Cronache
Alcuni messaggi di solidarietà ad Armando Verdiglione
Alcuni messaggi di solidarietà
VLADIMIR BUKOVSKIJ, scrittore, Russia
Caro Armando, sono veramente dispiaciuto nell’apprendere dei tuoi
problemi. Per molti anni, la tua Fondazione è stata un amico affidabile per
dissidenti e combattenti per la libertà nel mondo. La tua casa editrice è stata ed
è un importante mezzo indipendente in questi anni di autocensura, e ha
contribuito pubblicando i punti di vista di molti autori anticonformisti.
Senza dubbio, è per la tua onestà e la tua indipendenza che ora sei sotto
attacco. Ti auguro ogni fortuna nel resistere a questa pressione e nel mantenere
le fila dell’Università del Secondo Rinascimento forte negli anni a venire.
ROBERTO BUSA S.J., scrittore dell’informatica linguistica, teologo, Italia
Carissimo Professore, non avrei mai immaginato di avere occasione di
rinnovarLe quei versi danteschi: “Come la fronda che flette la cima nel transito
del vento, e poi si leva per la propria virtù che la sublima”.
Ancora una volta la grandine ha maciullato un vigneto prosperoso. Lo
prenda dalle mani di Dio quasi una proposta di esercizio ginnico di forza.
Si fractus inlabalur orbis, impavidum ferent ruinae.
Qualora Le risultasse che anche questa volta dei “nemici” Le vogliano fare
del male, sappia comprendere e perdonare, senza mordere chi morde Lei.
lo vedo, in questo incidente, un incidente che abbia preso di sorpresa un
gigante campione di sport estremi.
Non badi a quanti su di Lei faranno commenti maligni e denigratori.
Confido che molti - tra quelli che hanno usufruito delle Sue munificenze - in
questa Sua vicenda vedranno una pagina in più di dignità e limpidezza.
Approfitti di queste ore per mettersi come ha detto Gesù come un pulcino
sotto le ali della chioccia assieme a Cristina.
In Domino.
2011
SYLVANO BUSSOTTI, musicista, poeta, scrittore, compositore, Italia
L’impresa intellettuale, quindi libera, mai è stata tollerata per la mentalità
conformista.
CARLOS CARRALERO, scrittore, Cuba
La gratitudine non è quel sentimento ingenuo e primitivo del sentirsi in
debito per il bene ricevuto, bensì la capacità di riconoscere il valore - inteso
come coraggio e atto di umanità - dell’ azione che il bene ci ha dato.
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Voglio, quindi, esprimere al professor Verdiglione, anche a nome di vari
intellettuali cubani, che già l’hanno fatto in una lettera aperta, il nostro più
autentico apprezzamento per !’impresa intellettuale che per anni ha guidato il
gruppo Spirali e l’Università del Secondo Rinascimento.
L’opera di sostegno alla causa della libertà dei popoli oppressi, come il far
risaltare i valori culturali che hanno saputo resistere alla violenza che le
dittature attuano contro la creatività, merita rispetto e attenzione. Spirali si è
tramutata in teatro di operazioni culturali che, con il fervore insito nella parola
“salda”, non permette che le siano tarpate le ali, ma realizza un’ impresa
culturale che istituzioni analoghe in Italia non hanno mai concretizzato. Noi
intellettuali di diverse latitudini siamo riusciti ad abbattere i muri non solo
della censura ma anche della disinformazione, che è senza dubbio uno dei
maggiori crimini che si commettono contro l’umanità. Mi riferisco al crimine
mediatico.
I racconti circa gli assassinii, le prigionie politiche, le persecuzioni, lo
spionaggio e il ricatto, per anni velati dietro muri di oppressione, quelli che ora
cominciano a sgretolarsi per merito dell’efficace strumento della letteratura,
sono ora pubblicati in Italia solo dalla casa editrice Spirali.
Il coraggio e la volontà profusi in questa impresa intellettuale sono stati varie
volte deformati, convertiti in fantasmi da parte di altri fantasmi, quelli che
coinvolgono personaggi influenti e mezzi di comunicazione, molti dei quali
agiscono per pregiudizio ideologico e, quindi, rifiutando automaticamente le
idee che stimolano la rinascita del pensiero umanista. Sono i nemici della verità
che minimizzano quello che a loro conviene, come il pericolo di certi
fondamentalismi, incluso quello comunista, mentre tentano di far diventare la
giustizia una succursale della politica. (...)
Nel contesto in cui oggi ci troviamo, il pensiero e la sofferenza dell’oriente e
dell’occidente si abbracciano in un dolore comune.
Noi intellettuali, che grazie a questo progetto abbiamo trovato spazio per
promuovere la nostra cultura, oltre che denunciare l’oppressione dei nostri
popoli, dobbiamo difendere il diritto a esistere di questa originale impresa
culturale diretta da Armando Verdiglione.
CARLOS CARRALERO!, ARMANDO DE ARMAS, ORLANDO FONDEVILA!, ANGEL
CUADRA!, NICOLÁS ÁGUILA, GINI MIGUEZ!, JOSÉ LUIS CASTRO ÁGUILA!, LUIS DE LA
PAZ!, MADELYN LEONARD, ROBERTO LUQUE ESCALONA, intellettuali e scrittori, Cuba
Caro Professore, noi intellettuali e scrittori cubani in esilio vogliamo
esprimere a Lei e a Cristina Frua De Angeli la nostra sincera solidarietà.
Desideriamo, oltretutto, esprimere la nostra gratitudine al lavoro di
appoggio e solidarietà verso la causa della libertà dei popoli oppressi e
sottomessi al silenzio. Con la collaborazione della casa editrice Spirali e
dell’Università Internazionale Secondo Rinascimento, popoli, da varie decadi
costretti al silenzio e all’umiliazione da parte di crudeli dittature, hanno potuto
infrangere le barriere della censura per mezzo di un gruppo di scrittori
dissidenti. Questo è stato reso possibile grazie all’opera encomiabile del
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professor Verdiglione, di sua moglie Cristina Frua De Angeli e del gruppo che
fa parte delle due già citate istituzioni.
Un gruppo d’intellettuali cubani, grazie ai congressi internazionali
organizzati da Lei e dalla Sua équipe, ha potuto, attraverso conferenze
internazionali come questa, trasmettere le nostre esperienze a Cuba come
dissidenti, perseguitati, arrestati e alla fine deportati o esiliati.
Altri, che non sono riusciti a partecipare ai congressi organizzati da Spirali,
hanno potuto pubblicare alcune delle loro opere che sono una vera
testimonianza della realtà cubana durante il castrismo: gli orrori delle carceri, la
persecuzione, il continuo spionaggio e il ricatto cui è sottoposto il popolo
cubano, così come il dramma di sentirsi un popolo incompreso, sono i temi che
appaiono in alcune di queste opere pubblicate in Italia, solo da parte di Spirali.
Siamo convinti che la famiglia Verdiglione stia diventando vittima
dell’intento, senza remora, di far tacere voci dissidenti da oriente a occidente,
che hanno trovato in Spirali e nell’Università Internazionale del Secondo
Rinascimento un luogo e un modo di esprimere quel pensiero che i mezzi di
comunicazione accademici e editoriali, dominati dalla sinistra, mai
permetterebbero che si esprimessero. (…)
In questo modo vorremmo dimostrare alla famiglia Verdiglione la nostra
solidarietà. Perchè, come affermava l’apostolo dell’indipendenza cubana, il
poeta Josè Martì: “Onorare rende onore”.
