Culture

Festa della Donna: cinque figure femminili da riscoprire

di Chiara Giacobelli

La letteratura ci consegna i ritratti delle donne che hanno scritto la storia e hanno precorso i tempi

3)  Julie di Ida Amlesù (Sonzogno)

Restiamo in Francia ma torniamo indietro di qualche secolo, esattamente fino al 1686. La figura straordinaria e fuori dalle righe che riscopriamo in Julie, il nuovo romanzo della giovane e talentuosa Ida Amlesù edito da Sonzogno, è di certo meno conosciuta rispetto ai due precedenti, ma con una riserva. Se, infatti, pronunciamo il nome di Julie d’Aubigny, saranno in pochi a sapere chi fosse, quando visse e che cosa la rese celebre nella sua epoca; se, però, iniziamo a narrarne le vicende, ci accorgeremo subito di quanti elementi ci sembreranno familiari. Julie era infatti una giovane di nobili origini che tuttavia non volle mai essere sottomessa al rigido protocollo previsto dal proprio rango; a soli sedici anni era la migliore spadaccina della Francia, spudorata e borderline: non soltanto fu accusata di omicidio dal luogotenente La Reynie, ma diede molto da discutere nei salotti dell’epoca anche a proposito del suo sesso. Educata come un ragazzo, per molti anni fu al contempo una cantante lirica apprezzata a livello internazionale e un cavaliere ardito. Se ancora non fosse abbastanza, possiamo aggiungere che si innamorò perdutamente dell’italiana Cecilia Bortigali, sebbene non disdegnasse affatto la compagnia maschile. Insomma, non vi è ancora venuto in mente nessuno?

Julie
 

Il nome di Lady Oscar riecheggia nella mente di quasi tutti i lettori, per lo meno di quelli che erano soliti guardare uno dei cartoni animati più controversi della nostra infanzia. Ha detto a tal proposito l’autrice in un’intervista rilasciata a The Collector, testata per la quale lei stessa scrive come giornalista: “Il sospetto che la mangaku Riyoko Ikeda, documentatasi a fondo sulla Francia sei-settecentesca, nelle sue letture abbia incontrato e si sia lasciata ispirare dal personaggio di Julie non è del tutto peregrino. Non ci sono molte figure affini alla sua Lady Oscar nella storia francese, salvo alcune eccezioni – Giovanna d’Arco, il cavalier d’Eon e la d’Aubigny. Fra tutti, Julie è quella che si avvicina di più a Oscar”.

Che sia o meno andata così, Julie d’Aubigny – meglio conosciuta come Mademoiselle Maupin o La Maupin – resta una figura femminile di grande interesse e di estrema originalità, pertanto il romanzo della Amlesù possiede il merito, e forse anche il primato, di averne raccontato le gesta in una storia ampia, ben sviluppata. Di fantasia, anche in questo caso, se ne trova in abbondanza; d’altra parte, la vita de La Maupin è così poco documentata da rendere inevitabile il ricorso all’immaginazione per riempire le mancanze. Vi è però anche un substrato importante che poggia sulla verità storica, cosicché possiamo considerare a tutti gli effetti Julie un romanzo storico. Dalle parole dell’autrice nella nota finale al libro: “Sono stata minuziosamente esatta su gran parte della biografia della Maupin. Sono invece stata piuttosto opportunista nell’orchestrare la trama, perché il lettore potesse tirare le fila di tutto – cosa possibile con un romanzo, impossibile con un’esistenza”. Dunque, amanti o meno di Lady Oscar, Julie d’Aubigny è senza alcun dubbio una donna incredibile che vale la pena di conoscere meglio.  

Lo consigliamo perché: questo libro è l’opera matura, intrigante e ben scritta di una giovane autrice italiana che ha avuto il merito di studiarla, riscoprirla, raccontarla. Vi farà di certo trascorrere alcune ore piacevoli e arricchirà la vostra conoscenza della Francia del Seicento.