Culture
Milano Design Week 2019: BIG ospita “Gio Ponti. A Lifestyle Cell”
Inaugurata in Borsa Italiana la mostra “Gio Ponti. A Lifestyle Cell”. Jerusalmi:”Ci piace ricordare l’artista e il contributo che ha dato a Palazzo Mezzanotte”
In occasione del Fuori Salone 2019 BIG (Borsa Italiana Gallery) accoglie “Gio Ponti. A Lifestyle Cell”, una mostra, curata da Gio Ponti Archives su progetto di Francesca Pini, che sintetizza la concezione di spazio del celebre artista milanese.
“Allegra severità” fatta di forme nette e contorni definiti che uniscono il nuovo con l’antico, tra art nouveau e razionalismo: queste le linee stilistiche caratterizzanti nelle opere del poliedrico Giovanni Ponti, famoso architetto, saggista e designer milanese, conosciuto semplicemente come Gio. Creativo in perenne sperimentazione artistica, Ponti si cimentò nel disegnare macchine del caffè, porcellane, posate, scenografie teatrali, lampade, sedie, e persino gli interni di transatlantici, fino ad arrivare alla grande architettura effigiata nel equilibrato curtain wall del Grattacielo Pirelli. Un uomo che sapeva abitare il proprio tempo e che sapeva esattamente quale fosse la strada da seguire, la quale avrebbe condotto, secondo le sue profetiche parole “dalla pesantezza alla leggerezza, dall’opacità alla trasparenza, dal corruttibile all’incorruttibile, dall’aggregazione all’unita”.
L’iridescenza della sua produzione è stata emblematicamente sintetizzata nello spazio di BIG (Borsa Italiana Gallery) dove le forme pontiane rivivono nella mostra “Gio Ponti. A Lifestyle Cell”.
La mostra, ispirata alla grande esposizione “Tutto Ponti, Gio Ponti Archi-Designer” del Musée Des Arts Decoratifs a Parigi, intende ricreare plasticamente lo “spazio ideale” dell’artista, evidenziando le sue opere più caratterizzanti e dialogando con l’intervento realizzato negli anni 20’ proprio in Palazzo Mezzanotte, nel quale trionfa la ceramica maiolicata, prodotta dalla manifattura milanese di S. Cristoforo.
A tal proposito Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana, ai microfoni di Affaritaliani.it ha spiegato:”Gio Ponti ha inciso in Palazzo Mezzanotte delle maioliche molto belle che raccontano la storia delle merci, difatti l’aria nelle quali sono collocate era proprio quella destinata alla Borsa Merci di Milano. Queste godono di un ottimo stato di conservazione e sono rimaste straordinariamente integre. Ci è sembrato molto opportuno fare un evento che ricordasse l’artista, e soprattutto il suo contributo al nostro palazzo”. L’attenzione verso il valore dell’arte si evidenza in Borsa Italiana proprio nel progetto “Finance for Fine Arts”, nel quale la mostra s’inquadra. A tal proposito Jerusalmi ha sottolineato: “Il pilastro su cui si regge il progetto è quello di contribuire al patrimonio artistico italiano, aiutando grazie a tutto il nostro netwotk di stakeholders a restaurare le opere più importanti che sono custoditi nei musei italiani e che spesso fanno fatica a trovare risorse per il restauro.”
Jerusalmi, Borsa Italiana:"BIG, contenti di ricordare Gio Ponti"
Dirigendoci verso l’installazione, ci accorgiamo immediatamente di essere davanti a un classico: gli oggetti, con le proprie affordance, chiamano ancora a sé lo spettatore, suggerendo la completa attualità e vivibilità dello spazio raccontato dal silenzioso e presente linguaggio delle cose.
Salvatore Licitra, responsabile del Gio Ponti Archives, ci guida all’interno dell’ambiente che definisce “irreale”. Il pavimento, realizzato per la mostra dalla Ceramica di Vietri Francesco De Maio, è un pavimento della collezione Blu Ponti. Si tratta di uno dei 33 disegni ideati per le stanze dell’Hotel Parco dei Principi di Sorrento che raffigura il celebre labirinto, disegno simbolo di Ponti. L’architetto fu il primo al mondo a progettare un hotel di design, da lui interamente decorato, in ogni particolare, dai pavimenti, ai mobili, al trampolino della piscina, e nel quale ogni stanza si differenzia per le geometrie. Il connubio tra pittura a mano e geometria è stata realizzata nel pavimento con l’ausilio di una griglia geometrica, ci spiega Lisitra.
