Sulla strage di Capaci e su quella di via D’Amelio pretendiamo tutta la verità
Stragi, da Capaci a via D'Amelio: la legalità è verità, giustizia, trasparenza
Di Vincenzo Musacchio*
La legalità è verità, è giustizia, è trasparenza. Sulla strage di Capaci e su quella di via D’Amelio i fatti noti li conosciamo ormai a memoria. Ora vorremmo sapere i fatti non noti e le mancate verità! Vorremmo sapere, noi cittadini, dei depistaggi, delle mistificazioni, degli occultamenti, delle omissioni e dei silenzi durati fin troppo! Chi informò la mafia della partenza di Falcone da Roma? Che fine ha fatto l’agenda rossa di Borsellino? Questi sono solo alcuni dei veri interrogativi che gridano vendetta ed esigono risposta dopo venticinque anni! Se vogliamo rispettare veramente i morti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, rispondiamo a questi due semplicissimi interrogativi! Nel dedicare un pensiero rispettoso a chi è morto nell’adempimento del proprio dovere, “per spirito di servizio” come diceva Giovanni Falcone, ritengo che in queste stragi, ci siano ancora troppi misteri e troppa oscurità. Ricordiamoci che quasi tutte le vittime di mafia sono state costrette a una vita di sacrifici, a vivere blindate, a essere isolate da tutto e da tutti, in primis, dalle istituzioni che dovevano proteggerle e difenderle. Nell’Italia di oggi fa carriera chi non infastidisce il potere mentre subisce le stesse vessazioni di Falcone e Borsellino chi invece il potere marcio e corrotto lo vuole combattere con ogni mezzo. Io, come cittadino, pretendo la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. A mio giudizio le due stragi rappresentano ancora una ferita aperta e sanguinante. Abbiamo tanto cammino da fare per vincere le mafie e occorre l’impegno di tutta la società civile. Se cominciassimo a dare qualche risposta su chi c’è veramente dietro le stragi mafiose del 92, forse daremmo pace e giustizia alle innumerevoli vittime di mafia! Non dimentichiamoci mai che sono morti per noi, per cui abbiamo un grande debito verso di loro. Questo debito dobbiamo pagarlo pretendendo la verità e rifiutando di essere complici di uno Stato troppo spesso omissivo.
* Giurista e Direttore Scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise