Culture

A Monreale si racconta "La Grande Luce. Padre Pio tra Scienza e Fede"

Eduardo Cagnazzi

Una mostra unica nel suo genere in occasione del centenario della stimmatizzazione del frate, il 20 settembre 1918. Tra i cimeli, il guanto simbolo dei miracoli

La vita di padre Pio raccontata in una mostra unica nel suo genere, “La Grande Luce. Padre Pio - Tra Scienza e Fede”, arriva in anteprima assoluta a Monreale, alle porte di Palermo, in occasione del centenario della stimmatizzazione di Padre Pio, il 20 settembre 1918. Un’esposizione che racconta, attraverso le reliquie, documenti medici e fotografie, la vita speciale di un frate, che si è reso protagonista di miracoli, come accertato dalla Chiesa, tanto da essere stato proclamato Santo. Tra i cimeli in esposizione, in una teca blindata, il guanto simbolo dei miracoli e della sofferenza del frate.  La monumentale esposizione, in programma fino alla fine dell’anno, e prodotta da Navigare Srl e Sicilia Musei. Sede dell’esposizione, il Complesso monumentale Guglielmo II, ex Monastero dei Benedettini, che si apre per volta prima con questa formula al pubblico siciliano.

La mostra evidenzia al pubblico la storia di quella che diverrà una grande amicizia tra l’uomo di scienza, il professor Giorgio Festa, che studiò il Santo per oltre vent'anni su incarico del Sant'Ufficio della Santa Sede, e l’uomo di fede, padre Francesco Forgione, al secolo Padre Pio. Festa visitò due volte Padre Pio sotto ogni possibile aspetto, anche dal punto di vista psicologico, come rileva una lunga relazione dalla quale si legge “…di trovarsi davanti ad un fenomeno straordinario che le cognizioni da noi possedute non sono in grado di spiegare”.  Lo stesso Festa operò nel 1925 di ernia inguinale desta Padre Pio che non volle essere cloroformizzato e due anni dopo gli asportò chirurgicamente una cisti sul margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo. L’esposizione è costituita dai preziosi reperti custoditi dalla famiglia Festa per circa cento anni e conta oltre mille tra oggetti, reliquie, scritti, evidenze mediche; sino ad oggi erano stati raramente esposti negli anni, ma sempre in luoghi ecclesiastici, chiese e cattedrali.  Nonostante la laicità e l’iniziale ateismo del professore, gli studi medici furono totalmente favorevoli alla veridicità, seppure inspiegabile scientificamente, delle stimmate e dei fenomeni del frate e spianarono la strada  alla  successiva Canonizzazione del Santo.

L’esposizione, ideata e diretta da Alberto Al Festa -regista, compositore e pronipote del medico Giorgio Festa- intende così proseguire l'opera di divulgazione cominciata dallo zio. La rassegna, proposta sotto una veste storico, culturale, religiosa, è fruibile da tutti, credenti e non, che potranno trovare molte risposte su uno dei più amati mistici del secolo passato, venerato in tutto il mondo. L'allestimento della mostra è stato pensato come un luogo della fede di astrazione spazio temporale per dare al visitatore una sensazione mistica, in una dimensione di raccoglimento e di preghiera.