Cronache
La morte a Venezia in un giorno di festa, annega un 28enne: racconto infernale
Scontro fatale tra un piccolo barchino e una briccola: morto annegato un ragazzo di soli 28 anni. Una tragedia che forse però si poteva evitare. Commento
Di certo è che la Festa del Redentore, per secoli la festa più sentita e importante per i veneziani, nota come la Festa famosissima – anche se adesso per ragioni di marketing è chiamata ‘Notte Famosissima’-, celebrata ogni anno la terza domenica di luglio per ricordare la fine dell'epidemia di peste del 1575-1577, mai come quest’anno è stata disertata dai veneziani doc e presa d’assalto dai turisti. Molti abitanti, infatti, hanno preferito lasciare agli ormeggi i loro tipici sandoli, mascarete, tope, cofani e ritirarsi chi a casa, chi addirittura fuori dalla città.
Una scelta dettata dal senso di estraneità con una festa che ormai, come tutto il resto in città, è stata svenduta, resa un “brand” per turisti che hanno pagato cifre assurde - alcuni anche 1800 euro - per essere in prima fila, in gondola, in taxi o in orrendi lancioni a godere della ''magia dei foghi'', come a Venezia sono chiamati i fuochi d’artificio.
E che ieri sera la tragedia potesse scappare è un pensiero cha ha sfiorato la mente di molti fra quelli presenti in laguna, compresa la mia. Dicono fossero centomila le persone appollaiate sulle rive per vedere i fuochi. E 30mila quelli che li hanno visti dalle oltre 4000 mila barche. Certo è che rispetto all’anno scorso le imbarcazioni sono aumentate di almeno 300/400 unità e che il moto ondoso causato da quest’invasione oceanica di scafi era chiaramente ed evidentemente pericoloso.