Culture

Fayrouz Al Asaad: "Palmira torna alla normalità e apre le porte al turismo".

Eduardo Cagnazzi

Diverse centinaia di famiglie sono tornate a casa, alcune scuole ed ospedali hanno ripreso a funzionare, così come i principali servizi. Ma la strada è lunga

L’antica città di Palmira, in Siria, comincia lentamente ad aprire le proprie porte al turismo. Riparte dopo un lungo lavoro di restauro che si è reso necessario dopo la distruzione con cariche di esplosivo e martelli pneumatici delle testimonianze del passato da parte delle milizie dell’Isis. I danneggiamenti avvennero tra il 2015 e il 2016, ma i combattimenti in quel territorio sono durati ben nove anni, con immagini drammatiche che fecero il giro del mondo. Per la fine del 2020 tutto dovrebbe tornare alla normalità, per quanto possibile. Lo ha detto ad Affaritaliani a Paestum,  a margine dei lavori della Borsa mediterranea del turismo archeologico, Fayrouz Al Asaad, archeologa e figlia di Khaled al-Asaad, direttore del museo di Palmira trucidato dalle milizie jiadiste, ospite della Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum. Fayrouz (nella foto al centro) si è trasferita a Berlino, ma ha lavorato come archeologa a Palmira. “Oggi quei momenti drammatici sono superati ma le ferite restano ancora sotto gli occhi di tutti. I terroristi miravano alla cultura, alla memoria, all’umanità. Rispetto ai mesi scorsi oggi c’è comunque maggiore sicurezza tra la popolazione dopo lo sminamento ad opera degli specialisti russi. Sono state rifatte le strade danneggiate, hanno ripreso a funzionare i principali servizi, come ospedali, energia elettrica e alcune scuole. Hanno già fatto ritorno alle loro abitazioni trecento-quattrocento famiglie, per la fine dell’anno ritorneranno altre”. Fayrouz spiega che il parco archeologico è adesso visitabile anche se ancora sfregiato, nelle scorse settimane due gruppi di turisti italiani l’hanno visitata rimanendo stupiti dalle imponenti vestigia del passato. “La ripresa di Palmira è merito dell’interessamento degli organismi internazionali, tra cui francesi, russi ed italiani che hanno restaurato e rimesso a posto quello che è caduto sotto i colpi dei miliziani. Grazie ad un progetto internazionale che ha visto anche la partecipazione italiana è stata ricostruita una copia del tempio di Baal con la più grande stampante 3D al mondo. L’edificio religioso, risalente a duemila anni fa, era dedicato a Bel, una delle principali divinità della mitologia fenicia, era formato da un colonnato contornato da un alto muro di cinta esterno, affiancato da un portico, da un ampio cortile interno, che un tempo completamente lastricato, e da due nicchie che contenevano la triade di divinità palmirene, Baal, Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna). E’ un miracolo che tutto questo sia avvenuto. Del resto -aggiunge Fayrouz- Palmira ai miracoli è abituata. In aramaico significa appunto miracolo”.

L’area archeologica è comunque ancora ferita. Il ministero della Cultura sta lavorando a un piano completo per restaurare l’intero territorio. Il piano, che prevede il monitoraggio con tecnica 3D, dovrebbe essere reso concreto per la fine del 2020. Quando la vita dovrebbe “diventare normale”. Denominata in antichità la “Sposa del Deserto”, Palmira ha rappresentato per secoli una sorta di crocevia per viaggiatori e mercanti che attraversavano le regioni desertiche della Siria. "Mio padre riposa in pace grazie all'Italia e alla commemorazione qui a Paestum", commenta Fayrouz. "Khaled vuol dire eterno e lui veramente vive per sempre grazie alla Bmta".