Cronache
Strage Stresa, "Ma quella non è la mia scrittura". Mistero registro controlli
L'addetto al controllo fune: "Ho effettuato le verifiche la mattina stessa, ho scritto i dati su un foglietto, non sul registro, era tutto regolare"
Strage Stresa, "Ma quella non è la mia scrittura". Mistero registro controlli
La tragedia del Mottarone ogni giorno fa registrare nuovi colpi di scena. Il crollo della cabina che da Stresa porta in quota a 1500 metri resta un mistero, i responsabili si rimpallano le colpe e spuntano anche nuove figure chiave. Importante è quella di Pietro Tarizzo, qualifica vetturino, uno degli addetti. Quella mattina è stato lui ad analizzare il cavo. "Arrivato alla stazione del Mottarone — si legge sul Corriere della Sera — ho posato lo zaino e ho preso i dati che dovevo mandare alla stazione di Alpino. Ho personalmente controllato i valori delle funi di soccorso, traente e portante, e li ho scritti su un foglio che poi ho messo sul telefono della cabina che scendeva. Dalla verifica non ho riscontrato alcuna anomalia". Quel foglio è stato ritrovato nella carcassa della cabina precipitata. Ci sono segnati numeri incomprensibili: «P3 280, P250, T 380, S 530. Temperatura 9°». Cosa significa? «P sta per fune portante, T per traente ed S per sicurezza. Sono i valori di riferimento: normali», assicura Tarizzo. Gli inquirenti poi gli mostrano un grande quaderno titolato «Registro giornale delle verifiche e prove giornaliere e mensili del tratto Alpino Mottarone». È il libro dei controlli. E qui l’addetto si sorprende: «Sto vedendo una cosa che non ho mai visto. Non saprei dire altro su queste pagine. Quella non è la mia scrittura".
Ma c'è anche la versione - prosegue il Corriere - del responsabile tecnico che ha effettuato la manutenzione, la sua versione smentisce quella di uno degli indagati, Gabriele Tadini. "Se c’è un calo di pressione del sistema frenante - spiega Davide Marchetto - l’ipotesi può essere che la fune traente si sta muovendo in modo anomalo. Ma non ricordo che Tadini mi abbia parlato del calo di pressione, avevamo stabilito di ricaricare gli accumulatori di tutte le vetture". Insomma, per lui non c’era la grana della bassa pressione della centralina. Tadini, però, ha ricordi diversi e non ci sta. Cioè, non ci sta a passare per colui che ha fatto tutto da solo. "Da quando l’impianto ha riaperto (26 aprile) si sono verificare delle anomalie alla centralina dei freni della cabina 3 (quella precipitata ndr). Questi episodi gli ho segnalati ai miei responsabili, Nerini e Perocchio".