Cronache
Sicurezza, Gianni Tonelli (Sap): "Ecco tutte le menzogne di Renzi"
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, attacca il governo Renzi sul tema sicurezza. Polizia Postale, antiterrorismo e spending review. Tonelli critica la politica del governo su diversi punti. A partire dalla lotta al cyberterrorismo. "Il Presidente del Consiglio Renzi in data 24 u.s. proclamava lo stanziamento di 500 milioni di euro per le forze di Polizia di cui 150 milioni da destinare al cybersecurity con scopo di potenziare la lotta al Terrorismo Islamico a seguito dei fatti di Parigi, senza che ad oggi risultino indicazioni sul come dovranno essere spesi e quale Ente dovrà gestire la spesa", sostiene Tonelli. "Queste encomiabili intenzioni dell'attuale Governo configgono incontrovertibilmente con un agire indirizzato in senso diametralmente opposto. Non è smentibile, infatti, che la Polizia Postale, soggetto specificamente deputato a tale specialistico impiego, è attualmente sottoposto da Dipartimento della P.S., su imput governativo, ad una apparente riorganizzazione che cela in verità una amputazione del settore per realizzare una contrazione di spesa. È programmata, infatti, la chiusura di tutte le Sezioni Provinciali della Specialità, ad esclusione delle città capoluogo di provincia sede di Procura distrettuale Antimafia (Brescia, L'Aquila, Caltanissetta, Lecce Messina, Salerno). Un taglio di oltre 70 Uffici che verrà realizzato per certo dopo le consultazioni elettorali della prossima primavera per non avere ricadute negative in termini di consenso. Inquietante ma vero soprattutto se si considera che questo infausto progetto è stato già respinto per ben due volte dal Sindacato Autonomo di Polizia grazie ad una massiccia campagna mediatica a cui ha, con convinzione, anche partecipato il Tempo e il suo direttore Gian Marco Chiocci".
"In seguito alle resistenze appena menzionate il Dipartimento,della P.S., per giungere all'obiettivo, ha modificato la propria strategia facendo si che da circa tre anni non venisse più inviato personale alle sezioni provinciali della Polpost allo scopo di causare impoverimento di risorse umane fino ad avere Sezioni con nr.3 /4 operatori", prosegue Tonelli. "La logica seguita è quella di portare alla asfissia questi Uffici per poi sostenere la loro inutilità e causarne la definitiva chiusura. Nell'ottica della apparente riorganizzazione il Dipartimento, continua a sostenere che un numero inferiore di uffici sul territorio determinerà maggiore efficienza nello svolgimento di tutte le attività di investigazione e/o repressione dei reati informatici quando, in realtà, il vero motivo va ricercato unicamente nel perseguimento degli obiettivi di spending review".
Una spending review che potrebbe avere conseguenze devastanti, sostiene Tonelli. "Questa apparente razionalizzazione, alla luce dei nuovi fatti terroristici, non è più sostenibile, in quanto come dimostrato da indagini di tutte le Forze di Polizia gli appartenenti all'ISIS, sono stati individuati in località di provincia e non in grandi centri. Questo fatto, fa emergere sempre più la necessità di monitorare questi soggetti mediante una sinergia di attività investigative non solo sulla rete e sui social network ma anche sul territorio. Spezzettare indagini così complesse e di tale importanza rappresenta una miopia inescusabile. La Polizia Postale deve essere capillarmente presente sul territorio sottolineando che l'attività informativa di indagine non si fa con gli spot. Spostarsi dal capoluogo di regione verso provincie periferiche comporta un infinito dispendio di tempo e di risorse economiche che non ci sono finendo con il condannare le indagini ad una scarsissima efficacia".
"Questo tipo di attività", dichiara ancora Tonelli "può e deve essere fatto dalle Sezioni Provinciali in stretto raccordo con le Digos, uffici quest'ultimi che nelle piccole province sono composti da poche unita e privi di collegamenti veloci alla rete internet e in molti casi carenti di personal computer. L'analisi appena proposta dimostra che il Dipartimento della P.S., nonostante la grave carenza di uomini ( 45.000 operatori in tutte le Forze di cui 18.000 solo nella Polizia) e risorse economiche non ha neppure pensato minimamente di coinvolgere le Sezioni provinciali della Polizia Postale in questo tipo di attività investigative con ciò dimostrando che ai "piani alti" del Viminale interessa più dimostrare al politico di turno che si è stati bravi a razionalizzare anziché adoperarsi per fornire sempre maggiore efficienza all'apparato della sicurezza".
"Premesso tanto non si può non sottolineare, ad oggi, che le spese logistiche e parte dei trattamenti economici percepiti dal personale della Specialità sono a carico di Poste Italiane S.p.a, società che, da fonti vicine ai vertici aziendali, non vede di buon grado la forte potatura degli uffici territoriali della Polpost", conclude Tonelli. "In sostanza, il progetto di riorganizzazione della Polizia Postale può essere affrontato con serietà, anche nell'ottica di un risparmio, solo se la priorità vera è l'efficientamento dell'apparato della sicurezza che non può essere sacrificato sull'altare delle ambizioni o delle vanità del politico di turno".