Facciamo un appello a tutti coloro che vogliano dare solidarietà con la
propria firma.
ROBERTO CESTARI, medico, Italia
In Italia la Fondazione Armando Verdiglione è l’unico luogo che io conosca
dove si possano ascoltare opinioni non allineate con uno schieramento di
partito né con un gruppo di potere né che facciano parte del luogo comune (...)
Questo è uno dei pochi posti, l’unico che io conosca, dove di fatto posso sentire
pensieri dissidenti, pensieri differenti, discorsi nuovi, vera cultura. E questo è il
motivo sostanziale per cui questo luogo, per cui l’impresa di Armando
Verdiglione, per cui il movimento del Secondo Rinascimento hanno valore. È il
valore che viene attaccato, che viene colpito, colpendo il nome, la persona e
questo valore va assolutamente difeso.
È un valore unico, è un valore raro e, come tutte le cose rare deve essere
difeso. Una lettera aperta è importante, ma non so se sia sufficiente. Forse gli
intellettuali dovrebbero inventare qualcosa di più, non solo per questa
occasione, ma per tutte le altre, in tutte le altre nazioni.
GIOVANNI CHIARlNI, germanista, Italia
Testimonio in prima persona il forte impegno per la cultura europea di
Armando Verdiglione e della casa editrice Spirali. Mi associo con convinzione
profonda alle testimonianze espresse.
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Sono anni che vado predicando che il sospetto verso tutto ciò che sa di arte e
cultura porterà l’Italia alla rovina e a una completa decadenza. Continuiamo a
venire guardati con sospetto ogni volta che nel discorso viene citato qualche
nome che non appartenga a un calciatore o a un cantante. Quando ero un
giovane studente universitario a Marburg era appeso all’Università un
manifesto con sopra le facce di Marx, Lenin e Mao e sotto la scritta diceva: Alle
Reden vom Wetter, wir nicht! Tutti quelli che non parlano del niente vengono
combattuti e possibilmente annientati.
Molti anni addietro mi auguravo un secondo Illuminismo come unica
possibilità di ripristinare tolleranza, intelletto, apertura al diverso. Invano.
Speriamo che il Secondo Rinascimento penetri finalmente fin nelle vene degli
italiani! Sì, probabilmente dovremmo riscrivere varie cose anche su Garibaldi e
Che Guevara, come dice il Professore.
GIANCARLO COMERl, medico e ricercatore, Italia
Chiarissimo Professor Verdiglione, Le sono molto vicino soprattutto da
quando, nel 2008, è iniziata e poi è stata portata avanti con accanimento
inaudito l’iniziativa voluta dai “poteri forti” per tentare di distruggere il
patrimonio culturale d’immensa portata che Lei ha saputo creare e far fiorire
attraverso la Fondazione, la casa editrice Spirali e l’Università del Secondo
Rinascimento, attraverso le innumerevoli iniziative di una impresa intellettuale
che si è espressa in modo innovativo e libero in un panorama culturale opaco e
stagnante, iniziative che hanno avuto nella Sua persona l’espressione massima
della novità a livello di pensiero e di linguaggio. Rimane il segno visibile e
concreto di questo rinnovamento culturale avviato e perseguito con grande
impegno intellettuale e lavorativo, che investe tutta la persona nelle sue
prerogative umane più autentiche.
Resistere a questo piano distruttivo sicuramente richiede grande coraggio,
fermezza d’animo e una fede che sola può rendere vittoriosi nella prova,
proprio quando umanamente tutto sembra perduto: la Sua statura e il Suo
valore sono certo sapranno farla uscire anche da questo attacco tremendo
ancora in atto. Victor quia victima: questa affermazione di sant’Agostino può
adattarsi, pur con le debite proporzioni, anche alla Sua persona perché sono
sicuro che la Verità, in tutti i modi conculcata da un potere cieco e ottuso, potrà
alla fine affermarsi contro ogni teorema forzato e fazioso.
SALVATORE D’ADDARIO, artista, Italia
Forse l’unico “difetto” che colpevolizza il professor Verdiglione è la sua non
gradita libertà intellettuale. Allora io dico: viva questa libertà, di cui altri sono
incapaci.
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ROGER DADOUN, scrittore, filosofo, Francia
Le osservazioni, le esperienze, le interpretazioni o i giudizi che sono portato
a presentare per testimoniare in merito alle ricerche, alle manifestazioni, agli
insegnamenti e alle pubblicazioni di cui è autore Armando Verdiglione
prendono il loro vero rilievo per via non solo della mia partecipazione attiva a
tutte le sue attività ma più ancora per la mia indipendenza di pensiero quasi
unanimemente riconosciuta. Io non sono inscritto in alcuna obbedienza o
influenza - né politica né ideologica né istituzionale o culturale.
Preciso che non aderisco a alcuna società di psicanalisi e che non dipendo da
alcuna “rete” di relazioni. (...)
Ho fatto la sua conoscenza sin dai primi incontri internazionali organizzati
dallo psicanalista Verdiglione nel corso degli anni settanta e poi ho seguito con
regolarità le differenti tappe (...) della sua ”avventura intellettuale”.
“Avventura” è il termine che conviene, poiché lo usa lui stesso per una delle
sue opere, La psicanalisi questa mia avventura, pubblicata in Francia da un
prestigioso editore. ( ... ) “Niente da capire”, direbbe La congiura degli idioti,
titolo di un’opera di Verdiglione. Titolo che vale da performativo, perché la
“congiura” continua a giurare (“maledetto colui che ...”) e a congiurare (“dagli
contro colui che …”), continua e pesta “colui che …”. “Nulla è più astuto
dell’inconscio” dice Verdiglione alla conclusione della Peste. Lui, il “pestifero”,
osa “pestare” senza lasciare la presa, contro i “pestiferanti” che mantengono “lo
stato d’assedio” e la cui rabbia esplode nella doppia ramificazione del loro “Y”
inconscio: “terrorismo” e “religione della morte”.
MILO DE ANGELIS, poeta, Italia
Ho conosciuto Armando Verdiglione alla Libreria Sapere alla fine del 1975. È
stato un incontro decisivo per me, e non solo qualcosa che ha aperto un nuovo
mondo. Il vecchio mondo è quello che conosciamo, dei luoghi comuni e degli
schieramenti, e dello stare dalla parte giusta, come se un poeta potesse mai stare
dalla parte giusta. Invece, bastava ascoltare e leggere la parola di Verdiglione
per trovare una dimensione poetica. Una parola così frizzante, briosa,
acrobatica, selvatica, capace di collegare cose che sembravano distanti o
viceversa di disgiungere cose che sembravano unite, questo il compito della
poesia.
E ricordo quegli anni, dal 1975 al 1978, come anni felici, di lavoro, in cui si
traduceva, si leggeva, si partecipava ai convegni, sopra tutto si traduceva.
Ricordo l’esperienza del tradurre, in particolare autori francesi, dando peso a
ogni singola parola, a ogni singola increspatura, a ogni singola scelta lessicale.
Questo di nuovo è proprio della poesia, che è un luogo di massima, come una
cella del detenuto: basta spostare uno sgabello per creare il caos, così in poesia
basta spostare la posizione di un aggettivo per infrangere un equilibrio
faticosamente raggiunto.
