Cronache
Strage Stresa, "Urlai spostati alla mia amica. La cabina viaggiava bassa"
Una testimone che conosce bene quei posti: "Faccio spesso quella salita, ma mai avevo notato una cosa simile, ci sfiorò la testa"
Strage Stresa, "Urlai spostati alla mia amica. La cabina viaggiava bassa"
La tragedia del Mottarone continua a far discutere, troppe le anomalie e le contraddizioni in questa tremenda vicenda costata la vita a quattordici persone, a causa del crollo improvviso della cabina della funivia su cui viaggiavano, che da Stresa li portava fino a 1500 metri di quota. Oltre ai dipendenti, adesso si aggiungono alla lista di chi è informato sui fatti anche alcuni testimoni, gente del posto che conosce bene la zona. "Stavo facendo una passeggiata con una coppia di amici sul sentiero che porta al Mottarone, - spiega Marcella Pepice al Corriere della Sera - ero giunta quasi all’arrivo della funivia, proprio sotto la stazione. Mi sono girata per fare qualche foto e ho visto la cabina che stava salendo adagio adagio… Siccome faccio spesso questo sentiero, già mi era capitato di vedere la cabina in fase di arrivo. Ma questa volta ho notato una stranezza: era troppo bassa rispetto al solito. E così ho allertato la mia amica Marianna, dicendole di spostarsi…".
E sempre da quel terzetto di escursionisti arriva un’altra testimonianza ritenuta importante e depositata agli atti del procedimento. Quella del marito di Marianna, Renzo Libanoro. "Dopo un po’ - prosegue il Corriere - ho sentito un rumore molto forte e strano, assomigliava a una frustata. Ha avuto una durata di circa cinque secondi. Sono riuscito a vedere un cavo d’acciaio che si era staccato... La parte finale era collegata a qualcosa delle dimensioni di circa mezzo metro". Forse la cosiddetta testa fusa, cioè la parte terminale della fune dove pare sia avvenuto il distacco. Nel frattempo è rimbalzata la notizia che lo stesso Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone che gestisce l’impianto, risulta indagato in altri due procedimenti. Qui la funivia non c’entra. C’entra Alpyland, una pista su rotaia che si snoda sul pendio della montagna. È sua. Si tratta di fascicoli nati dal ferimento di un dipendente nel 2017 e di un passeggero nel 2019.