Cronache
Via Condotti (Roma), le boutique contro l'Antico Caffè Greco: "Via i tavolini"
Intervista a Carlo Pellegrini, amministratore delegato dell’Antico Caffè Greco: "Noi sotto attacco speculativo"
Ci spiega meglio qual è, invece, il contenzioso con quello che lei definisce “il proprietario delle mura”?
La proprietà immobiliare delle mura fa capo all’Ospedale israelitico. Qui non esiste un proprietario dell’immobile e un “gestore” o “affittuario”. Esiste, come è notorio da oltre un secolo e certificato, oltretutto da documenti pubblici e da diversi pronunciamenti, un proprietario delle mura e un proprietario della Azienda, con tanto di licenza di esercizio (esplicitamente tutelata dal MIBACT), organizzazione aziendale, dipendenti, beni aziendali, che si chiama Antico Caffè Greco srl, ed alla quale fanno capo gli arredi, le opere d’arte, i cimeli storici e la storica attività di pubblico ritrovo.
C’è poi il vincolo dei beni culturali. Il Caffè Greco è riconosciuto locale storico ed è soggetto, dal 1953, a ben tre vincoli del Ministero dei Beni Culturali che fa del Caffè Greco un “unico bene culturale e indivisibile” che ha due comproprietari, titolari entrambi di diritti reali su di esso.
Il vincolo è stato confermato da una sentenza del TAR del 2011 in seguito ad una richiesta di rimozione da parte dell’Ospedale Israelitico di Roma. Dopo tale pronuncia ci è stato intimato lo sfratto per fine locazione e ci siamo opposti. Come Caffè Greco srl, proprietaria dell’azienda e dell’insieme dell’attività, abbiamo sempre fatto presente la mancata disponibilità a un confronto da parte dell’Ospedale israelitico il quale non ha mai quantificato una richiesta specifica preferendo il contenzioso giudiziario. Alcune sentenze recenti ancora non passate in giudicato hanno sì convalidato lo sfratto, ma lo hanno dichiarato ineseguibile, in quanto comporterebbe lo smembramento del Bene Culturale, e quindi la sua distruzione. Su quest’ultima questione pende un procedimento penale alla Procura di Roma.
Detto questo riteniamo sia giunto il momento di smettere di fare confusione e porre fine a una polemica strumentale che va avanti da anni e si è trasferita nelle aule dei tribunali: se l’Ospedale Israelitico vuole avviare un tavolo di confronto lo faccia alla luce del sole; se si vuole il dialogo siamo disponibili, se si vuole continuare per la via giudiziaria continueremo a far valere le nostre ragioni.
In conclusione come definisce l’attività dell’Antico Caffè Greco?
Il Caffè Greco è una Bene Culturale, un Bene Comune che esiste dal 1760, luogo di incontro di personaggi del mondo dell’arte e della cultura di caratura internazionale. Nelle nostre sale si sono succeduti personalità come Goethe, Byron, Andersen, e poi uomini del Risorgimento italiano. Donne come Angelica Kaufman, Marianna Dionigi, Maria Zambrano, Mia Martini. E ancora: Gabriele D’Annunzio, Ennio Flaiano, Renato Guttuso, Sandro Pertini. E potrei continuare con una lunga lista di intellettuali, artisti e figure politiche assidui frequentatori dell’Antico Caffè. Inoltre continuiamo ad essere luogo di eventi culturali. Anche in questi anni difficili di pandemia il “Greco” è stato un luogo di cultura e di speranza; producendo, nel pieno rispetto delle norme sanitarie, eventi di moda, musica, cinema e mettendo online la sua preziosa collezione d’arte di oltre trecento fra opere e cimeli storici per renderla fruibile a tutti i cittadini. Un Museo gratuito sempre aperto. Non stupisce che, in un contesto di crisi difficile, qualcuno voglia approfittare per operazioni speculative o colpi di mano nel cuore della capitale.