Cronache
Palermo, per ogni vaccino finto somministrato 400 euro di compenso. Tre fermi
In stato di fermo un leader No Vax e una infermiera dell'hub della Fiera del Mediterraneo. Per l'accusa avrebbero preso un "accordo corruttivo"
Palermo, false vaccinazioni nell'hub della Fiera del Mediterraneo: fermati 3 leader No Vax
C'e' anche il leader locale dei no-vax tra i tre fermati dalla Digos di Palermo per false vaccinazioni nell'hub della Fiera del Mediterraneo. Filippo Accetta e' uno dei destinatari del fermo di indiziato di delitto, insieme a una infermiera e a un commerciante. I reati contestati sono di corruzione, falso ideologico in atto pubblico e peculato. Gli indagati, avrebbero chiuso un "accordo corruttivo", in base al quale l'infermiera, in cambio di denaro (fino a 400 euro per ogni finta iniezione), avrebbe simulato la vaccinazione agli altri due indagati, oltre che a due parenti di uno di questi.
Allo stato risulta escluso il coinvolgimento dei medici operanti nell'hub e dei funzionari responsabili. Intercettazioni telefoniche e ambientali, nonche' riprese video, disposte dai magistrati coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, hanno permesso inoltre di accertare che la stessa infermiera sottoposta a fermo avrebbe effettuato altre otto vaccinazioni simulate ad altre persone, tra cui un'altra infermiera operante nell'hub di Palermo, e un poliziotto in servizio nella questura del capoluogo. Si e' pertanto proceduto in via d'urgenza al sequestro preventivo dei dati informatici inseriti nella 'Piattaforma digital green certificate' del ministero della Salute, con la conseguente sospensione e il blocco dell'operativita', riguardo ai Green pass dei falsi vaccinati.
L'infermiera destinataria del provvedimento restrittivo, secondo quanto emerge dalle immagini registrate, avrebbe svuotato le fiale di siero contenuto nella siringa, gia' precedentemente preparata, in una garza in cotone, inserendo poi l'ago nel braccio del 'paziente' senza iniettare nulla e senza muovere lo stantuffo della siringa. Intercettazioni telefoniche hanno anche documentato precedenti contatti tra l'infermiera e chi doveva ricevere il falso vaccino.