Sopra al pavimento dominano le due poltrone in velluto azzurro per il treno di lusso ETR 300 – Settebello delle Ferrovie dello Stato Italiane, create negli anni ’50 in collaborazione con l’architetto Giulio Minoletti come espressione di design rappresentativo di un nuovo stile di vita dopo che Ponti aveva realizzato gli arredi dei terminal Alitalia di Roma e New York. Sulla destra una elegante toeletta con gambe sottilissime a sezione romboidale e piani in vivace laminato blu, presentata nel 1957 all’11° Triennale di Milano, realizzata per Ponti da Giordano Chiesa. In quest’oggetto è quanto mai evidente la concezione di eleganza e di “forma finita”, caratterizzante anche della celebre “Superleggera”. Sulla toiletta sono poste due iconiche mani in ceramica realizzate per Richard Ginori dalla Manifattura di Doccia. A completare la “cellula” dedicata all’architetto e designer un campione originale di stoffa degli anni ’50, ed in particolare la Tenda “Estate”. Un’altra stoffa colpisce invece il visitatore già dall’entrata, per il vivace cromatismo e la minuziosità dei dettagli che vi si ripetono. Lisitra, un po' commosso, ci spiega che l’opera è suggestivamente intitolata “L’armadio magico”, che riprende probabilmente il titolo di un libro di poesie realizzare da Lisa Ponti, la madre di Licitra, nonché figlia maggiore dell’artista. Salvatore Licitra ha poi aggiunto ad Affaritaliani.it:” Ponti può essere interpretato come un artista ma anche come un regista, perché faceva da interfaccia tra arte, artigianato, design, industria: aveva la capacità di promuovere la produzione, di instradare le ditte, di allevare nuove leve di produttori e di artigiani. Questa sua rete di contatti lo rende prezioso in quanto testimone di un Paese straordinario. Questo modo di leggere il personaggio lo troviamo anche in ammiratori lontani, come nell’attenzione dei giapponesi o degli americani che riconoscono nell’artista l’espressione della cultura italiana ampia, aperta, disponibile, moderna e proiettata verso il futuro”.
Licitra, Gio Ponti Archives:"Gio Ponti, creatore, regista e promotore"
Secondo Francesca Pini , curatrice dell'esposizione, è proprio “la visione totalizzante e la concezione che tutto sia un flusso e che non esista una distinzione netta tra le decorazioni e l’architettura” a rappresentare la nota stilistica più moderna e avanguardista di Gio Ponti. La curatrice, intervistata da Affaritaliani.it, ha altresì aggiunto: “L’iniziativa è nata da questo intervento straordinario che vedete proprio qui alle mie spalle. È un intervento che riguarda la ceramica al quale ci siamo idealmente legati. Abbiamo creato una cellula di Lifestyle, per mettere in evidenza i diversi modi con i quali l’artista ha concepito l’idea dell’Interior Design, quindi dell’abitare o anche del muoversi su un treno”.
La manifattura che realizzò le maioliche in Palazzo Mezzanotte, realizzò anche il busto di donna in mostra, di cui esistono pochissimi esemplari al mondo, realizzato da Ponti nel 1923 (formatore Gigi Supino). Francesca Pini ha spiegato: “Questa magnifica scultura di maiolica invetriata, che io considero una ‘Madonna Laica’, ha un sorriso molto enigmatico che ci spinge a chiederci se sia ironica o perfida, ma è bellissima e perfetta, di un biancore che esalta tutta la stanza”, concludendo “È un mondo del bello, Gio Ponti ci dice che dobbiamo allenare il nostro occhio al bello”.
Pini, Curatrice:"Gio Ponti ci dice che dobbiamo allenare l'occhio al bello"
E' stato inoltre presentato il testo di Gio Ponti “Una scelta capricciosa non è mai di buon gusto”, edito da Henry Beyle, tratto da un articolo di Ponti per il Corriere della sera del 19 settembre 1951. La mostra è stata resa possibile anche grazie al sostegno di Molteni & C, impegnata da tempo nella riedizione degli arredi disegnati da Gio Ponti, e dell’azienda Francesco De Maio, licenziataria esclusiva per la riproduzione fedele e la promozione dei 33 decori bianchi e blu che Gio Ponti realizzò tra il 1960 e il 1962 per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento. Un video su Gio Ponti, realizzato da Francesca Molteni e Muse Factory, completa infine la mostra, raccontandone lo spirito visionario.