Culture
Scompartimento n° 6, un film sulla sincerità e l'accettazione di se stessi
Mettete da parte supereroi e vicende sdolcinate: non perdete "Scompartimento n. 6", un film vero e sincero nelle sale a Natale
Scompartimento n° 6, in viaggio con il destino: recensione del film
Già l’incipit del film promette bene. Il regista finlandese Juho Kuosmanen che ringrazia chi sta guardando in sala dicendo che il cinema vive grazie a loro. E’ un film per chi ama il cinema questo Scompartimento n° 6, Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes di quest’anno. Ambientato in Russia è un film che non ha una trama vera e propria, non ci sono azioni e reazioni, nulla di tutto questo. O meglio, la storia è al servizio del caso, sarà infatti il caso a muovere i due protagonisti che si incrociano su un treno che li sta portando da Mosca al porto artico di Murmansk.
Sembrano personaggi in cerca d’autore, non hanno velleità, la ragazza finlandese va all’inseguimento dei segni della storia per capire meglio il presente, il ragazzo russo invece va alla ricerca di un lavoro ma forse più semplicemente di se stesso. Entrambi non cercano un approccio, non hanno un fine, sono diffidenti l’un l’altro, lei cerca anche di scappare. Ma il filo del caso la riporta a lui, senza un perché. Non fingono mai, qui sta tutta la potenza del legame che si viene a creare, è un film sulla sincerità e senza gli inutili orpelli sentimentalistici.
Il contesto post sovietico degli anni ‘80 (quindi pre social), la situazione estrema (la Russia gelida e lontana), oltre al girato in pellicola sono tutti elementi che cristallizzano ancora di più questa unione tenuta insieme dal filo resistente del mistero. Non ci sono dichiarazioni d’amore, sguardi suadenti, solo un innato spirito di sopravvivenza accettandosi per quello che si è non per quello che si deve essere. È un film di sottrazioni non facile da digerire perché alla fine resta l’amaro però, come accade nelle poesie più belle, non manca nulla e riesce a riscaldare il cuore.