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Ancora adesso, più di trent’anni dopo, se leggo i nuovi testi, L’interlocutore,
Scrittori, artisti, usciti in questi anni, trovo un’essenza poetica nella parola di
Armando, qualche cosa che ha a che fare con il contrasto proprio della parola
poetica, che è una parola antica, parola vincolata da una legge severa, quella
della tradizione, la legge della metrica, la legge della stilistica, dei generi, e al
tempo stesso capace di aprire a un estremo di libertà.
Paradossale questo destino della parola poetica, di essere
contemporaneamente la parola che porta a un punto sconosciuto e per farlo
deve passare attraverso i vincoli più stretti, più millimetrici e più serrati. E per
questo, se qualcuno impedisce o tenta di impedire questa parola poetica, si
tratta proprio di un’offesa alla poesia, perché la poesia è qualcosa che Armando
ha sempre amato e onorato e tradotto.
VIKTOR EROFEEV, scrittore, Russia
Quanto si sta tentando di fare è chiudere la bocca a un intellettuale come
Verdiglione. Sono pronto a supportare il nostro caro amico a tutti i livelli e in
tutte le sedi che mi sono accessibili. Porterò il caso di questa Fondazione anche
a livello europeo (...).
Più che una questione di ordine finanziario, credo sia una questione di
libertà di parola. In realtà non ci vogliono bene, non vogliono bene a persone
come noi. È importante che noi qui continuiamo la nostra azione. È importante
per l’Iran, per la Russia, per la Bulgaria, per Israele. Scrittori notissimi di questi
paesi sono presenti qui e sanno che cosa avviene. Dobbiamo tutti renderci conto
che è possibile intervenire che non dobbiamo rassegnarci a perdere questa
splendida Fondazione. E dobbiamo aiutare il professore, combattere al suo
fianco e fare di tutto perché si senta sollevato, e si dissipi la sua tristezza.
Capisco che lui si senta ferito. A mio avviso è proprio un’azione vile. Armando,
faremo di tutto per aiutarti. Sono venuto con questo desiderio.
Tieni duro. Siamo tutti uniti e ci impegniamo a aiutarti.
E al tuo fianco vinceremo.
JACEK FUKSIEWICZ, regista, Polonia
Caro Armando Verdiglione, avendo appreso dei suoi nuovi peripli con la
giustizia italiana, voglio assicurarle la mia profonda simpatia e il rispetto verso
di lei in quanto intellettuale le cui opere restano fra le più notevoli della nostra
epoca. Voglio credere che le accuse che le rivolgono si rivelino infondate e che
possa presto riprendere il suo brillante percorso di studioso.
ALDO GERBINO, critico d’arte e poeta, Italia
Caro Armando, che l’impresa intellettuale debba essere “moralizzata” (sic) -
ciò, con evidente malafede, da esponenti istituzionali attraverso i loro atti
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persecutivi, e non a caso alimentati da manipoli di figure politiche che
sappiamo essere assolutamente inossidabili a ogni penetrazione culturale - è
quanto di più patetico e ridicolo si sia potuto registrare con la recente
aggressione da te subita e dipanata lungo compiacenti quanto superficiali
pagine mediatiche. L’Università Internazionale del Secondo Rinascimento è,
d’altronde, prova tangibile d’una libertà creativa la quale trova concretezza in
quell’insistito ragionare sulle cose, sulla lingua, sulla parola in sé, sulla
dinamica delle arti o in quel promuovere l’accoglienza di opere a testimonianza
della piena vitalità e della forza d’incidenza posseduta da ogni estetica. Se la
cultura storicamente organificata (e, quindi, per certe frange “collusa”) appare
in modo analogo sottoposta a continui attacchi, smantellamenti, anche (e
soprattutto) di sue parti vitali, cosa possiamo sperare per quella dimensione
intellettuale che tu, e tutti gli amici del sodalizio universitario ed editoriale,
portate avanti a vostre spese soltanto per raggiungere un traguardo fatto di
libera espressione? Ma rimaniamo fiduciosi, proprio in virtù di tale libera
espressione, per quella tenacia volta alla costruzione d’un nuovo possibile
edificio, fatto già di vivaci palestre d’arte, di letteratura, di filosofia, di
speculazione e dialettica e, non ultimo, sensibile alla salvaguardia dei diritti
civili. Un organismo intellettuale reso manifesto da una lunga catenaria di
pubblicazioni che hanno dato asilo, nei decenni, alle idee, ai fatti che, purtroppo
ancor oggi, devastano il nostro più laico senso di democrazia.
E inoltre hai dimostrato, con Cristina, come sia possibile avviare, in parallelo,
un’economia trasparente (pur nell’arroganza delle inique pressioni fiscali), il
più possibile scevra da ideologici e soffocanti vincoli, comunque aperta alle idee
d’impresa, a ogni possibile certificazione di crescita in quella vivida e continua
interconnessione tra la dinamica progettuale e l’ampia rete dei saperi.
ELIO GIUNTA, critico e poeta, Italia
Vi prego di considerarmi unito al coro significativo di personalità della
cultura italiana e straniera che hanno lanciato l’allarme circa i rischi di cui
sarebbe investita la casa editrice Spirali. Essa, come è noto nel mondo da molti
decenni, costituisce più che un’azienda commerciale, un centro unico di
attrazione e di promozione del fare cultura al di fuori dei condizionamenti,
aperta alla rara sperimentazione del pensiero, alla singolare e raffinata
selezione della creatività letteraria e artistica.
Un patrimonio, insomma, da tutelare e piuttosto da incrementare, con ogni
sforzo.
MAREK HALTER, scrittore, Francia
Sono indignato dalla persecuzione dell’amministrazione italiana nei tuoi
riguardi. Un accanimento che mi fa inorridire.
Ricordo quando, alcuni anni or sono, Bernard-Henri Lévy e io eravamo
venuti a testimoniare in tuo favore davanti al tribunale di Milano. Il ricordo di
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questa immagine continua a ossessionarmi: tu, Armando Verdiglione, grande
intellettuale italiano, in catene, trascinato dinanzi al giudice in quel palazzo di
giustizia di architettura fascista. Tutto un simbolo.
Sei stato uno dei primi a introdurre in Italia e in tutto l’occidente i dissidenti
sovietici. Tu li hai pubblicati e la Russia di oggi non lo ha dimenticato.
Come editore, hai fatto conoscere i più grandi pensa tori francesi. Senza
contare tutti gli altri. Come” agitatore” d’idee, li hai invitati in Italia, a New
York, a Gerusalemme dove hai suscitato il primo grande dibattito sulla
psicanalisi.
L’Italia, la Repubblica italiana, la democrazia italiana devono esserti
riconoscenti. Contro tutti coloro che ti assillano senza tregua e che ti vogliono
male, accetta, caro Armando, l’espressione della mia solidarietà.
VASSIUS G. KATSIKEAS, editore, Grecia
In tempi difficili per tutta l’Europa e dal punto di vista economico in
generale, gli Stati sempre trovano colpevoli fuori dai loro confini e sia
l’Intellighenzia sia la casa editrice possono facilmente essere vittime di questa
caccia alle streghe.
