Culture
Nobel Letteratura 2018 e 2019 alla polacca Tokarczuk e all'austriaco Handke
Per il Nobel per la Pace in corsa Greta, il premier etiope e un capo indigeno
Nobel: premio Letteratura a Tokarczuk e Handke
Il premio Nobel per la letteratura 2018 e' andato alla scrittrice polacca Olga Tokarczuk e per il 2019 all'austriaco Peter Handke. Olga Tokarczuk e' stata premiata per la sua "immaginazione narrativa che con enciclopedica passione rappresenta l'attraversamento dei confini come forma di vita". Il premio Nobel per la letteratura 2019 e' stato assegnato a Peter Handke "per un lavoro influente che con ingegnosita' linguistica ha esplorato la periferia e la specificita' dell'esperienza umana".
NOBEL: OLGA TOKARCZUK, CON IL ROMANZO 'I VAGABONDI' LA CONSACRAZIONE INTERNAZIONALE
La scrittrice polacca Olga Tokarczuk ha conquistato piena consacrazione internazionale con il romanzo "I vagabondi" (tradotto in italiano da Bompiani) che le è valso il Man Booker International Prize 2018, il più prestigioso premio letterario di lingua inglese. L'opera è un inno al cambiamento, che è "sempre più nobile della stabilità". La narratrice che ci accoglie all'inizio di questo romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell'Oder, desiderava una cosa sola: essere una barca su quel fiume, essere eterno movimento. È questo spirito-guida che ci conduce attraverso le esistenze fluide di uomini e donne fuori dell'ordinario, come la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per seppellirlo a casa; come l'anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca; come Soliman, rapito bambino dalla Nigeria e portato alla corte d'Austria come mascotte, infine, alla morte, impagliato e messo in mostra; e un popolo di nomadi slavi, i bieguni, i vagabondi del titolo, che conducono una vita itinerante, contando sulla gentilezza altrui. Come tanti affluenti, queste esistenze si raccolgono in una corrente, una prosa che procede secondo un andamento talvolta guizzante, come le rapide, talvolta più lento, come se attraversasse le vaste pianure dell'est, per raccontarci chi siamo stati, chi siamo e forse chi saremo: individui capaci di raccogliere il richiamo al nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi e ci trasforma, perché ''il cambiamento è sempre più nobile della stabilità''.
NOBEL: PETER HANDKE, AUTORE SPERIMENTALE AL SUCCESSO CON LE PROVOCAZIONI
Lo scrittore austriaco Peter Handke, Premio Nobel per la Letteratura del 2019, è considerato tra i più importanti autori contemporanei ed è noto per vari e provocatori successi teatrali ("Insulti al pubblico", 1966; "Kaspar", 1968) e per alcuni romanzi ("Breve lettera del lungo addio", 1972; "Infelicità senza desideri", 1972; "La donna mancina", 1976), opere che hanno caratterizzato sia il clima fenomenologico del nouveau roman della neoavanguardia europea, sia quella sorta di minimalistica estenuazione psicologica tipica della crisi dello sperimentalismo di fine Novecento. Peter Handke è nato a Griffen, in Carinzia, il 6 dicembre 1942 e attualmente vive a Chaville, nei pressi di Parigi. Fra le numerose opere tradotte in Italia, figurano "Infelicità senza desideri" (Garzanti, 1976), "Esseri irragionevoli in via d'estinzione" (Einaudi, 1976), "La donna mancina" (Garzanti, 1979), "L'ora del vero sentire" (Garzanti, 1980), "Lento ritorno a casa" (Garzanti, 1986), "Il cinese del dolore" (Garzanti, 1988), "Saggio sulla stanchezza" (Garzanti, 1991), "Saggio sul juke-box" (Garzanti, 1992), "Saggio sulla giornata riuscita" (Garzanti, 1993), "Canto alla durata" (Einaudi 1995, ultima edizione Collezione di poesia 2016), "Il mio anno nella baia di nessuno" (Garzanti, 1996), "Un viaggio d'inverno" (Einaudi, 1996), "Appendice estiva a un viaggio d'inverno" (Einaudi, 1997), "In una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa" (Garzanti, 1998), "Lucia nel bosco con quelle cose lì" (Garzanti, 2001) e "Un disinvolto mondo di criminali" (Einaudi, 2002). Handke ha inoltre firmato la sceneggiatura di alcuni film con il regista Wim Wenders, tra cui spicca "Il cielo sopra Berlino" (1987). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 2009 è stato insignito del Premio Franz Kafka.
NOBEL PER LA LETTERATURA, DISATTESI I PRONOSTICI DELLA VIGILIA
Alla vigilia i favoriti erano Anne Carson, Maryse Condé, Can Xue: tutto rosa, almeno secondo le previsioni, il podio del Premio Nobel della Letteratura. Per la prima volta, a Stoccolma, l'Acccademia Svedese annuncerà per la prima volta due vincitori insieme: per il 2018 (non è stato conferito un anno fa) e per 2019. Dopo lo scandalo per molestie che tra il 2017 e il 2018 ha travolto e condannato il marito di una ex giurata, il fotografo e regista Jean-Claude Arnault, portando a una serie di dimissioni nell'Accademia, il premio era stato sospeso e rimandato a quest'anno. In testa tra le superfavorite, secondo gli scommettitori e i circoli letterari svedesi interpellati dalla stampa svedese, c'era la poetessa e saggista canadese Anne Carson (in italiano pubblicata da Donzelli e Bompiani); al secondo posto la romanziera francese originaria del'isola di Guadalupe Maryse Condé (in catalogo da E/O), e al terzo la scrittrice cinese Can Xue, lo pseudonimo di Deng Xiahoua (Theoria). Al quarto posto c'era il primo uomo della lista ed è l'ormai eterno candidato al Nobel, il giapponese Murakami Haruki, seguito nella quinta posizione dal keniota Ngugi Wa Thinog'o. Tra la sesta e la decima posizione si collocano per i bookies la russa Lyudmila Ulitskaya, l'acclamata canadese Margaret Atwood, l'ungherese Nádas Péter, la statunitense Marilynne Robinson e la polacca Olga Tokarczuk.
