Arte/ Il simbolismo europeo rivive in una grande mostra a Milano
di Simonetta M. Rodinò
Senso della vita e della morte, amore e Satana, fantasia, sogno, mito, enigma, mistero, penetrando anche nel territorio dell'inconscio, furono i grandi valori dell'umanità rappresentati dal simbolismo, movimento manifestatosi dalla fine degli anni Ottanta dell'Ottocento alla vigilia della Prima guerra mondiale.
Attraversando due secoli riuscì a interpretare insieme gli entusiasmi e le inquietudini della cosiddetta Belle Époque, quell'inquietudine che investì sia la dimensione collettiva sia quella esistenziale.
A quel particolare orientamento espressivo che si manifestò nelle arti figurative - ma anche nella letteratura, nella poesia e nella musica - è dedicata la ricca, articolata e complessa mostra "Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra", a Palazzo Reale di Milano.
Nato come reazione all'avanzata della scienza e della tecnologia, al materialismo e al positivismo, il movimento simbolista, in reazione all'impressionismo, si orientò a cogliere e valorizzare la realtà interiore, profonda e suggestiva da evocare più che da descrivere. Quel mondo onirico che i pittori, influenzati dalla psicoanalisi di Sigmund Freud, rappresentavano sulle tele per trascendere l'apparenza. Ma non solo. Il loro idealismo si assimilò al pessimismo ?loso?co sviluppato da pensatori tedeschi come Schopenhauer o Nietzsche.
Il percorso, che si snoda lungo 24 sale al piano nobile del Palazzo, è suddiviso in 18 aree tematiche, dove per la prima volta dialogano opere di simbolisti stranieri e italiani, grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e a un'interessantissima selezione di grafica. In ogni stanza si è di fronte a esperienze stilistiche diverse, a seconda delle aree geografiche di appartenenza.
La rassegna, prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group e curata da Fernando Mazzocca, Claudia Zevi e Michel Draguet, affronta tre poli: franco-belga, nordico-germanico e italiano.
Punto di partenza del simbolismo, che si caratterizza attraverso la negazione e il rifiuto del reale ridotto alla semplice percezione intuitiva, fu l'opera "I Fiori del Male" di Baudelaire, emblema della caduta e del fallimento. Così, l'estetica nata sulla scia dello scrittore francese, si diffuse in tutta Europa attraverso molteplici sensibilità: da un nazionalismo legato alla ripresa del mito, Orfeo e Medusa, a un'esplorazione delle forze dell'inconscio, da espressioni demoniache e visioni trasformate in metamorfosi a una visione basata sul dinamismo della luce come acme della sensazione - soprattutto in Italia, dove il divisionismo apre la strada al futurismo -. Nel nostro Paese, il ritorno alla mitologia fu favorito anche dalla presenza e dall'in?uenza di pittori stranieri: in particolare Böcklin, Klinger, von Stuck, Klimt, conosciuti soprattutto durante le Biennali di Venezia, straordinarie occasioni di confronto internazionale.
"Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra"
Palazzo Reale - Piazza Duomo, 12 - Milano
3 febbraio - 5 giugno 2016
Orari: lunedì 14,30 - 19,30; martedì - mercoledì - venerdì - domenica 9,30 - 19,30; giovedì - sabato 9,30 - 22,30
Biglietti: intero 12 € - ridotto 10 €
Informazioni e prenotazioni: 02 54914
Catalogo: 24 Ore Cultura
www.mostrasimbolismo.it
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