Siamo qui per sostenere il professor Armando Verdiglione. È necessario e
può essere un esempio per altri governi. Nel nome della Fondazione
mediterranea voglio esprimere il mio sostegno e spero che nel nostro prossimo
incontro tutto si sia risolto al meglio.
ANATOLIJ KRYM, scrittore, Ucraina
Tutto quanto sta avvenendo attorno alla Fondazione di Armando
Verdiglione, alla sua persona, in qualche modo lo avevamo previsto.
Appena il potere si impadronisce di qualche cosa, la distrugge. Quando mi
rendo conto che si attacca quanto stiamo facendo, che la persona di Armando
Verdiglione è sottoposta a questi attacchi, trovo che dobbiamo intervenire.
Non basta limitarsi a fare dichiarazioni, dobbiamo fare qualche cosa.
Dobbiamo difendere questo paese. La cultura è quello che conta e rimane agli
uomini, l’economia non lascia traccia. Dobbiamo scrivere tutti insieme una
lettera aperta da indirizzare ai media e ai politici per spiegare che il luogo che ci
ha messo a disposizione Armando Verdiglione è un luogo di straordinaria
libertà, luogo di dissidenti, cioè di altrimenti pensanti (...). Io penso che la
letteratura sia sempre stata il critico più valido del potere.
LYUBOMIR LEVCHEV, scrittore, Bulgaria
Negli ultimi anni l’Università del Secondo Rinascimento, fondata e gestita
dal professor Verdiglione, è divenuta un meraviglioso nido di spiriti liberi,
dove si riuniscono persone e idee indipendenti e originali che qui portano
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avanti un dibattito. Ho appreso degli attacchi a cui sono sottoposti l’Università
e Verdiglione, vivendo una difficoltosa impasse. Un pensiero ha attraversato la
mia mente, ovvero che la Grande Italia - la terra madre del vero rinascimento
che ha salvato l’umanità - difficilmente abbia bisogno di un secondo
rinascimento. Ma, dopo tutto quanto è accaduto, capisco che non è solo l’Italia,
ma il nostro intero mondo disumanizzato a avere bisogno di essere salvato
attraverso un rinascimento dell’uomo.
MARCO MAlOCCHI, fisico, informatico, Italia
Conosco il professor Armando Verdiglione dal 1983, e da allora l’ho sempre
grandemente apprezzato come uno dei più grandi intellettuali e operatori
culturali mondiali.
Ho seguito da vicino le vicende giudiziarie del professore negli anni ottanta,
senza mai avergli fatto mancare la mia stima e il mio appoggio, sulla base della
mia frequentazione, convinto che le accuse portategli fossero inconsistenti.
Leggo da alcune fonti di ristrutturazioni fatturate ma mai eseguite, e simili
proposte di supporto alle accuse.
Chi, come me, ha visto la Villa San Carlo Borromeo di Senago passare da uno
stato fatiscente (senza che alcun ente pubblico se ne occupasse) a uno stato di
ristrutturazione eccezionalmente rispettosa del valore storico, con obiettivi
di restauro ricostruttivo, con raffinata eleganza, non può pensare nemmeno
lontanamente che qualcuno sostenga tali accuse. Chi, come me, ha visto quella
villa riportata a una vita di fasti culturali non può credere a tali accuse.
Chi, come me, ha partecipato a eventi di livello mondiale, a dibattiti ove un
foltissimo pubblico e una foltissima schiera di scienziati, poeti, artisti, politici,
medici, eccetera creava una reale cultura internazionale (a dispetto del povero
scenario a cui assistiamo nel nostro contesto istituzionale) non può credere a tali
accuse. Chi, come me, ha partecipato come spettatore alla realizzazione di
mostre, alla promozione di artisti, alla pubblicazione di libri di grande interesse
culturale, e pubblicati con scelte completamente avulse da regole di mercato,
rendendo la casa editrice Spirali un editare che, contro corrente, pubblica solo
libri da catalogo, e non instant-book, non può credere a tali accuse.
Sono certo che le indagini in corso porteranno a chiarire ogni cosa e a fugare
qualunque dubbio, e auspico che la Fondazione Verdiglione possa quindi
continuare a operare come ha sempre fatto, e anche meglio, nel nome dell’arte e
della cultura.
ANGELO MUNDULA, poeta, Italia
Per quanto vale e in riferimento ai fatti di natura fiscale, esprimo la mia
solidarietà al professar Armando Verdiglione e alla moglie Cristina Frua De
Angeli, con la certezza che essi risulteranno, alla fine, del tutto esenti da
qualsiasi colpa e responsabilità. Conosco da tempo l’onestà dei coniugi
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Verdiglione e la loro generosa dedizione alla causa della cultura e del
rinascimento.
È ben vero che la nascita o rinascita è sempre difficile e dolorosa, ma viene
sempre il momento della verità e della gioia.
MARINA NEMAT, scrittrice, Iran
Sarò onorata e felice di aderire e sostenere Lei, la libertà e la comunicazione.
Le volte precedenti, quando fu così generoso da invitarmi alla Villa San Carlo
Borromeo per alcuni convegni, sono rimasta sorpresa dalla possibilità, per
attivisti e intellettuali di tutto il mondo, di parlare liberamente in un ambiente
molto favorevole e così generosamente fornito.
Molte delle amicizie strette alla Villa San Carlo Borromeo sono rimaste e mi
hanno aiutato in quello che faccio, che è scrivere e parlare di libertà.
JEAN OURY, psicanalista e scrittore, Francia
Ho incontrato Armando Verdiglione nel novembre 1973, in occasione delle
giornate dell’École freudienne, con Jacques Lacan. Quello fu l’inizio dei nostri
scambi. Invitato a Milano, mi trovavo rapidamente a partecipare a un gran
numero di incontri culturali, alquanto eclettici. Era un’apertura su un mondo
eterogeneo di filosofia, di psichiatria, di psicanalisi, di politica eccetera.
Avevamo la possibilità di invitare chi volevamo del nostro campo culturale.
Così abbiamo organizzato gruppi di ricerca con François Tosquelles, Horace
Torrubia, Gisela Pankow, Jean Ayme, Jacques Schotte, Hélène Chaigneau,
Fernand Deligny, Eric Wulf, alcuni matematici e altri. Abbiamo potuto
incontrare a Milano Kundera, a Tokio Borges e così via. Armando Verdiglione
ha il dono di organizzare, di raggruppare le competenze. Grazie a lui io ho
potuto pubblicare un certo numero di libri (prima alcuni in italiano e poi, con il
suo aiuto, in francese presso editori quali Payot, Galilée e altri).
Aveva anche organizzato un laboratorio editoriale a Parigi. Egli ha voluto
intitolare il suo lavoro culturale Il secondo rinascimento. Perché no! Poi ha
allargato i suoi punti d’impatto sul piano internazionale. Per fare un esempio,
ho partecipato ad alcune giornate di studio a Tokio, a New York e altrove. E,
beninteso, a Milano, a Parigi, a Roma, a Firenze, a Venezia, a Trieste.
Un tale sviluppo di attività culturali provoca sicuramente rivalità se non
conflitti. Ma è qualcosa di anodino se paragonato con la complessità culturale
che si concretizza negli scambi, nelle pubblicazioni eccetera.
Per una quarantina d’anni, Armando Verdiglione si è consacrato in una
maniera degna di nota a mantenere tutti questi scambi.
