Cronache
Ue:“Tracciare denaro sotto 10000 €”. Più forti banche e paradisi fiscali
Direttiva Ue: movimenti di denaro sotto i 10.000 € saranno registrati per combattere riciclaggio e terrorismo. Ma tutto il potere va a banche e paradisi fiscali
I movimenti di denaro sotto i 10.000 euro saranno tracciati e registrati. Chi fino a ieri ha comprato un bene con denaro cash (dai 100 euro ai 10.000 euro il range è enorme e non si comprende bene la ratio della norma) può sfregarsi le mani. Col tempo non si potrà più fare. Ma neanche tenere diverso contante fuori dai circuiti delle onnipresenti banche.
Tempo massimo 24 mesi e cambia tutto. E' una delle novità introdotte con una direttiva Ue per combattere il finanziamento al terrorismo e il riciclaggio di denaro, approvata tre giorni fa dal Parlamento europeo. Non è ben chiaro quali saranno i reali meccanismi di tracciamento ma da oggi nei Paesi UE, con un forte uso del contante, si è messo in moto un cambiamento epocale, almeno secondo i relatori della norma, con conseguenze imprevedibili che non possono che rafforzare la tendenza già in atto.
Gli ex o pseudo paradisi fiscali come Lussemburgo, Liechtenstein e company restano "legalmente" crocevia di mafie, droghe e riciclaggio di ingenti capitali ma l'UE si interessa alla moltitudine di cittadini non coinvolti nei traffici. Nessuna delle grandi holding europee poi disprezza il denaro delle varie fondazioni arabe di cultura wahabita che vogliono esportare l'islam politico in Europa con a traino il terrorismo che conosciamo. Lo stesso dicasi per numerose inchieste che hanno dimostrato come molte banche europee siano state coinvolte nel riciclaggio di denaro sporco. Quando le cifre diventano importanti il denaro non si tiene a portata di mano ma si ricicla in banca, tramite società “lavanderie” create ad hoc, più facilmente negli Stati a forte opacità e con grandi protezioni politiche. Da tempo immemore nei mercati criminali propriamente tali i pagamenti si fanno con bonifici estero su estero. Ma oltre all'attività giudiziaria, che per forza di cose arriva solo quando i reati sono già stati commessi, ben pochi strumenti di prevenzioni reale vengono adottati.
Il conto alla rovescia però è comunque partito: gli stati dell'Unione europea hanno tempo 24 mesi per introdurre le norme che regolino i movimenti del denaro sotto i 10.000 euro.
Per denaro contante, oltre al cash vero e proprio, si intende anche le carte prepagate e ad oggetti preziosi come l'oro, rendendo obbligatorio dichiarare il denaro non accompagnato, cioè quello inviato mediante pacchi postali o spedizioni di merci. Le sanzioni, in caso di mancata dichiarazione dovranno indicarle gli stati membri dell'UE, ma con un minimo di reclusione fissato a quattro anni. Gli stati membri potranno legiferare aggiungendo più anni di carcere e non meno.
Altre novità del provvedimento sono il sequestro temporaneo della somma, se ci dovesse essere il sospetto che il denaro riciclato sia destinato ad un'attività criminale e la non candidabilità a cariche pubbliche, occupazione di posizioni di impiego pubblico e accedere ai finanziamenti pubblici per coloro che verranno condannati con questo tipo di reato.
“Dobbiamo essere sicuri che le persone giuste abbiano accesso ai dati giusti. In questo regolamento è inoltre evidente il valore aggiunto che un'Unità europea di intelligence finanziaria (Uif) avrebbe nel facilitare il lavoro investigativo delle Uif nazionali riguardo ai reati transnazionali”, ha detto Mady Delvaux-Stehres correlatrice lussemburghese del provvedimento.
La Commissione europea punta anche a rafforzare ulteriormente la direttiva contro il riciclaggio di denaro introducendo l'Autorità bancaria europea (Eba) all'interno dello schema di controllo.
L'Autorità bancaria europea avrà il potere di chiedere direttamente ai singoli Paesi di adottare delle sanzioni contro chi viola la norma e intervenire lei stessa in caso gli altri Paesi non intervengano.
L'esplosione delle attività di riciclaggio è coincisa con lo sviluppo della globalizzazione e con la facilità di accesso alle nuove tecnologie, che permettono più potenti attività di scambio, di transazioni commerciali o finanziarie anche fittizie, con società fiduciarie, prestanome e imprese finanziarie a fare da supporto.
Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che il denaro sporco muova tra il 3 e il 5% del Pil del pianeta, pari ad una cifra che oscilla tra 600 e 1500 miliardi di dollari solo negli Usa. In Italia, ogni giorno, l'industria del riciclaggio produce 410 milioni di euro, 17 milioni l'ora.
La chiave per comprendere il riciclaggio però non sono certo i venditori ambulanti sulle spiagge ma le banche. Per il centro Transcrime il gruppo di ricerca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano le province a più alto “rischio riciclaggio di denaro sporco” sono tutte al sud: Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone (tutte in Calabria) seguite da Napoli, Caserta, Palermo, Trapani. Ma nella loro ricerca soprattutto quando si tratta di attività bancarie opache e a rischio sono piazzate in posizioni da pole position anche Milano, Brescia, Imperia, Biella, Reggio Emilia, Prato, Macerata e Roma.