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Cronache
Ragazza violentata, chiesta l'archiviazione. "Il suo dissenso poco chiaro"
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Ragazza violentata a Torino, i pm non le credono: "Ha accettato l'invito in paninoteca"

Una ragazza di Torino vittima di violenza sessuale probabilmente non riceverà la giustizia sperata, perché per i pm il "suo dissenso non fu così esplicito". L'episodio in questione è avvenuto lo scorso giugno a Torino. Al termine di una serata trascorsa con amici, due ragazzi - si legge su Repubblica - si offrono di riaccompagnare a casa due studentesse. In macchina lui — 26 anni — mette la mano sulla coscia di lei, che lo respinge. Lui, dopo, si scusa. Quindi, sembra che tutto sia tornato ad andare di nuovo bene, ma alle quattro e mezza di quella notte, una delle due ragazze, che ha 20 anni, viene convinta dall'amica e accetta di andare a mangiare un kebab, con gli altri tre, prima di andare a dormire. Lo stupro - prosegue Repubblica - avviene qui. In una paninoteca dove l’amica si apparta con l’altro giovane. E la ragazza che poi denuncerà l’incubo resta sola. Ancora ubriaca, poco lucida per difendersi. "Era tutto buio. Mi ha portata in cucina. Mi ha bloccata. Non riuscivo a gridare. Ero immobile. Cercavo di liberarmi dalla presa. Non ce la facevo. Ma ricordo bene il dolore, forte, che ho provato per tutto il tempo".

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La violenza sessuale che ha segnato l’estate — e l’esistenza — della giovane è stata discussa ieri davanti alla gip. Ma il pm ha chiesto l’archiviazione a fine ottobre. "Il racconto è lacunoso anche perché la ragazza era sotto l’effetto dell’alcol", scrive. Inoltre l’indagato, secondo la procura, potrebbe avere inteso che "lei ci stesse" perché aveva accettato di andare a mangiare un panino con il presunto stupratore (e gli altri). "Sussistono forti dubbi sul fatto che nell’indagato possa essersi rappresentato il dissenso della persona offesa — è quanto precisa nell’atto — d’altra parte l’uomo aveva già esternato evidenti avance verso la vittima, tanto che questa aveva fatto rientro presso la propria abitazione". Il Telefono Rosa protesta per questa decisione: "Basta stereotipi".

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