Egli rimane per noi il testimone e il creatore di un numero impressionante di
scambi culturali, a tutti i livelli. Logicamente, mi sembra che dovrebbe essere
preservato, nell’insieme delle sue attività culturali, e essere sostenuto e aiutato
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affinché possa proseguire questo lavoro enorme di raduno delle competenze
culturali e scientifiche così diverse.
2011
UWE HENRIK PETERS, psichiatra e docente universitario, Germania
La casa editrice Spirali e la Villa San Carlo Borromeo già da decenni sono un
solido elemento costitutivo del mondo intellettuale. Mecca di molti intellettuali
e artisti di tutto il mondo. Centro di comunicazione per nuove idee e punti di
vista, con una diffusione che raggiunge i più remoti angoli della terra. Sono
estremamente preoccupato per il fatto che l’esistenza di questa istituzione sia
danneggiata. Tutte le persone creative Le augurano che le attuali difficoltà
vengano superate quanto prima possibile e che Le siano nuovamente a
disposizione tutte le forze per il lavoro intellettuale.
NIKOLAI PETEV, scrittore, editore, Bulgaria
La cultura rappresenta per noi un eterno problema. La storia della Bulgaria è
una storia estremamente tragica. È chiamata la terra dei poeti uccisi, perciò noi
conosciamo bene questo problema. lo ignoro cosa accade negli altri paesi, ma lo
stato oggi ha a disposizione mezzi più moderni per esercitare una pressione
sugli scrittori e le organizzazioni degli scrittori.
Sfortunatamente, abbiamo già esperienza di tutto questo. Un poeta russo,
Vasnisiekvski, ha scritto che “i tiranni non capiscono i poeti e quando li
capiscono li uccidono”. Adesso si usano altri sistemi, si fanno verifiche fiscali, si
esercitano pressioni attraverso la stampa. Si dice che in Italia la stampa sia
libera; nella Bulgaria democratica ha un significato molto ironico la definizione
di stampa libera, perché la nostra è una stampa comprata, venduta, e questo da
sempre. L’arma più potente contro lo scrittore e la scrittura è l’indifferenza
dello stato. Osservo in vari stati quale sia l’atteggiamento verso la cultura, e
devo dire che ciò che avviene nei grandi paesi è molto diverso da ciò che
avviene nei paesi più piccoli.
SUSAN PETRILLI, semiotica, Italia
Le occasioni d’incontro che riesci a creare per noi sono uniche per interesse e
ispirazione, per l’impegno verso !’intendimento - la vita, i valori, il fare - e
soprattutto per l’esperienza di umanità e di ascolto che immancabilmente ci
coinvolge e ci lega.
PAOLO PILLITTERI, scrittore, giornalista e critico cinematografico, Italia
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In un momento particolarmente complesso per la cultura mondiale, e non
solo, vi giungano i sensi della mia antica amicizia e del mio affetto. Vi aggiungo
la mia più convinta testimonianza di solidarietà, con la certezza che non si
fermerà il vostro importante e vitale progetto di cultura e di sapere, di
innovazione e di modernità.
AUGUSTO PONZIO, semiotico, Italia
Villa San Carlo Borromeo, sempre più raro luogo d’incontro di parole e di
ascolto.
Un pensiero a tre persone a me care che hanno frequentato la Villa Borromeo
e che non ci sono più: Giuseppe Semerari, Thomas Sebeok e Antimo Negri.
Que otros se jacten de las paginas que han escrito;
a mi me enorguellecen las que he leido.
(Jorge Luis Borges, Un Lector).
Posso dire lo stesso dei tuoi libri di cui sono la lettura La cifrematica e l’ascolto
(2006) e La dissidenza cifrematica (2008) e che di nuovo vado leggendo.
Delle varie testimonianze in rapporto alle recenti vicende mi sono rimasti
impressi questi versi di Dante citati nella lettera di solidarietà scritta da Padre
Busa:
“Come la fronda che flette la cima
nel transito del vento e poi si leva
per la propria virtù che la sublima”.
GEORGIJ PRJACHIN, scrittore e editore, Russia
Passeggiando attorno alla Villa San Carlo Borromeo mi sono reso conto di
quanto è stato fatto nell’arco di tre anni. Purtroppo ho sentito che non vengono
riconosciuti, tutti questi lavori. Quattro anni fa qui abbiamo ricordato Dante e
abbiamo parlato dell’Inferno. Quando sono tornato a casa ho detto:
quell’inferno è un vero paradiso. Quello che ho capito dal tono e dalle parole
del professore Verdiglione è che è un uomo saldo, che ha le spalle forti.
FRANCESCO SABA SARDI, scrittore, Italia
Da trentuno anni ho rapporti di frequentazione, amicizia e stretta
collaborazione culturale con Armando Verdiglione.
L’ho visto dare vita a una casa editrice, Spirali - di cui sono un autore - e
promuovere un movimento culturale di risonanza internazionale che ha fatto di
lui uno degli intellettuali di maggior momento del secolo, raccogliendo attorno
a sé una schiera di sodali, scrittori e artisti che gli hanno dato il pieno diritto di
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essere considerato un legittimo ambasciatore dell’ arte oltre a essere lui stesso
autore di decine di libri di straordinaria valenza teorica e stilistica.
Ho partecipato a congressi internazionali in cui Armando Verdiglione ha
dato prova di straordinarie capacità di organizzatore e diffusore di idee nuove.
La produzione editoriale di Spirali è unica almeno in Europa per la qualità e la
varietà delle opere che ha messo in circolazione, senza cercare condiscendenti
consensi, senza mai adeguarsi all’epoca e ai suoi compromessi, sempre fedele
alle esigenze della scrittura come invenzione e poiesis: unica impresa editoriale
in cui agli autori è stata data piena disponibilità di esprimere idee
assolutamente non ortodosse.
Ma la cultura, quando non sia al diretto servizio del potere, quando non sia
discorso esornativo ed elogiativo desta preoccupazioni, suscita e ha suscitato,
nel corso della storia, fiscali timori, ha dato adito a censure che facilmente si
traducono in accanite persecuzioni. E così, negli anni ottanta e in tempi
recentissimi, ho avuto modo di assistere all’aperto, immotivato, e inesorabile
tentativo di distruzione di Armando Verdiglione in quanto interprete di una
cultura fuori dagli schemi convenzionali. Ma quando mai la cultura, libera da
condizionamenti, aliena da compromessi, non ha suscitato, nel corso della
storia, preoccupazioni e paure nei pavidi e negli intolleranti, ben decisi a
opporsi a una più innovativa visione delle cose?
Lo dico con la certezza che Armando Verdiglione saprà tornare al più presto
alla costruzione di opere di altissima qualità e di eventi di forte valenza
culturale, a riprova dell’indegnità di condannare la comunicazione come Parola
originaria, sulla scorta di accuse malamente tentate in dispregio della cultura.
2011
MOUSTAPHA SAFOUAN, psicanalista e scrittore, Egitto
Sarebbe un insulto sia per la libertà di pensiero sia per l’intelligenza umana
usare la forza dello stato per ridurre al silenzio un luogo che per alcuni decenni
ha rappresentato uno spazio di incontro per tutti gli intellettuali - provenienti
dall’occidente e dall’ oriente - interessati dal problema immenso che gli
avanzamenti scientifici pongono al nostro secolo.
