Cronache

Verdini Jr tra Arcore, Leopolda e Anas. "Aiutiamo ste c... di imprese". Carte

Tommaso Verdini sulle ginocchia di Berlusconi, poi da grande la tessera del Pd renziano. E il ruolo sulla vicenda Anas. Nuove intercettazioni

Verdini Junior dalle ginocchia di Berlusconi alla Leopolda di Renzi

"Che Tommaso Verdini volesse seguire le orme del padre lo si era capito fin da bambino. Quando babbo Denis, plenipotenziario di Forza Italia, aveva potere di vita o di morte (politica) su uomini di partito e nomine di ogni specie, il piccolo «Tommy» si ritrovò spesso sulle ginocchia di Silvio Berlusconi". Lo racconta oggi il Corriere della Sera, che in due articoli parla di quello che definisce "golden boy".

Continua il Corriere della Sera: "La prima volta che Verdini junior salta all’onore delle cronache è nel maggio 2015. «Tommy» è in giro per locali, in centro a Firenze: il suo suv è parcheggiato in piena zona pedonale e i vigili, oltre alla multa, mettono le ganasce alla Mercedes. A tarda notte arriva però un colpo di genio: lui e i suoi amici smontano la ruota bloccata e ripartono con il ruotino di scorta per la loro notte brava. Gli agenti, all’alba, suonano il campanello al Pian dei Giullari: apre Denis in vestaglia e rifila due scapaccioni al figlio".

Attenzione a quanto accade poi con Verdini junior "che a un certo punto «tradisce» il padre: alla chetichella per qualche anno prende la tessera del Pd e partecipa alla renzianissima Leopolda". Fino alla fondazione di Inver e a tutto il resto.

 Commesse Anas: funzionario indagato, aiutiamo ste c... imprese

"Però cerchiamo di dargli una mano a ste cazzo di imprese". E' una delle intercettazioni - citate nell'ordinanza di custodia cautelare di 82 pagine con cui il gip di Roma ha disposto l'arresto di 5 persone, tra cui Tommaso Verdini, indagate nell'inchiesta su alcune commesse Anas -, che, secondo l'accusa, provano un asservimento totale della funzione in favore degli imprenditori da parte di due funzionari della società, Paolo Veneri e Luca Cedrone. Dalle carte emerge che i funzionari indagati pensavano a tutto. "Le emergenze investigative hanno fornito: la prova di continui incontri in ambiti non istituzionali (nonostante le funzioni rivestite) con Pileri e Verdini ed anche talora con gli imprenditori (che partecipavano alle gare con società a loro riconducibili) per parlare di gare ed in periodi che hanno preceduto e seguito la pubblicazione" dei bandi e "durante le fase dell'aggiudicazione delle gare".

E ancora: "la consegna anticipata dei disciplinari, il compimento pertanto di atti contrari ai doveri di ufficio; l'aver garantito appoggio durante lavori delle commissioni giudicatrici; 4) la totale messa a disposizione per fornire suggerimenti, consigli, trovare soluzioni in spregio al dovere di imparzialità e correttezza verso tutti i concorrenti” aggiunge il gip che chiosa: “è mai pensabile che tutto ciò sia stato fatto da Veneri Cedrone e Petruzzelli (definiti a più riprese ‘i marescialli che presidiano il fortino’) per simpatia?".