Cronache
Tar del Lazio condanna Anac per aver vietato accesso agli atti a un consorzio
Il consorzio, oggetto di contestazione da parte di Anac, si è visto negare il diritto di visionare le motivazioni e ha vinto il ricorso presentato al Tar
Il Tar del Lazio condanna l’Anac
Sembra davvero strano che proprio l’Autorità Anticorruzione, a cui è affidato il compito di vigilare sul rispetto della trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni e di garantire l’esercizio del diritto di accesso da parte dei cittadini, sia stata richiamata dal Tar Lazio con l’accusa di avere negato ingiustamente il diritto di accesso ai propri atti e di avere introdotto dei limiti, violando così le stesse norme che avrebbe dovuto tutelare e di cui richiede l’applicazione alle altre amministrazioni.
La vicenda riguarda un ricorso promosso da un Consorzio che fornisce servizi alle pubbliche amministrazioni. Dopo un’ispezione disposta dall’Anac, il Consorzio è stato oggetto di contestazioni e invitato a fornire le proprie osservazioni al riguardo. Per questa ragione ha richiesto l’accesso agli atti, per potere conoscere le ragioni che avevano determinato le contestazioni, ma l’Autorità, sorprendentemente, non si è sentita in dovere di fornire alcuna risposta, violando sia la norma che riconosce a ogni cittadino il diritto di accedere agli atti per difendere i propri interessi giuridici, sia quella, introdotta proprio dalla legge anticorruzione, che obbliga le pubbliche amministrazioni a rispondere alle istanze, anche se manifestamente irricevibili.
Soltanto dopo l’attivazione del ricorso l’Anac ha deciso di consentire l’accesso, ma lo ha limitato solo ad alcuni atti, affermando che un proprio regolamento esclude l’accessibilità per “gli appunti e gli atti degli uffici”.
Il Tribunale, entrando nel merito della questione, contesta il comportamento dell’Anac e riconosce al Consorzio il diritto di accedere agli atti richiesti, censurando sia le limitazioni contenute nel regolamento che violerebbero le norme vigenti, sia la pretesa di escludere dall’accesso gli atti interni che “sono invece veri e propri documenti amministrativi endoprocedimentali, firmati e muniti di data e protocollo interno, dunque senz’altro accessibili”.
Certamente si tratta di una decisione che farà discutere, non per i principi affermati che non si discostano dalla giurisprudenza costante, ma per la singolare contestazione che colpisce proprio l’organo che è stato istituito per garantire l’integrità e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche e che, con i propri provvedimenti, si prefigge di “promuovere la partecipazione e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali”, attraverso l’introduzione dell’accesso civico.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA PRECISAZIONE DELL'ANAC
La vicenda sollevata da Asmel riguarda l’accesso ad atti interni che l’Anac, con proprio Regolamento, ha sempre ritenuto riservati. Se l’orientamento del giudice amministrativo sarà confermato, l'Autorità si conformerà naturalmente a quanto stabilito. E' ben lungi dall’Anac, dunque, avere finalità contrarie alla trasparenza, che ha sempre difeso e promosso, in linea con le finalità che la legge le attribuisce.