Culture
Dai 'no vax' a Charlie Gard: la scienza è sotto attacco. E la sinistra tace
Siamo davanti a un pericoloso fenomeno culturale, politico e sociale: l'antiscientismo
Si respira un'acre aria nauseabonda di anti-scientismo dilagante nell'assordante, omertoso silenzio delle varie galassie di sinistra che hanno smarrito la parola laicità: lo si evince dalle sconnesse, furibonde campagne contro i vaccini, gli antibiotici e a breve contro le reazionarie sale operatorie, come si usava dire nel '68, e dalla riproposizione del dilemma sul fine vita: quand'è che ha inizio e quindi fine la vita umana.
Sotto attacco, al di là dei singoli raccapriccianti casi di un bimbo che muore di tetano o di morbillo o di rosolia o di un altro di appena dieci mesi, Charlie Grad, che, affetto da una gravissima malattia genetica incurabile è tenuto artificialmente in vita - vegetativa, dato che il cervello è inattivo - per cui i medici curanti del Gosh sono per staccare la spina contrariamente a chi vorrebbe sottoporlo a un trattamento sperimentale, che sarebbe risultato efficace sui topi, è il sapere e la conoscenza scientifica.
In altre parole ci si sta incamminando verso la negazione della scienza in generale e della scienza medica in particolare che per aver curato e debellato malattie un tempo mortali - tubercolosi, vajolo, tetano, peste e tante altre di natura infettiva che batteriologica - ha nel corso degli anni cambiato in meglio le condizioni di vita e salute degli esseri umani aumentandone il benessere fisico.
Si è davanti a un pericoloso fenomeno culturale, politico e sociale: l'antiscientismo, sostenuto da un populismo trasversale di destra ma che ha permeato la sinistra, un micidiale cocktail cui ingredienti sono fatti di quel tanto di nichilismo ideato da Friedrich Nietzsche che teorizzò l'eterno ritorno dell'uguale, per cui qualunque cosa si faccia o si pensi lo status quo è immodificabile, e di relativismo, miscelati all'onnipresente fondamentalismo religioso per cui si nasce con il peccato originale, con il Male dentro che solo il Bene può sconfiggere.
Un dejà vù. Vale a dire la rivolta a priori e senza alcuna selezione perseguita dal '68 contro ogni autorità e ogni forma di potere, persino l'autorevolezza venne scambiata per autorità e il sapere e la conoscenza vennero banditi perchè reazionari: bisognava esser ignoranti e non sapere e non conoscere per esser tutti uguali e soprattutto liberi da ogni oppressione sociale, così da portare la fantasia al potere.
Purtroppo l'esito dell'ondata, della sbornia sessantottina, da cui venne fuori l'antipsichiatria di Michel Foucault e Franco Basaglia che teorizzò, senza se e senza ma, la malattia mentale non esiste, è solo oppressione sociale, e lo psichiatra che propone un'idea di cura un fascista reazionario, furono la droga, il terrorismo, il ritorno nelle braccia di quel capitalismo cattivo che si voleva distruggere e ancor di più fu la restaurazione del primato assoluto della Religione. A conti fatti nel '68 ci fu una rivolta religiosa e antiscientifica.
E sempre in quegli anni fu definito il coma irreversibile, la cosiddetta morte cerebrale: fu elaborata da un comitato ad hoc della Harvard Medical School e i cui criteri divennero la base delle legislazioni nazionali per stabilire quando è lecito staccare la spina, ossia interrompere la vita artificiale, perchè il paziente è clinicamente morto in quanto è definitivamente compromessa l'attività del cervello, che entra in funzione con la nascita, con il venire alla luce, e di conseguenza il pensiero umano che non c'è più quando cessa l'attività della massa cerebrale.
Orbene anche questa certezza scientifica, come i vaccini, gli antibiotici e la malattia mentale che esiste, non è dovuta all'oppressione sociale, ma si produce nei rapporti interumani, in particolare nel primo anno di vita, e pertanto si cura e si guarisce, come ha dimostrato la lunga, affascinante, irripetibile storia dell'Analisi collettiva di Massimo Fagioli, basata sulla teoria della nascita, oggi si tenta di metterli in discussione: e non a caso si sente fortissima la presenza e il peso dei cosiddetti poteri forti che vedono nel progresso continuo della scienza, del sapere e della conoscenza, i nemici principali della loro struttura culturale, più che millenaria, su cui hanno fondato e fondano l'antropologia dell'uomo che deliberatamente la sinistra ha lasciato e ancora lascia nelle mani della Religione.