Culture

Indro Montanelli raccontato da un giovane scrittore, Paolo Di Paolo

La recensione di Alessandra Peluso

Complesso parlare di una personalità influente, di spessore, di un uomo che ha tessuto la storia vivendola come Indro Montanelli. È altrettanto difficile scrivere su Indro Montanelli, forse rischioso.

Tuttavia Paolo Di Paolo si dimostra coraggioso e deciso a compiere l'impresa, scrive “Tutte le speranze” (Rizzoli) e leggendolo si impara a conoscere e ad apprezzare un uomo, amante del suo lavoro di giornalista, serio, onesto; certamente una personalità ingombrante - per certi versi - perché difficile anzi impossibile tenere a freno, controllare, dominare o azzittire. Come accade alle personalità forti, che lottano per portare avanti le proprie idee, per non seguire il gregge.

È un bel lavoro quello che offre Paolo Di Paolo ai lettori, a chiunque non conoscesse o non avesse mai sentito parlare di Indro Montanelli.

Utilizzando una scrittura semplice, romanzata, intrisa di passione per la scrittura e il giornalismo, facilmente percepibile sin dalle prime pagine, quando appunto l'autore appena quindicenne si racconta: «mi recavo ogni mattina a comprare “Il Giornale”, a conservarne una copia con cura e devozione in quanto lì scriveva un signore ormai ottantenne.

Indro Montanelli era un uomo fuori dal gregge, l'ecce homo nicceano, l'uomo della rivolta di Camus, il flaunêr secondo Georg Simmel. Una persona di un'elevata onestà come pochi, e forse anche per questo, per il suo modo di scrivere netto, trasparente, sferzante che le sue opinioni erano esposte a critiche, dissapori, inimicizie e che nel suo lungo e intricato cammino Indro Montanelli ha dovuto fronteggiare.

Un esempio di coerenza con il suo essere lo ha dimostrato nel 1991 quando il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga gli propose la nomina di “senatore a vita” e Montanelli rispose: «Purtroppo il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente; questo mi impedisce di accettare l'incarico».

Emerge una storia avvincente, narrata da Paolo Di Paolo con estrema attenzione, percorrendo a ritroso nel tempo gli anni dal 2001, l'anno della morte del giornalista, sino al 1909.

È evidente in particolare una qualità che pone in auge Di Paolo: l'essere ostinato, paziente, deciso, convinto delle proprie idee, onesto perché raggiungere il proprio sogno si può. E in “Tutte le speranze” è imponente la speranza che tutto è possibile, se ci si crede.

Così il giovane scrittore riesce a parlare con il suo amatissimo giornalista su “Il Giornale”  e dà modo di scoprire dei punti di vista differenti sulla complessa e contraddittoria personalità quale è quella di Indro Montanelli.  «A chi non l'ha mai sentito nominare, mi piacerebbe raccontare la vita di Montanelli così: come un libro di Storia novecentesca privo delle conclusioni più facili da trarre, come il romanzo di un uomo imprudente, tenace, appassionato. Libero. Pieno di ombre, come chiunque di noi non sia sulla strada della beatificazione». (p. 25).         

È ammirevole il racconto che oscilla tra lo storico e il romanzato e anche per questo incanta “Tutte le speranze”, così come l'amore che l'autore nutre per Montanelli, suo modello che cerca di perseguire sin da giovanissimo ad oggi. Per nulla attempata la narrazione, Di Paolo non indugia, ma appare un ottimo conoscitore e soprattutto stimatore del giornalista, visto che ha in precedenza scritto anche altri testi su Indro Montanelli.  

Viene alla luce un uomo di talento, che ha il dono della scrittura vivace, chiara, inconfondibile, un uomo indipendente, libero e per questo propenso alla solitudine “che non esclude le amicizie, ma le rende più scelte, e perciò più preziose”. Ed è bellissimo e da imitare il modo in cui Paolo Di Paolo in “Tutte le speranze” insegue con convinzione il suo mito, un maestro, e come un “archeologo felice” si aggira nel passato per farlo rivivere a noi come un presente storico da non dimenticare.

Un giovane che non perde le speranze e invita i giovani a non farlo, a portare avanti le proprie idee, a credere in qualcuno, in se stessi, nei sogni e ad avere modelli integerrimi da seguire - siano essi di destra, di sinistra, o centro, purché onesti come l'esempio del grandioso giornalista Indro Montanelli.