Culture
Lagioia: "La Puglia ha detto no a Vendola. Il suo linguaggio era visionario, ora è ampolloso". E sul Pd e Grillo...
IL MONDO CULTURALE AL VOTO: LO SPECIALE
Carofiglio ad Affaritaliani.it: "Il centro-sinistra ha comunicato male in campagna elettorale..."
ALLA VIGILIA DEL VOTO
L'editore Stefano Mauri (Gems-Messaggerie) ad Affaritaliani.it spiega per chi andrà (e per chi non andrà) a votare: "Spero che i 'cani da guardia' del Movimento 5 Stelle non diventino cani da salotto come coloro che li hanno preceduti..." - (intervista pubblicata il 22 febbraio 2013)
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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Il giorno dopo, lo scrittore Nicola Lagioia, è sì deluso dal risultato elettorale, decisamente meno positivo rispetto alle previsioni per il centro-sinistra, ma preferisce guardare con concretezza alle difficili settimane che ha davanti il Paese: "Mentre i mercati ci osservano, andranno prese delle decisioni importanti. Tra l'altro, il Parlamento dovrà anche eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Servirà grande responsabilità da parte di tutti i partiti. Ecco perché prima di esprimere giudizi sul Movimento 5 Stelle di Grillo preferisco aspettare quel momento. Spero che si dimostrino all'altezza. Di certo i grillini non vanno demonizzati, e non va data a loro la colpa della sconfitta". No, Lagioia, intellettuale da sempre vicino alla sinistra, non ha certo votato Grillo alle elezioni ma, intervistato da Affaritaliani.it, manifesta tutta la sua preoccupazione per il futuro dell'Italia.

L'autore di "Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj" (minimum fax, 2001),
"Occidente per principianti" (Einaudi, 2004) e "Riportando tutto a casa" (Einaudi, 2009) alla Camera ha votato Sel ("Ho apprezzato il lavoro di Cecilia D'Elia") e ha sostenuto Zingaretti alle Regionali del Lazio. E motiva il risultato inferiore alle aspettative del Partito Democratico con gli errori comunicativi commessi in campagna elettorale: "Mi trova d'accordo l'analisi di Gianrico Carofiglio - nel box a destra l'intervista allo scrittore ed ex senatore del Pd, ndr). Lagioia racconta: "Venerdì ho assistito personalmente agli ultimi due appuntamenti elettorali romani del Pd, all'Ambra Jovinelli, e del Movimento 5 Stelle, in piazza San Giovanni. I ruoli sembravano invertiti. E' pur vero che la Prima Repubblica ci ha insegnato che la sinistra riempiva sì le piazze ma poi perdeva alle urne... eppure, a livello simbolico i ruoli sembravano invertiti. Mentre il Pd restava chiuso in un teatro, seppur importante per la storia del centro-sinistra, Grillo parlava alle piazze e alla pancia del Paese. Il Partito Democratico, invece, incontrava gli intellettuali. Al popolo preferiva Nanni Moretti...
Per lo scrittore, "in campagna elettorale il Pd ha commesso più di un errore tattico. Ad esempio, ha anticipato troppo le Primarie. Se si fossero svolte un mese fa, l'entusiasmo sarebbe durato fino al voto...". Lagioia non ha problemi ad ammettere che "Bersani e i suoi dalle Primarie in poi, credendo - come al solito... - di aver già vinto, hanno smesso di fare campagna elettorale. E l'hanno pagato. Il segretario non può non promettere niente in campagna elettorale. Senza essere demagogico, senza fare come Berlusconi ma, al contrario, imitando Obama, Bersani avrebbe dovuto far sognare i suoi elettori".
Inoltre, secondo l'intellettuale "al centro-sinistra è totalmente mancato lo storytelling". E non solo: "Il Partito Democratico è stato incapace di far immaginare un futuro possibile agli italiani".

Nicola Lagioia, editor della collana di narrativa italiana Nichel di minimum fax, negli ultimi anni è stato spesso "avvicinato" alla cosiddetta "primavera pugliese" e a Nichi Vendola, suo simbolo. Il leader di Sel, del resto, ha dato molto spazio alla cultura e alla creatività giovanile durante i suoi due mandati da Governatore, in Puglia. Pur vivendo, lavorando (e votando) a Roma da alcuni anni, Lagioia, barese, non ha certo dimenticato la sua Regione. E manifesta così tutta la sua amarezza: "Vendola non è più quello di un tempo. Da una parte l'alleanza con il Pd, dall'altra l'esercizio del potere, lo hanno cambiato. Vendola non ha retto l'urto. Tre anni fa avrebbe vinto le Primarie, perché il suo linguaggio era positivamente visionario. Ma la sua narrazione ha smesso di essere avvincente, il suo linguaggio è diventato ampolloso, quasi stucchevole".
Visti i risultati elettorali, quindi, per Lagioia la "primavera pugliese" è finita? "So solo che Vendola ha perso, e che farebbe bene ad ammetterlo. Quello della Puglia mi è sembrato proprio un 'no' a Vendola. Da una parte mi dispiace, perché ovviamente tra lui e il centro-destra preferisco decisamente il leader di Sel, ma mi fa arrabbiare che tutto il centro-sinistra non riesca ad ammettere pubblicamente la sconfitta".
Lo scrittore ed editor torna infine sulla preoccupazione manifestata all'inizio. "Non sarò certo io a consolare Bersani e Vendola, che ora raccolgono i cocci. Ripeto, mi interessa solo che tutti i partiti si dimostrino responsabili e che in questa fase pensino al bene dell'Italia. Il mondo ci sta guardando, la nostra fragilità spaventa le altre economie. Rischiamo di diventare la mina vagante...".