Video Iene, prostituzione e orge gay: quando l'ANDDOS esaltava il M5S
Dopo lo scandaloso servizio delle Iene sull’Unar (l’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali che dipende direttamente da Palazzo Chigi) e il video che mostra scene di orge omosessuali e denuncia prestazioni a pagamento in saune e sex club legati al circuito dell’ANDDOS, Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale, cui l’Unar – sempre secondo il servizio delle Iene – avrebbe destinato 55mila euro di fondi pubblici, si è scatenato il putiferio contro la Presidenza del Consiglio.
Francesco Spano, direttore dell’Unar si è dimesso, e i partiti di opposizione – chi più, chi meno – hanno sparato a zero contro la Presidenza del Consiglio, contro l’ANDDOS e, come nel caso dell’onorevole Alessandro Di Battista, anche contro il sottosegretario Maria Elena Boschi.
Elemento che fa sorridere, da parte di un esponente m5s, visto che l’ANDDOS – almeno fino a ieri – era stata sempre giudicata “filogrillina”. Certo, ogni tanto l’associazione non mancava di criticare il Movimento, ma si percepiva comunque una sua sintonia di fondo con le istanze pentastellate, tanto da suscitare sospetti e alzate di sopracciglio in più di un osservatore.
In questi anni, infatti, l’ANDDOS non ha mai mancato di elogiare e appoggiare il m5s, soprattutto durante le cruciali consultazioni elettorali, ovvero quando il sostegno da parte di gruppi di pressione quali possono essere quelli legati al mondo LGBTI hanno più peso sul voto omosessuale – che tutti i partiti coccolano più o meno velatamente.
L’idillio fra l’ANDDOS e il Movimento sbocciò soprattutto durante la campagna elettorale europea, nel 2014, quando assieme all’Arcigay promosse l’iniziativa per scoprire quale dei candidati all’Europarlamento fosse più o meno “gay friendly” o filogay. Il verdetto premiò il m5s assieme all’Altra Europa con Tsipras, e l’ANDDOS annunciò trionfale l’assoluta vicinanza dei candidati pentastellati alla causa LGBTI. Peccato però che, a elezione avvenuta, e all’ingresso a Bruxelles, i parlamentari del m5s siano entrati nello stesso gruppo di Nigel Farage (considerato omofobo) e dell’estrema destra europea, senz’altro non filogay anzi tutt’altro.
Eppure l’ANDDOS non si lasciò scomporre da questo cambio di rotta e fu prontissimo ad appoggiare la deputata siciliana pentastellata Giulia Di Vita, ora indagata per la vicenda delle firme false a Palermo, nella sua richiesta di nomina di un ministro delle pari opportunità. Da notare che la linea dell’ANDDOS si è sempre contraddistinta per una sottile e più o meno velata polemica con il governo Renzi, che l’associazione ha spesso bacchettato.
Nel 2016, poi, L’ANDDOS balzò agli onori delle cronache per le sue lodi sperticate di Chiara Appendino, sindaca pentastellata torinese, lodi che rimbalzarono su tutti i website delle saune e dei “cruising bar” legati all’associazione. Anche in questo caso, ovviamente, dal m5s non vi fu nessuna presa di distanza dall’ANDDOS, malgrado la Appendino comparisse sulle varie pagine web del circuito dell’ANDDOS accanto a corpi maschli seminudi. Per il consenso, si sa, si chiude un occhio e anche due, se necessario.
Nell’agosto del 2016, l’associazione chiese invece un incontro con la neosindaca Virginia Raggi, richiesta che destò l’indignazione del sottosegretario Ivan Scalfarotto, memore del dietro front del m5s al momento del voto sulle Unioni Civili. In realtà la lettera dell’associazionismo LGBTI romano alla sindaca Raggi fece storcere il naso a molti, fra cui gli esponenti di gaiaitalia.com che contestarono la “piaggeria” e la deferenza dell’ANDDOS verso la portavoce pentastellata (“Ci scusi signora sindaca a 5 stelle l’ardire”) specie dopo il silenzio della giunta Raggi sull’applicazione della legge Cirinnà. Oltre ad alludere a un misterioso “ghostwriter filogrillino” nelle file dell’ANDDOS.
Questi sono solo alcuni esempi della “vicinanza” dell’ANDDOS al m5s. esempi alquanto dimostrativi. Quando l’ANDDOS era ritenuta filopentastellata e sembrava appoggiare la sua linea politica, il m5s non proferiva parola al riguardo, mentre ora – dopo il video delle Iene – cavalca l’onda e, per bocca di Alessandro Di Battista, esprime la propria indignazione. Dimenticando forse quanto l’ANDDOS e l’associazionismo gay in generale abbiano, durante le elezioni comunali del 2016, svolto una campagna da molti ritenuta smaccatamente pro m5s, orientando tantissimi esponenti LGBTI a scegliere il voto pentastellato. Un appoggio che all’epoca faceva comodo e che adesso, nella bufera, è meglio far cadere nell’oblio.
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