GADIL’BEK SHALACHMETOV, giornalista, poeta e traduttore, Kazakistan
Il 2012 e il 2013 segneranno l’apertura e l’inizio di una nuova era, di una
nuova epoca. E sono convinto che la forza intellettuale di Armando Verdiglione
e di tanti che qui si sono incontrati diventerà il fulcro, il centro di questa nuova
era, importante non solo per questo paese ma per tutto il mondo. Anche nel mio
Paese, nel Kazakistan, dove la nuova capitale Astana sta acquistando maggiore
forza e maggiore peso nel panorama mondiale, sia in campo politico sia in
campo economico.
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NICOLA SAPONARO, drammaturgo, Italia
Messaggio di solidarietà per Armando Verdiglione rivolto ai Signori
Inquisitori.
Un premio alla carriera
“Chi non è in forno è sulla pala”.
Proverbio toscano
Signori Inquisitori,
Voi che rappresentate degnamente il partito dell’ ordine,
spero che dall’alto della vostra autorità avrete la giurisprudenza e la giurispazienza
di leggere questa mia lettera.
In ogni caso ho l’ardire di scrivervela, essendo un libero pensatore. (. .. )
Sappiamo bene che questo intellettuale ha r abitudine di parlare e scrivere in
“etrusco”, come lui stesso ammette (A. Verdiglione, Processo alla parola,
Spirali/Vel, Milano, 1986, p.13). Si sostiene da più parti che il suo etrusco è
contorto, farcito com’è di termini astrusi di difficile decifrazione, e finisce per
irritare il senso comune, togliere la tranquillità, agitare le coscienze, insinuare i
dubbi, scandagliare i misteri, svelare gli altarini, gridare allo scandalo,
inventare aforismi diabolici.
Tipico comportamento dei dissidenti, dunque. Un po’ come i suoi amici,
quali Maksimov, Grigorenko, Bukovskij, Kuznekov, Zinov’ev e tanti altri, tutti
perseguitati e in gran parte “curati” negli ospedali psichiatrici o sbattuti in
galera, sparsi in tutto il mondo, i quali ai benpensanti hanno dato con la loro
ostinata opposizione tanto fastidio e filo da torcere, fino a mettere in crisi e a
sconvolgere i regimi totalitari del secolo breve.
Ma questo calabrese, dicono, non se ne poteva stare ad Agromastelli, a
zappare la terra e piantare fave e cicorie?
Da quando ha scelto, costui, trapiantato a Milano, di diventare un
intellettuale scomodo, ha dato troppo disturbo e sconquasso all’onorata società.
Invece poteva semplicemente vivere nel suo villaggio e diventare, con buona
pace di tutti, un missing, un morto civile. Può darsi che ]’ etrusco, essendo
incomprensibile, sia penalmente sospetto. Se poi usa l’ironia e l’umorismo, e
spara il riso come un lanciafiamme della mens, allora, Signori Inquisitori, è
ancor più pericoloso, in quanto “la risata spalanca la bocca ma anche il
cervello”, come recitava quell’istrione di Molière, che tanta antipatia suscitava
tra i cortigiani del re, fino a spingerli all’invidia, all’odio, all’ostilità, agli insulti,
alle calunnie, alle aggressioni. ( ... )
Da parte mia vi confesso che qualche volta, in modo paradossale, penso che
l’onorata società, dopo quarant’anni di congressi internazionali sulla libertà di
parola e un monumentale catalogo di autori pubblicati, dovrebbe conferire a
Verdiglione un premio alla carriera.
Ma questo sì che sarebbe il vero scandalo.
2011
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SHEN DALI e DONG CHUN, scrittori, Cina
Noi, scrittori cinesi, siamo testimoni degli sforzi considerevoli dispiegati
dalla Fondazione Armando Verdiglione per promuovere le arti e le lettere nel
mondo, sotto il segno del Secondo Rinascimento. Per citare solo un esempio fra
tanti, nel settembre 2007 la Fondazione ha organizzato, con la nostra
partecipazione, una grande mostra della pittura italiana contemporanea
intitolata Tesori d’Italia, che riuniva circa 250 quadri di una ventina di artisti a
Chongqing, importante città cinese di 30 milioni di abitanti nel sud-ovest del
paese. La mostra è durata un mese, è stata visitata da 50.000 persone. La stampa
cinese, tra cui” Arti e lettere”, organo dell’Associazione degli scrittori di Cina,
ha largamente coperto questo evento artistico di grande levatura,
un’ im presa senza scopo di lucro. Basta leggere la stampa cinese di
quell’anno per rendersi conto di quanto questa manifestazione culturale,
organizzata dalla Fondazione Armando Verdiglione, abbia contribuito alla
presenza italiana in Cina. Davvero un’azione di buona volontà che merita di
essere riconosciuta e incoraggiata nel suo paese!
NADINE SHENKAR, scrittrice, Israele
In questi momenti dolorosi, siamo tutti con voi contro le voci dell’
imbecillità, del razzismo intellettuale, della gelosia rabbiosa. Ma voi dovete
sapere che non durano: dopo il buio c’è la luce. Sempre.
Il mondo è proprio pazzo, voi siete attaccati, noi riceviamo missili sulle città
del Sud. Tutto è violenza. Ma la fraternità finirà per prevalere. lo spero, e prego,
che tutto finirà bene e che voi potrete continuare la vostra creazione. Avete
centinaia di amici veri che lottano con voi e come dice il Talmud: “Se cento
persone sono contro di te, è la prova che tu hai ragione”.
LUCIEN SFEZ, scrittore, Francia
Sono totalmente solidale con le Sue attività che seguo da 20 anni. La fiscalità
non ha niente a che vedere con la libertà intellettuale necessaria a una società
libera.
GIUSEPPE SOLARDI, scrittore e poeta, Italia
Un mondo pur circoscritto, impegnato nella promozione della vera cultura,
come quello di Spirali, dovrebbe essere sostenuto non solo sentimentalmente
ma anche con equiparati concorsi finanziari, da parte sia di istituzioni
pubbliche sia di enti privati. E un simile appello della ragione (non della
proprietà) non esime quei soggetti notoriamente prodighi nei confronti di
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manifestazioni apparentemente dalla vocazione culturale, ma che si risolvono
in episodi di pura mondanità.
Che cosa invece avviene proprio in questi giorni? A che cosa assistiamo
ancora una volta non senza una certa impressione e incredulità? Ancora una
volta i vivaci protagonisti di due fra le più lodate (dall’ufficialità) istituzioni
mettono sotto indagine una realtà della vita culturale, quella dell’ editore
milanese Verdiglione, sulla base di un groviglio di dettagli giuridici e
amministrativi, di sordità, di irriconoscimenti arbitrari e di inquietanti
formulazioni accusatorie, che alla fine potrebbero mettere in forse la necessaria
presenza nel paesaggio culturale italiano dell’attività editoriale e promozionale
di Spirali.
KRZYSZTOF ZANUSSI, regista, Polonia
Vorrei esprimere la mia grande tristezza nel ricevere la notizia dei nuovi
problemi che voi e la vostra Fondazione avete incontrato. E tuttavia, esprimo la
mia profonda speranza che nel Suo nuovo caso la giustizia prevarrà.
