Cronache

Stupro Palermo, accusati in lacrime: "E' una puttana, ce la siamo fatta tutti"

Di Redazione Cronache

Le chat dell'orrore. Intanto il ragazzo minorenne all'epoca dei fatti è stato scarcerato e sui social provoca: "C'è qualche ragazza che vuole uscire con noi?"

Intanto, secondo quanto riporta Repubblica, nelle ultime 24 ore uno degli indagati, Cristian Maronia, da venerdì in custodia cautelare in carcere, avrebbe provato a difendersi su un nuovo profilo TikTok con dei video in cui appare in primo piano e si dichiara innocente. A quanto pare, però, si tratterebbe di un account fake.

Il ragazzo davanti al gip del tribunale per i minorenni, Alessandra Puglisi, avrebbe "raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte. E' chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare - ha dichiarato l'avvocato Pietro Capizzi che assiste il giovane - Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro". 

"Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Ma mi è stato detto che la ragazza era consenziente". In lacrime Christian Maronia, davanti al gip di Palermo, Marco Gaeta. "Mi sono rovinato la vita. Mi era stato detto che la giovane era d'accordo - ha aggiunto Maronia - Ho anche una fidanzata e non avrei mai fatto una cosa simile. Io non conoscevo la ragazza, non l'avevo mai vista prima". Nel corso dell'interrogatorio è emerso che Angelo Flores avrebbe mostrato un video: "Si vedeva che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza - aggiunge - Ad organizzare tutto è stato Flores".   

Questi i post fake che stanno circolando sui social: "Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici". E ancora "Non ero in me quando è successo". In un primo momento si era ipotizzato che i contenuti fossero stati prodotti da Maronia nel periodo fra il 4 agosto e venerdì scorso, prima di essere portato in carcere, ma è probabile che risalgano ad un periodo antecedente ai fatti, nonchè al suo account ufficiale. In quel periodo il 19enne palermitano sapeva di essere indagato perché la procura aveva chiesto per lui la misura cautelare già nella prima parte delle indagini. Misura che inizialmente non venne concessa dal giudice.

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