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Culture
Cattelan torna a Milano e trasforma l’HangarBicocca in uno spazio esistenziale

Breath Ghosts Blind. Respiro, fantasmi e cecità. Questo il titolo della nuova, chiacchierata e già divisiva mostra di Maurizio Cattelan, che per la prima volta dopo undici anni torna alle scene museali milanesi con una personale. Un ritorno tanto atteso e carico di aspettative che, per la sua monumentalità artistica, trova la giusta dimensione negli spazi immensi del Pirelli HangarBicocca, pilastro portante fra i luoghi del contemporaneo in città.

Ufficialmente aperta al pubblico da oggi e accessibile in maniera gratuita fino al 20 febbraio 2022, la mostra curata da Roberta Tenconi e Vicente Todolí porta il nome delle uniche tre opere che la compongono e che ne scandiscono la narrazione in tre macro capitoli: creazione, vita e morte. La storia che Cattelan sceglie di raccontare è infatti la più antica che l’uomo abbia mai ascoltato, il decorso dell’esistenza dall’accendersi allo spegnersi della vita. Lungo la strada si incontrano gli interrogativi, forse volutamente retorici, sul senso dell’esistenza e sull’ineluttabilità della morte.

“Questi temi si intrecciano con l’ambizione di ogni artista di divenire immortale attraverso il proprio lavoro”, è il commento nero su bianco di Cattelan. “Ogni artista deve confrontarsi con entrambi i lati della medaglia: un senso di onnipotenza e di fallimento. È un saliscendi di altitudini inebrianti e discese impervie. Per quanto possa essere doloroso, la seconda parte è anche la più importante”.

Il Pirelli HangarBicocca assume così le sembianze di una cattedrale laica fatta di cemento e capriate metalliche, dove i tre spazi del percorso espositivo, denominati Piazza, Navate e Cubo, si convertono rispettivamente in transetto, navata e abside, in un percorso ciclico e solenne magistralmente illuminato da Pasquale Mari.

È Breath la prima opera che si incontra sulla via. Scultura in marmo bianco di Carrara raffigurante un uomo e un cane in posizione fetale, distesi uno di fronte all’altro. Nello spazio monumentale della Piazza, le due figure si ritagliano una minuscola conca fatta di luce ai nostri piedi, per condividere silenziosamente la stessa funzione vitale, nonché momento generativo dell’esistenza: il respiro.

Dopo di loro, dietro l’angolo (o meglio sulle travi), attendono i fantasmi. Installata lungo tutte le Navate, Ghosts è forse l’opera che ha più indispettito la critica all’inaugurazione. Le tassidermie dei piccioni che la compongono, infatti, suscitarono scalpore e ammirazione nel 1997 in occasione della 47esima Biennale di Venezia, quando vennero presentati la prima volta con il titolo Tourists, così come nel 2011 durante la 54esima Biennale, in cui presero il nome di Others. Nel luglio del 2021 però, dopo oltre un anno e mezzo di immobilità artistica e culturale scaturita dalla pandemia, non tutti sembrano cogliere di buon grado la riproposta di un’installazione vecchia 24 anni in una mostra così tanto attesa. Così, naso all’insù, alcune voci hanno lamentato con delusione il ristagno artistico, altre invece hanno taciuto, forse ammutolite dal familiare senso di straniamento e inquietudine che quelle tassidermie sanno dare.

Maurizio Cattelan, Blind, 2021. Courtesy Pirelli HangarBicocca 2Maurizio Cattelan, Ghosts, 2021. Courtesy Pirelli HangarBicocca

A chiudere il cerchio è Blind, un memoriale in resina nera alto diciotto metri e intersecato nella sommità con la sagoma di un aereo. Con quest’ultima opera, Cattelan riflette sulla morte portando ai nostri occhi l’immagine inconfondibile, entrata di prepotenza nel repertorio iconografico collettivo, del disastro delle Torri Gemelle. La torre investita da un aereo, già simbolo condiviso di perdita e dolore, diventa allora anche un modo per dare forma e colore al dramma umano più antico, quello dell’accettazione e dell’esorcizzazione della fine.

Maurizio Cattelan, Blind, 2021. Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021.Maurizio Cattelan, Blind, 2021. Courtesy Pirelli HangarBicocca

Maurizio Cattelan al Pirelli HangarBicocca. Il ritorno alle scene museali milanesi

“È per noi un grande onore ospitare Maurizio Cattelan”, è stato il commento di Marco Tronchetti Provera, Presidente di Pirelli HangarBicocca, spazio d’eccezione per il ritorno dell’artista padovano alle scene museali milanesi. “È il più grande artista italiano vivente. Le sue mostre, dall’Italia a Parigi, da New York all’Inghilterra, hanno lasciato un segno indelebile. È un artista che sa parlare al cuore, all’anima, che ci fa vivere le emozioni in modo diretto, toccante tal volta”.

Breath Ghosts Blind è la prima solo exhibition di Cattelan a Milano dopo un’assenza lunga oltre dieci anni. Distacco mai avvertito veramente dai milanesi perché, come si sa, di sue iniziative nel capoluogo lombardo se ne sono viste diverse, e ciascuna di essa ha dato tanto da parlare e da scrivere. Dal dito in Piazza Affari del 2010 al punto vendita della Sgrappa nel maggio di quest’anno, apprezzatissimo pop-up bar sui Navigli.

Con la mostra all’interno dell’HangarBicocca, Cattelan torna a fare parlare di sé. Stavolta lontano dai toni ludici della banana fissata con il nastro adesivo alla parete dell’Art Basel di Miami e più vicino a quelli solenni della Biennale di Berlino del 2006.

“Il suo lavoro trasforma una storia o un sentimento in un’esperienza visiva e spaziale”, sono le parole di Vicente Todolí, direttore artistico di Pirelli HangarBicocca e co-curatore della mostra insieme a Roberta Tenconi. “Per la mostra in Pirelli HangarBicocca Cattelan ha tramutato l’intera architettura del museo in una dimensione psicologica: in sintonia con la sequenza e la natura dei tre ambienti espositivi, le opere si presentano come i capitoli di un film o gli atti di una pièce teatrale, divenendo un unicum”.

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