FERNANDO ARRABAL, drammaturgo, scrittore, regista, Francia
… Je lis ton message et je pense à un arrabalesque: “quand les fanatiques
(antagoniques) te combattent, la raison leur fournit des arguments”.
Lorsque, à l’arrivée de la démocratie en Espagne, le nouveau gouvernement
de la région (droite? gauche?) a supprimé le titre de “Place Gala et Dali”
dans la ville où il avait construit, avec son propre argent, le musée de
l’Europe le plus visité, Dali était très ému (pour la première fois, au bord des
larmes?).
Je lui ai dit: “Nietzsche et les paysans catalans ont raison quand le
philosophe affirme que si on essaie de t’éliminer ou de te détruire, mais sans
succès, ont devient indestructible; et les paysans catalans constatent: ce qui ne
tue le cochon, le fait grossir”.
De tout coeur,
arrabalaïquement,
cher et admiré Verdiglione.
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ALCUNE TESTIMONIANZE (1984-1986)
Jorge Luis Borges, scrittore e poeta (Argentina)
Le frontiere, i paesi sono un errore, un errore pericoloso. Le guerre sono
orribili, dunque ciò che Verdiglione enuncia come secondo rinascimento è una
buona idea.
aprile 1984
Riprendendo un sonetto di Shakespeare, posso dire che grazie a Lei, professor
Verdiglione, siamo partiti da quell’anima mundi che sogna l’avvenire.
L’avvenire, forse, è soltanto un atto di fede. Un atto di fede che facciamo.
Personalmente, non so se ho fede, ma posso dare agli altri quel che non ho.
Dunque, dico grazie a lei personalmente e a tutti coloro che sono qui per questi
quattro giorni di conversazione (Il secondo rinascimento. La sessualità: da dove
viene l’oriente, dove va l’occidente, Tokio, aprile 1984) che abbiamo avuto. La
conversazione, il dialogo erano una tappa dell’invenzione per i greci. Si è
parlato della gioia della conversazione, della gioia di conoscere persone ignote:
tutto questo è molto importante per un sudamericano e io sono un
sudamericano. Parlare con un giapponese, con un cinese è una forma di felicità.
E non so come ringraziarla. Ma auspico che questa speranza non sia inutile. E in
ogni caso, abbiamo avuto questa gioia che ci ha consentito di condividere
queste giornate con lei.
maggio 1984
Quando vengo a Milano, credo che dovrei dire di pensare a Manzoni. Ma io
penso sopra tutto al mio amico Armando Verdiglione.
dicembre 1985
Eugène Ionesco, scrittore, drammaturgo e pittore (Francia)
Quello che sconcerta la maggior parte di coloro che s’interessano o vogliono
interessarsi al movimento di Spirali, al movimento del secondo rinascimento è il
non potere situarli né a sinistra né a destra. Perché oltrepassano queste
categorie. Il progetto del professor Verdiglione di un secondo rinascimento è un
progetto molto importante. Per realizzarlo occorre una sintesi fra cultura e
scienze umane. È difficile elaborare questa sintesi, ma spetta a noi farlo e fare in
modo che le cose possano procedere meglio e più speditamente.
Il movimento del secondo rinascimento vuole riunire queste due culture, cioè
questi due aspetti dell’uomo. E credo che ci riuscirà. Ci riuscirà nonostante la
potenza economica degli imperi. Ci riuscirà nonostante l’enorme potenza
economica dei politici.
Sarà possibile un secondo rinascimento se riusciremo a distanziarci dalla
politica e a integrare la cultura letteraria con quella scientifica. Io credo che
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l’arte costituisca una delle maggiori possibilità per l’uomo di vedere, di vedersi,
d’immaginare. Sono quindi lieto d’intervenire spesso ai congressi di Spirali
patrocinati dal professor Verdiglione, d’incontrarvi tante persone interessate
alle esigenze dell’arte, anziché essere sotto il giogo, sotto la seduzione della
politica o dello sport che è l’oppio dei popoli, il nuovo oppio dei popoli.
luglio 1985
Maria Luisa Spaziani, poetessa (Italia)
Mi è capitato di dire che Verdiglione è la versione aggiornata del Passatore:
prende ai ricchi per dare ai poveri. E i poveri annoverano per esempio anche
me che ho avuto da lui in regalo l’avventura di una bella settimana giapponese
senza che nessuno mi chiedesse contropartite.
novembre 1985
Quando ci trovavamo a Tokio nelle sale dell’ambasciata italiana, un giovane
giornalista si è avvicinato a Borges e si è messo a parlare di Armando
Verdiglione con toni da avvocato del diavolo. Borges, che mi teneva per mano,
ha rivolto il suo viso lunare verso di me e ha detto: “Pensa che sparlare di
Verdiglione diventerà in Italia uno sport nazionale?”.
luglio 1986
Enzo Tortora, giornalista (Italia)
Vedere la ritirata simultanea delle persone con le quali si colloquiava fino al
giorno prima, l’evaporazione quasi magica dei volti che fino al giorno prima
sorridevano e tutt’a un tratto scantonano e attendono novità, è un fenomeno
patetico e indicativo di come viene considerato il personaggio. E ho ritrovato
tutte queste streghe, lo dico con grande schiettezza, nel cosiddetto “caso
Verdiglione”.
novembre 1986
I Dreyfus, in Italia, li danno come resto nei bar, addirittura come caramelle col
buco. Non è un problema per noi trovare casi Dreyfus. Qui ce n’è un altro, ne
abbiamo scritto libri, abbiamo raccolto schede. I Dreyfus non mancano, sono gli
Emile Zola che scarseggiano in questo paese!
ottobre 1988
Carlo Sini, filosofo (Italia)
Ecco la mia esperienza con Spirali: l’esperienza di un luogo in cui, senza nulla
chiedere o dare, mi è offerta un’opportunità di espressione, di dialogo e di
confronto culturale in piena libertà da ogni condizionamento ideologico o di
altra natura.
luglio 1985
Jacques Riguet, matematico (Francia)
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Ciò che Verdiglione è riuscito a creare — luoghi d’incontro internazionali,
dove tutti gl’intellettuali del mondo vanno a confrontare i loro universi
culturali, a dire i loro disagi e le loro lotte, dove ci s’interroga sui linguaggi e i
loro poteri — non era riuscito a farlo nessuno prima. Poiché ne è stato il geniale
organizzatore, è forse il caso di meravigliarsi che Verdiglione sia il bersaglio di
coloro per i quali il successo della sua impresa è insopportabile? Verdiglione
disturba: non vuole forse, come Freud, portare la peste?
febbraio 1989
Antonio Porta, poeta (Italia)
Ahimè, in questa società si è sempre visto che chi ha ironia, chi ha senso
dell’humour, ha vita difficile. Chi va in profondità a toccare certi meccanismi
mitici rischia sempre di lasciarci le dita. E qui ne abbiamo un’altra prova,
perché in fondo — e forse questa è un’ipotesi un po’ azzardata — credo che
l’atteggiamento ironico, critico, libero di Verdiglione verso la psicanalisi sia una
delle tante cause che ha provocato la sua attuale situazione di grave disagio.
