Giorgio de Chirico, le sue "Immagini metafisiche" tra Schopenhauer e Nietzsche
"Giorgio de Chirico. Immagini metafisiche" di Riccardo Dottori, in libreria per La Nave di Teseo a quarant'anni dalla morte del grande pittore della Metafisica
Un alone di mistero incombe su tutti i quadri di Giorgio de Chirico. I suoi quadri sono enigmi, come vengono appunto chiamati dallo stesso pittore: città vuote, assenza umana, solo statue, ombre, manichini o maschere che abitano la scena, e sullo sfondo il vuoto dello spazio cosmico, illuminato da una luce irreale che finisce poi nel buio, l’immagine del nulla. Questa immagine del nulla cosmico sotteso alle altre immagini stende su tutto un velo inquietante di angosciosa malinconia, così che le immagini enigmatiche divengono immagini metafisiche. Un libro che getta finalmente luce sul mistero delle rappresentazioni enigmatiche della Metafisica di de Chirico sulla base di una minuziosa indagine semiotica dei quadri e di una approfondita ricostruzione storica delle fonti filosofiche del pittore, che sono prima Schopenhauer e poi fondamentalmente Nietzsche, di cui de Chirico legge “Così parlò Zarathustra” nell’estate del 1910, venendo colto da un autentico rapimento nella lettura, che è stato all’origine della sua grande arte.
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