Culture

Mostra, viaggio sensoriale nella vita di Frida Kahlo alla Fabbrica del Vapore

di Simonetta M. Rodinò

Dall’esposizione di alcuni abiti simili a quelli indossati dalla Kahlo alla ricostruzione di due ambienti di Casa Azul

Sopracciglia incolte, lunghi capelli neri, spesso raccolti in trecce, rose tra i capelli, anelli, bracciali, collane colorate di giada e ampie gonne ricamate, della tradizione popolare messicana, ben identificano Frida Kahlo con le origini del suo Paese.

Non a caso in diversi autoritratti, tra i circa 150 realizzati, la pittrice si raffigura con il velo tehuana, tipico abbigliamento dell’etnia zapoteca, compreso nella regione di Oaxaca, Chiapas, Tabasco e Veracruz.

“Frida Kahlo. Il caos dentro”, da sabato alla Fabbrica del Vapore di Milano, non è una mostra che raccoglie le tele dell’artista nata nel 1907 a Coyoacán, a sud di Città del Messico, ma un breve viaggio, spesso tecnologico, che lambisce l’esistenza travagliata fisicamente e tormentata sentimentalmente della pittrice.

Dall’esposizione di alcuni abiti simili a quelli indossati dalla Kahlo alla ricostruzione di due ambienti di Casa Azul dove si compì quasi interamente la sua vita – a parte una parentesi americana -: la camera con il letto a baldacchino sul quale fu fissato uno specchio, per permetterle di studiare il proprio riflesso, (“Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio”, affermava) e l’atelier dove trovano posto il grande cavalletto, pennelli, colori, pastelli, gessetti e la sedia a rotelle.

Da alcuni ritratti fotografici in bianco e nero realizzati con la sua inseparabile Rolleiflex dal fotografo colombiano Leonet Matiz Espinoza (1917- 1988) di una Frida ormai più che trentenne, a una piccola sezione dedicata a Diego Rivera. Che tra i tre grandi muralisti, con José Clemente Orozco, con lui leader del Rinascimento Murale Messicano, e David Alfaro Siqueiros, sperimentò grandi affreschi murali dalle cromie accese, ritraendo spesso scene della Rivoluzione messicana d’inizio secolo.

Sulle pareti si alternano le proiezioni di ventisette pannelli murali che compongono il Detroit Industry Murals (Detroit, 1932), sull’impero di Ford interpretato da un’angolazione marxista dell’autore, il Pan American Unity Mural, preparato per una mostra d’arte a (San Francisco, 1940) e Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central (Città del Messico, 1946-1947), in cui Rvera si ritrae bimbo mentre cammina nell’Alamada Central accompagnato da più di 100 personaggi emblematici di oltre 3000 anni di storia messicana. Marito della Kahlo, condivise un appassionato e travagliato rapporto di amore, di dolori, di tradimenti, di gioie.

Una selezione di una quindicina tra i più conosciuti autoritratti dell’autrice è presentata attraverso le riproduzioni in formato modlight - particolare forma di retroilluminazione omogenea -, mentre sei litografie acquerellate di Diego Rivera rappresentano scene di vita quotidiana.

In una saletta multimediale 10D lo spettatore si trova a divenire passeggero di un breve viaggio, spesso movimentato, su un tram che percorre strade e paesaggi attraversati un tempo dalla stessa Kahlo. Che amava posare per le fotografie, la cultura popolare, le bambole, i burattini di legno, gli animali in ceramica, le collane colombiane… bere mezcal… Morì nella sua casa a 47 anni. Embolia polmonare o suicidio?

 

FABBRICA DEL VAPORE - Via Giulio Cesare Procaccini,  4 - Milano

10 ottobre - 28 marzo 2021

Infoline: 388 / 8507930

Orari: tutti i giorni lunedì/venerdì 09,30 - 19,30; sabato, domenica e festivi 09,30 - 21,00

Ingressi: intero feriali €15 euro • intero weekend e festivi € 17 euro

www.mostrafridakahlo.it