Culture

Festa della Donna: cinque figure femminili da riscoprire

di Chiara Giacobelli

La letteratura ci consegna i ritratti delle donne che hanno scritto la storia e hanno precorso i tempi

2)  L’illusione perduta di Mata Hari di Eva-Maria Bast (Tre60)

Il secondo personaggio di questo speciale dedicato alle donne si differenzia completamente dal primo, ma nulla perde in termini di fascino e forse qualcosa guadagna dal punto di vista del mistero. È arrivato nelle librerie di recente grazie a Tre60 un romanzo ben scritto, avvincente, ricco di dialoghi e di scene ambientate in un mondo elegante, raffinato, altolocato. È in questi salotti chic, tra coppe di champagne e pittori celebri (Gustav Klimt, per dirne uno), tra colti intellettuali (Stefan Zweig) e camerieri ossequiosi, che ancheggia come una dea Mata Hari, definita nella cover del libro una “danzatrice e femme fatale, intrigante e misteriosa, amante e spia”. Su di lei sono già stati scritti numerosi volumi, articoli, storie più o meno romanzate; sono stati realizzati film, opere di vario genere e soprattutto non sono mai terminati gli studi, perché tuttora questa donna che nel XX secolo incantò l’Europa intera, a cominciare da Parigi, continua ad avere dei lati oscuri, segreti che non sono mai stati svelati.

Mata Hari
 

Eva-Maria Bast, giornalista e pluripremiata scrittrice che si è già occupata in passato di figure storiche femminili come la regina Elisabetta, torna a farci sognare grazie alla sua scrittura corposa, dal ritmo serrato, intrisa di arte, cultura e atmosfere d’epoca. L’illusione perduta di Mata Hari è il titolo del romanzo che ha voluto dedicare a Margaretha Geertruida Zelle, la danzatrice indonesiana che, una volta approdata a Parigi, decise di farsi chiamarsi Mata Hari, ovvero sole nascente. Ed è proprio così che la giovane donna dal fascino esotico e dalle cadenze feline dovette apparire alla società altoborghese parigina, la quale non impiegò troppo tempo a impazzire per lei, per quei suoi balli licenziosi che la lasciavano coperta di soli veli e pietre preziose, per lo sguardo penetrante, per il concedersi, ma mai troppo. In breve diventa la stella più brillante non soltanto della Francia, ma dell’Europa intera: le voci su di lei si rincorrono oltre oceano, gli uomini la desiderano, i teatri la ingaggiano, ammaliati dalla sua sensualità orientale. Per alcuni anni Mata Hari sembra davvero essersi lasciata alle spalle la perdita del marito e dei figli, la caduta in disgrazia e il fallimento del suo matrimonio, ma sarà davvero così?

Il resto è storia. Oggi Margaretha è più conosciuta come spia capricciosa e scaltra che non per tutto ciò che realizzò nel periodo precedente; d’altra parte, è così che spesso accade: la memoria rivisita e manipola, modella e mistifica, talvolta coscientemente altre meno, fino a quando la leggenda si sostituisce del tutto alla realtà e della persona dietro al personaggio non resta ormai alcuna traccia. È proprio per questo che il libro di Eva-Maria Bast andrebbe letto: per la sua capacità di recuperare sotto a montagne di false storie, dicerie e pettegolezzi l’essenza di chi fu realmente Mata Hari. Anche l’autrice, come è naturale che sia, fa uso della propria fantasia per riempire i buchi e i passaggi mancanti, ma il suo obiettivo primario resta quello di restituirci un ritratto il più autentico possibile della più discussa eroina di ogni tempo.   

Lo consigliamo perché: è una storia che calamita l’attenzione del lettore, il quale avrà il piacere di addentrarsi negli angoli meno conosciuti della vita, delle ferite, delle gioie e delle fragilità della divina Mata Hari.