Nobel per la Pace: in corsa Greta, premier etiope, capo indigeno
La giovane attivista ambientalista svedese, Greta Thunberg, il leader indigeno brasiliano, Raoni Metuktire, e il premier etiope, Abiy Ahmed, sono in testa alla lista dei papabili per il Premio Nobel per la Pace che verra' assegnato domani a Oslo. La 16enne svedese ha iniziato poco piu' di un anno fa uno sciopero scolastico settimanale davanti al Parlamento di Stoccolma chiedendo misure contro i cambiamenti climatici, un'azione che ha dato origine al movimento globale "FridaysForFuture". Thunberg, diventata famosa in tutto il mondo, e' stata accolta dai leader mondiali e ha parlato alcune settimane fa al vertice dell'azione per il clima delle Nazioni unite, diventando a tutti gli effetti leader globale nella lotta per il clima, una delle questioni piu' attuali. Se venisse scelta, diventerebbe la piu' giovane vincitrice nella storia del Nobel, battendo la pakistana Malala Yousafzai, che lo vinse nel 2014 all'eta' di 17 anni. La rosa dei candidati include altri nomi legati alla lotta per l'ambiente, tra cui Raoni Metuktire, figura emblematica contro la deforestazione in Amazzonia e referente del popolo Kayapo, nonche' uno dei finalisti del Premio Sakharov 2019 per la liberta' di coscienza del Parlamento europeo. Sempre in tema di ambiente, l'impegno per far rispettare l'accordo di Parigi potrebbe valere il prestigioso riconoscimento alla premier neozelandese Jacinda Ardern, che si e' contraddistinta anche nella gestione della risposta all'attacco terroristico contro le moschee di Christchurch.Tuttavia un ostacolo al Nobel "ambientale", potrebbero essere i criteri che il magnate svedese, Alfred Nobel, il fondatore, scrisse ai suoi tempi: deve riconoscere coloro che contribuiscono "al gemellaggio dei popoli e all'eliminazione o alla riduzione delle armi, nonche' formare o promuovere congressi di pace". Anche se il comitato norvegese per il Nobel non si e' sempre completamente adattato a questi criteri e gia' in passato riconobbe la lotta per l'ambiente, con la kenyana Wangari Maathai (2004) o Al Gore e Rajendra Pachauri (2007).
Un altro dei nomi piu' gettonati tra i candidati e' quello del premier etiope, Abiy Ahmed, promotore dello storico accordo di pace con l'Eritrea. Anche l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), l'Unione per le liberta' civili in America (Aclu), la Coalizione internazionale per l'accesso alla terra e l'ong del Comitato internazionale di soccorso sono quotati dai bookmaker. E ancora: l'elenco dei candidati comprende l'ex analista della Cia, Edward Snowden, e diversi rappresentanti russi come Svetlana Ga'nushkina dell'organizzazione Memorial; il quotidiano "No'vaya Gazeta", Sergey Kovaliov, Lilia Shibanova, Ludmila Alexeeva, l'Ong Agora e l'avvocata cecena Lidia Yusu'pova. Il Consiglio artico, il libanese Hajer Sharief, la cancelliera tedesca Angela Merkel, l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, Papa Francesco, il saudita Raif Badawi e Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, sono anche loro tra i 'papabili'. Le liste pero' in realta' non sono altro che speculazioni, perche' solo se i nominati lo rendono pubblico si puo' conoscere l'identita' dei candidati: il comitato norvegese per il Nobel non conferma i nomi fino a quando non e' passato mezzo secolo e diffonde solo il numero totale dei candidati, 304 quest'anno (219 individui e, il resto, organizzazioni). Tra i nominati e' stato quindi reso noto che ci sono i primi ministri macedone e greco, Zoran Zaev e Alexis Tsipras, di comune accordo per risolvere la disputa tra i loro Paesi; lo chef spagnolo Jose' Andre's, per il suo lavoro umanitario nelle catastrofi naturali e i sauditi Loujain al-Hathloul, Abdullah al-Hamid e Nassima al-Sada. Quattro persone che hanno ricevuto il premio Nobel per la pace - la birmana Aung San Suu Kyi, il timorese Jose' Ramos-Horta, il sudcoreano Kim Dae-jung e l'iraniana Shirin Ebadi - avevano ricevuto anni prima il premio per i Diritti umani della fondazione norvegese Rafto, che nel 2019 -se questo puo' valere come previsione- ha scelto l'economista siriano-libanese Rouba Mhaissen. Il premio Nobel per la pace dell'anno scorso e' andato al congolese Denis Mukwege e all'irachena Nadia Murad, premiati per "i loro sforzi per porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra e nei conflitti armati". Il Premio per la Pace e' l'unico dei sei ad essere assegnato fuori dalla Svezia, a Oslo, per espresso desiderio di Alfred Nobel, dal momento che allora la Norvegia faceva parte del regno svedese.