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Culture
Marc Chagall: "Colore e magia", la mostra ad Asti
Portrait de Vava

“Un bel giorno (ma tutti i giorni sono belli), mentre mia madre con la pala stava infornando il pane, la afferrai per il gomito bianco di farina e le dissi: Mamma, voglio fare il pittore”, inizia così la favola lirica di Marc Chagall, l'artista che ha costruito attraverso i suoi dipinti e scritti un universo personale, uno spazio poetico e fantastico in cui tutto è possibile. Fra figure umane che divengono esseri volanti, slitte che scivolano sopra le nuvole, musica di violino che risuona fra i tetti, i soggetti della sua arte sono curiosi esseri bicefali, donne con teste di capra, gatti dal volto umano. I galli si possono cavalcare, gli asini camminano sui tavoli e gli innamorati si accarezzano dolcemente sotto mazzi di fiori colorati. Contemplare i dipinti di Chagall riporta alla mente proprio le sensazioni che si provano quando ci si innamora, quando ci sembra di fluttuare in aria. Le sue tele sono una vera e propria evocazione dell’esperienza emotiva dell'innamoramento. Magia e sogno sono restituiti attraverso colori squillanti e dalle sfumature intense; prendono vita paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che affollano la fantasia dell’artista. In questi giorni proprio questo regno fantasmagorico rivive ad Asti dove è visitabile, presso Palazzo Mazzetti e fino al 3 febbraio 2019, la mostra Marc Chagall. Colore e magia.

Il punto di visita del percorso espositivo è duplice: cronologico e tematico, con una sequenza continua di capolavori tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, che trasportano nel mondo ideale di Chagall, un universo che suscita stupore e meraviglia, dove convivono i ricordi dell’infanzia e della giovinezza, le fiabe, gli animali, il rapporto con la poesia, la religione ebraica e la guerra. L'esposizione comprende 153 opere, provenienti anche da collezioni private e inedite, giunte in Italia dopo il successo di pubblico già riscosso dalla mostra a Seul. L'artista, fra i più amati del XX secolo, vede le sue opere conservate nei più importanti musei del mondo (dal Centre Pompidou di Parigi al Guggenheim di New York). L'esposizione di Asti s’inserisce in un percorso di più ampio respiro, volto a migliorare e potenziare l’offerta culturale e museale della città piemontese: grazie alla recente nascita della Fondazione Asti Musei, progetto voluto e sostenuto dalle istituzioni locali con l'obiettivo di conservare, tutelare e valorizzare i beni presenti sul territorio di indubbio valore storico e artistico.

Attraverso un mondo permeato di simboli e leggende, dove il sogno è la dimensione predominante, Chagall crea il suo stile personale e difficile da classificare nonostante vi si riscontrino elementi del cubismo, del fauvismo e dell’orfismo, l’opera di Chagall non è inquadrabile tout court in nessun dei movimenti d’avanguardia. L’originalissima lingua poetica di Chagall nasce infatti dall’unione delle tre culture a cui appartiene: la cultura russa, la cultura ebraica e la cultura occidentale. L’infanzia viene evocata in diverse tele, tra cui Villaggio Russo, esposta nella mostra Colore e Magia. Realizzato in Francia nel 1929, il dipinto raffigura una scena di Vitebsk, la cittadina a cui l’artista tornava continuamente con il pensiero ed è presente in molte sue creazioni. Nell’illustrazione delle Favole di La Fontaine, altro lavoro presente nel percorso espositivo, Chagall si rifà alla tradizione russa delle icone e ai lubki, le colorate stampe popolari accompagnate da una semplice didascalia, tradizionalmente usate per istruire e informare il popolino e gli analfabeti.

Anche La Bibbia rappresenta una fonte d’ispirazione costante per Chagall, un tema a cui fa ritorno più volte nel corso della sua carriera. A tal proposito, la mostra di Asti propone non solo una serie d’incisioni colorate a mano a tema biblico, ma anche due gouache intitolate En route, l’âne rouge (In cammino, l’asino rosso) e David et Goliath (Davide e Golia). Il testo sacro mette in connessione Chagall con le sue radici più profonde, con l’infanzia trascorsa nella comunità ebraica di Vitebsk, con i sentimenti dell’amore e della fratellanza. Dalla tradizione visiva dei manoscritti ornati l'artista trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera.

Per quanto riguarda invece l'ascendenza della cultura occidentale Chagall assimila nella sua pittura dall’opera dei grandi pittori della tradizione come Rembrandt, agli artisti delle avanguardie che frequentava in modo assiduo. Clown e acrobati si riaffacciano nelle tele, che rimandano ai giorni del circo a Vitebsk, quando tra musica e giocolieri il pittore sognava una vita da artista bohémien ma ancora di più agli spettacoli del Cirque d’hiver parigino in cui l’artista si godeva quel magico mondo di animali, trapezisti, luci e lustrini. In quelle occasioni, seduto tra il pubblico, Chagall disegnava incessantemente, come dimostra la scena raffigurata nella gouache Il pittore e l’acrobata, presente nell'esposizione. Per concludere non poteva mancare il tema che forse descrive nel modo più completo l'assoluta peculiarità e originalità dell'artista: l'amore. Fra quadri come Les amoureux à l’âne bleu (Gli innamorati con l’asino blu) e Le Rêve (Il sogno), l'esposizione Marc Chagall. Colore e magia accoglie la poesia, racconto d’artista, attraverso scene d’amore e fiori, sempre insieme in immagini che evocano il paradiso. Il matrimonio come unione spirituale di due anime, tema fondamentale nel lavoro di Chagall, viene rappresentato in Les mariés et l’ange (Gli sposi e l’angelo), altro capolavoro che spicca all’interno del percorso espositivo.

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