Culture

Michele de Lucchi, il celebre architetto protagonista al Museo del Novecento

ANDREA CIANFERONI

Michele De Lucchi è il protagonista del settimo appuntamento con il ciclo Il Tavolo dell’Architetto che vede coinvolti celebri architetti contemporanei

Michele De Lucchi è ilM

Michele De Lucchi è il protagonista del settimo appuntamento con il ciclo Il Tavolo dell’Architetto curato da Laura Andreini - che vede di volta in volta coinvolti celebri architetti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo. De Lucchi Earth Stations (22 novembre 2019 - 30 aprile 2020) è un progetto di ricerca nato nel 2018 concentrato sull’evoluzione del concetto di funzione nell’architettura e sul bisogno di edifici simbolici rappresentativi. Una ricerca anticipata dai Templi per la Natura che avevano lo scopo di celebrare attraverso luoghi iconici la natura nelle sue manifestazioni più straordinarie. Ripensare al senso sociale dell’edificio è un pensiero che per De Lucchi viene da lontano. Già nel libro “12 racconti con casette” De Lucchi si immagina un’architettura inserita in una serie di paesaggi con l’intento di comunicare speranza e ottimismo. Come lui stesso dice: “una delle domande che mi pongo frequentemente è cosa vogliono veramente gli uomini? Cosa diamo all’uomo?”. Ecco che dalla esperienza delle casette intagliate con la motosega, simbolo di una ricerca sul tema dell’abitare, si arriva con le Earth Stations ad una evoluzione più ampia legata sempre al tema dell’abitare e alla qualità della condizione di vita dell’uomo sulla Terra, ma questa volta ampliata di scala e legata al rapporto Uomo-Natura-Tecnologia. Le prime Earth Stations, chiamate Originals, si riferiscono a nuovi luoghi di lavoro ed edifici per servizi pubblici. Nella versione Many Hands si immaginano cinque tipologie di Stazioni, una per ogni condizione climatica – desertica, temperata, continentale, polare, tropicale – che hanno come scopo quello di amplificare il significato del rapporto dell’uomo con la Terra. Nuove visioni architettoniche non più distanti dalla loro funzione ma che aiuteranno l’uomo a sviluppare sempre di più la sua attitudine allo scambio reciproco e a ogni forma di creatività e artigianalità.  Il sistema delle Earth Stations nasce dall’analisi di progetti di edifici che mescolano funzionalità distinte, che già esistono e che chiamiamo Here and Now, il “Qui ed Ora”. I Temples for Nature (2017) anticipano ed esprimono lo spirito del progetto Earth Stations, sono hotel pensati per luoghi straordinari dove ammirare e celebrare la natura nelle sue forme più estreme. Le Originals (2018) definiscono e portano avanti i principi della filosofia Earth Stations immaginando nuovi spazi di lavoro e d’intrattenimento. Le Many Hands (2019) riscoprono ed esaltano l’abilità umana di costruire edifici monumentali con le sole mani di molti uomini. Le Education Stations (in corso) sono spazi di apprendimento innovativo, dove lo scambio di nozioni tra insegnanti e alunni è circolare. “In un mondo in continuo cambiamento l’architettura produce strutture di passaggio da cui partire per destinazioni future - spiega Michele De Lucchi - Le Earth Stations sono una nuova tipologia di edifici pensati per favorire le relazioni umane. Sono monumenti all’uomo e per l’uomo che utilizzano le conoscenze umanistiche e tecnologiche per creare condizioni di vita migliori in un contesto di responsabilità per il mondo naturale e sociale. Non sono basi spaziali da cui partire per Marte, Giove o la Luna. L’introduzione di tecnologie digitali e l’arrivo di piattaforme di intelligenza artificiale, una volta controllate, ci eviterà il lavoro burocratico e ci consegnerà tempo libero da dedicare ai rapporti umani, alla cura della persona, della mente e della creatività individuale. Nelle Earth Stations si concentrano molte funzionalità in un unico luogo, a favore della sostenibilità e della qualità delle relazioni private e pubbliche. L’attrattività simbolica della loro forma esterna e la monumentalità degli spazi interni sono i paradigmi necessari affinché siano ammirate e vissute, capaci di attrarre e destare orgoglio e meraviglia”. 

Michele De Lucchi – biografia È stato tra i protagonisti di Alchimia e Memphis. Ha disegnato arredi per le più conosciute aziende italiane ed europee. È stato responsabile del Design Olivetti dal 1988 al 2002. Ha realizzato progetti di architettura in Italia e nel mondo tra cui edifici culturali, direzionali, industriali e residenziali. Per Deutsche Bank, Deutsche Bundesbahn, Enel, Poste Italiane, Hera, Intesa Sanpaolo, UniCredit e altri Istituti italiani ed esteri ha progettato ambienti di lavoro e corporate identity. Ha sviluppato importanti progetti di hôtellerie a Tbilisi (Georgia), a Pechino (Cina), sul complesso del Rokkō-san (Giappone) e in varie parti d’Italia. Ha disegnato edifici e sistemi espositivi per musei come la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino e le Galleria d’Italia a Milano. Nel 2000 è stato insignito della onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi. Nel 2001 è stato nominato Professore Ordinario presso lo IAUV a Venezia. Nel 2006 ha ricevuto la Laurea ad Honorem dalla Kingston University. Dal 2008 è Professore Ordinario presso la Facoltà del Design al Politecnico di Milano e Accademico presso l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Nel 2018 è stato direttore della rivista “Domus”. Michele De Lucchi è fondatore e parte di Amdl Circle, un cerchio interdisciplinare di progettisti innovatori. Dal 2018 la ricerca di Amdl Circle si concentra su Earth Stations, una nuova tipologia di edifici che utilizzano le conoscenze umanistiche e tecnologiche per favorire le relazioni umane.