novembre 1986
Viviamo in un momento in cui la differenza non accettata sta producendo,
ancora una volta, il mostro del razzismo. Il problema fondamentale della
cultura di oggi è non solo la salvaguardia, ma la valorizzazione della
“diversità”. In caso contrario, si ritornerà o, forse, si sta già ritornando ai tempi
della prescrizione, quando agli “stranieri” (gli estranei) veniva richiesto di
portare obbligatoriamente una fascia di riconoscimento sul braccio o una stella
sul petto. In questo clima, ogni tipo di accusa, sopra tutto quelle false e non
provate, può essere utile per alimentare il disprezzo della differenza.
febbraio 1989
Jean Oury, psichiatra e psicanalista (Francia)
Do testimonianza dell’importanza delle attività di Armando Verdiglione in
vari settori e, per quanto mi riguarda in quanto psichiatra, nel settore della
psichiatria e della psicanalisi. Inoltre, tengo a sottolineare l’importanza di
questo movimento culturale in Italia, sia in campo psicanalitico sia in campo
psichiatrico, tanto più che in questi tredici anni la congiuntura è stata molto
movimentata: per esempio, lo sconvolgimento delle strutture ospedaliere con la
legge 180 e le dispute ideologiche sulle diverse scuole di psicanalisi. Ho sempre
rilevato, negli incontri organizzati da Verdiglione, il non dogmatismo,
l’apertura e la tolleranza di fronte alle altre correnti di pensiero.
settembre 1986
Vengo di nuovo a portare la mia testimonianza a proposito di Armando
Verdiglione e dell’impresa culturale che ha inaugurato nel 1973. In quanto
psichiatra, psicanalista e membro fondatore del movimento di Psicoterapia
istituzionale, mi permetto di sottolineare l’importanza del lavoro di
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collegamento, di acculturazione, d’incontri innovatori che, con un’energia fuori
del comune, Armando Verdiglione è riuscito a condurre a buon fine. Dal 1973,
ho seguito in gran parte l’itinerario che ci ha proposto, coinvolgendo con me un
gran numero di colleghi e di amici: psichiatri, psicanalisti, filosofi. Ho
partecipato a gruppi di lavoro a Milano e posso testimoniare della serietà dei
seminari settimanali che vi si tengono. A più riprese, la Fondazione Armando
Verdiglione ha organizzato itinerari perché potessi fare conferenze negli
ambienti psichiatrici e universitari: Milano, Bologna, Imola, Ravenna, Roma,
Venezia, Padova, eccetera. Ho partecipato a più di venti congressi dal 1973:
Milano, Parigi, Roma, Venezia, New York, Tokio, ecc. Il campo culturale si è
ampliato, conglobando psicanalisi, psichiatria, filosofia, estetica, ecc. Inoltre,
posso testimoniare dell’importanza dei libri pubblicati, tanto opere originali
quanto traduzioni, lavoro di edizione, e questo ha permesso che qualche mio
libro fosse pubblicato in Italia. Questo movimento nuovo mi è sempre sembrato
contrassegnato da un non dogmatismo, da una tolleranza e da una grande
apertura a correnti di pensiero molto differenti, sostenuto dal rigore,
dall’erudizione e dall’entusiasmo di Armando Verdiglione. Mi piacerebbe che
questa testimonianza contribuisse a chiarire i malintesi, gli errori di valutazione
che hanno tratto con sé misure cariche di conseguenze per l’avvenire di
un’impresa culturale di valore inestimabile.
febbraio 1989
Vittorio Mathieu, filosofo (Italia)
Del processo Verdiglione ebbi a stupirmi un anno avanti che partisse la prima
comunicazione giudiziaria. Ebbi l’impressione che incriminare Verdiglione
fosse un dovere e che si trattasse solo di trovare un reato.
gennaio 1987
Augusto Marinoni, filologo e studioso di Leonardo da Vinci (Italia)
Ho partecipato alle attività culturali della Fondazione Verdiglione in occasione
di dibattiti, conferenze, congressi. Mi ha favorevolmente colpito la capacità di
Armando Verdiglione di riunire i cultori delle più diverse attività artistiche,
scientifiche, industriali, coinvolgendo personalità di grande prestigio in uno
scambio proficuo di idee e conoscenze, in un rapporto libero, cordiale e
assolutamente corretto.
novembre 1985
Georges Mathé, cancerologo (Francia)
Sono rimasto stupito leggendo sui giornali una critica alla Fondazione
Verdiglione di cui apprezzo enormemente l’attività e l’obiettivo principale: la
tendenza alla libertà, libertà d’impresa anche culturale, libertà di pensiero
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contro tutti gl’intralci ideologici, etici, individuali e etico sociali di cui il mondo
occidentale soffre oggi.
novembre 1985
Oggi, Verdiglione è il maestro mondiale della psicanalisi. È lui a averle dato
l’attuale direzione avendo il coraggio di uscire dal laboratorio. Troppi
ricercatori non hanno il coraggio di farlo e è per questo che la ricerca è in
declino. Verdiglione pensa, fa ricerca, ma esce anche dal laboratorio non
esitando a rivolgersi ai cittadini e a prendere responsabilità politiche — non nel
senso vile del termine, ma nel suo significato più nobile.
novembre 1985
Verdiglione si è permesso non solo di parlare, ma di dare la parola a altri e ne
ha pagato il prezzo.
marzo 1987
Il crimine di Verdiglione è consistito semplicemente nel prendere, nel
difendere e nell’offrire la libertà della parola.
febbraio 1989
Vladimir Maksimov, scrittore (Russia)
Anzitutto ribadisco al professor Verdiglione che, quanto più difficile sarà la
sua posizione, tanto più spesso io sarò al suo fianco. Non appena la situazione
sarà veramente buona per lui allora per me sarà il momento di sparire. Nel
paese in cui sono nato, da quasi sessant’anni, ormai, domina il conformismo nel
senso più assoluto. Contro questo conformismo non è possibile assolutamente
nessun tipo di cultura all’opposizione o di opposizione politica.
maggio 1986
Roland Jaccard, giornalista e scrittore (Francia)
Tengo a esprimere pubblicamente la mia solidarietà a Armando Verdiglione
di cui ho avuto l’occasione, in questi ultimi dieci anni, di seguire l’attività
culturale e editoriale. A partire dalla psicanalisi, Armando Verdiglione, in un
vero spirito cosmopolita e inventivo, ha saputo creare reti di ricerche e di
collaborazioni tra famiglie d’intelletti estremamente diversi. Come direttore di
pubblicazioni e come editore, ha saputo, in modo costante, essere precursore di
una politica culturale di avanguardia e si è preoccupato d’infrangere settarismi
e nazionalismi.
maggio 1986
Sarebbe scandaloso che Armando Verdiglione, uomo di cultura, editore di
prestigio, intermediario fra gli psicanalisti di tutti i paesi, non potesse
continuare in quella via tanto feconda che ha seguito per più di vent’anni.
febbraio 1989
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André Glucksmann, filosofo (Francia)
Alla fine del ventesimo secolo, la libera circolazione delle idee, degl’individui,
delle informazioni e dei sentimenti costituisce la fierezza e l’avvenire
dell’Europa, sia dell’Europa occidentale sia della Mitteleuropa. In questa
affermazione della nostra cultura, si situa il lavoro scientifico e culturale di
Armando Verdiglione.
novembre 1985
La vicenda di Verdiglione assomiglia a un processo per stregoneria. La
magistratura italiana, così ammirevolmente coraggiosa contro la mafia,
dovrebbe risparmiarsi questa ridicola anticaglia.
maggio 1986