video. Milioni e milioni di visualizzazioni che hanno reso la vita di Tiziana un inferno. Cinque giorni fa il giudice del Tribunale di Napoli Nord aveva imposto ai social che continuavano a trasmettere il video di eliminarlo dalla rete per il cosiddetto diritto all'oblio. Ma ci sarebbe stato un ulteriore contatto, forse proprio due giorni fa, sempre via internet, con qualche uomo che avrebbe infierito.

Secondo indiscrezioni, il fascicolo gia' aperto potrebbe trasformarsi in altro. Quel video hard che lei aveva girato consenziente, ma che poi era stato messo in rete senza il suo consenso le aveva trasformato la vita costringendola a cambiare citta', lavoro e anche a chiedere e ottenere dal tribunale un nuovo cognome. A coordinare le indagini, il pm Rossana Esposito che, subito dopo la tragedia, si e' recata sul posto. Da ieri sta ascoltando la madre di Tiziana e tutte le persone piu' vicine a lei per ricostruire una storia che era gia' nota negli ambienti giudiziari.

Tiziana, prima di cadere in una profonda depressione, aveva lottato per ottenere giustizia contro quelle persone di cui lei si fidava ma che poi l'hanno tradita dandola in pasto ad un mondo virtuale che non le ha risparmiato alcun tipo di insulto. Perfino la madre era stata costretta a lasciare il suo lavoro e trasferirsi altrove. Un'indagine il cui esito potrebbe far emergere imputazioni ancora piu' gravi.

LA SENTENZA PARADOSSALE: AVREBBE DOVUTO PAGARE 20MILA EURO DI SPESE LEGALI

La sentenza che avrebbe potuto garantirle, finalmente, il diritto all’oblio conteneva però un paradosso. La giovane avrebbe dovuto anche pagare le spese processuali. Infatti, da un lato il giudice le aveva dato ragione obbligando alcuni social, come Facebook, a rimuovere video, commenti, apprezzamenti e al pagamento delle spese per una cifra pari a 320 euro. Dall’altro lato, però, la donna era stata a sua volta condannata a rimborsare le spese legali a cinque siti per circa 20mila euro.