Culture
Scrivere romanzi al tempo di Grillo e dell’Italia confusa e in crisi… L’inchiesta
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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Sono settimane confuse, non solo politicamente. In quest’Italia arrabbiata e in recessione, senza governo e senza direzione, in cui sempre più famiglie faticano a intravedere un futuro possibile, dove il tasso di disoccupazione giovanile cresce di mese in mese (e in cui il precariato rappresenta la condizione esistenziale dominante ormai per più di una generazione), quali scelte fanno i nostri romanzieri? Ce n’è qualcuno che sta provando a raccontare questa fase delicatissima, con stili, punti di vista e sguardi letterari diversi? Tra i nostri narratori, giovani e meno giovani, chi si confronta (direttamente o indirettamente) con la crisi economica e sociale, e cerca di capire quei milioni di italiani che alle ultime elezioni hanno votato in massa il Movimento 5 Stelle (oppure quelli che, smentendo gran parte dei sondaggi, hanno continuato a dare fiducia a Berlusconi)? La risposta è sì: i romanzi “attuali” e allo stesso tempo scritti con l’ambizione di resistere al tempo non mancano, ma trovano ben poco consenso tra i lettori (a parte poche eccezioni). In classifica dominano infatti i cosiddetti “libroidi”, i soliti autori-bestseller, le trilogie pseudo-erotiche, semmai i saggi sull’attualità (vedi, ad esempio, il successo – che continua – di “Sua santità” di Nuzzi e del dialogo tra Grillo, Casaleggio e Fo, entrambi pubblicati da Chiarelettere) o, ancora, i sempre più numerosi libri autobiografici che raccontano storie di dolore e rinascita (qui l’inchiesta di Affaritaliani.it sulla tendenza legata a quei testi che i più cinici “marchiano” come strappalacrime e consolatori…) e inoltre, come ha raccontato La Lettura, i numerosi romanzi che descrivono i rapporti familiari (con scelte diverse tra autori e autrici, come ha notato Paolo Di Stefano)… E ancora, dopo che nel 2012 le librerie (alle prese da tempo con un deciso rallentamento delle vendite, che purtroppo sta proseguendo in questi primi mesi del nuovo anno) sono state invase da copertine piene di “segreti”, quest’anno, come ha scritto su Repubblica Valeria Parrella, a dominare sembra essere il “tu” (sulla nuova moda dei titoli che danno del tu al lettore ha ironizzato sulla Stampa Mario Baudino)…
E la narrativa che si ostina a immergersi nell’Italia sperduta e che trova ben poco spazio nelle classifiche di vendita, invece, che vie sceglie? Prima di provare a trovare delle risposte, vanno fatte almeno un paio di premesse: la storia della letteratura di tutti i tempi e di tutti gli angoli del mondo ha dimostrato che si può raccontare il proprio tempo anche guardando al passato (o al futuro); e inoltre, “narrativa d’attualità” non è per forza sinonimo di qualità (anzi, per restare all’Italia, è difficile trovare grandi romanzi che raccontano bene e con profondità un determinato tempo, soprattutto nella nostra letteratura dell’ultimo quindicennio)… Tra l'altro, un autore che citeremo tra pochissimo, Walter Siti, ha appena pubblicato per Nottetempo un breve saggio, "Il realismo è l’impossibile". Secondo lo scrittore e critico, "la realtà cui aspira il realismo in letteratura non ha nulla di verosimile. Solo dando al lettore qualcosa in piú o in meno di quel che si aspetta, l’autore può infondergli quel senso di incertezza che la realtà produce". E soprattutto, scrive Siti, "il realismo non è una copia ma un conflitto, una tensione irrisolta e ineliminabile...". Un punto di partenza imprescindibile.

SITI E BUSI - Quest’anno, a giocarsi la vittoria del premio Strega 2013 (qui gli ultimi retroscena che abbiamo raccolto), potrebbero essere due libri che fanno senz’altro i conti con il presente: in "Resistere non serve a niente" (Rizzoli) Siti mette su carta l'ansia di "possedere il mondo" e il "fascino dei soldi". Il protagonista del suo romanzo lavora nel mondo della finanza, in cui non mancano certo corruzione e perversioni, come abbiamo potuto constatare negli ultimi anni. "Non sono un esperto di economia, ho preso solo le informazioni che mi erano necessarie per scrivere. Noto soltanto che la finanza è superiore alla politica dei singoli Stati e che nessuno al mondo per ora riesce a fermarla. Sono curioso di vedere come una psicologia di massa, che in Occidente si era formata per decenni intorno all’affluenza economica e a una virtualità onnipotente, si trasformerà se il livello di vita dovrà economicamente abbassarsi in modo drastico. Se resisterà la democrazia e se l’economia illegale verrà combattuta con decisione e con qualche possibilità di seria riuscita", ci aveva spiegato Siti in quest’intervista. E movimenterà senz’altro la corsa allo Strega anche “El especialista de Barcelona” (Dalai) di Aldo Busi, tornato al romanzo dopo oltre dieci anni con un testo stilisticamente provocatorio, ma perfettamente calato in questi tempi confusi, che ambisce a restare e che ha più livelli di lettura.

BRANCATI - Daniela Brancati, giornalista e dirigente d’azienda nel settore della comunicazione, è stata la prima donna direttore di un telegiornale nazionale italiano: il Tg3, nel ‘94. Il 22 marzo esce per Laurana "Il coyote liberò le stelle", lanciato dalla casa editrice dell'editor Gabriele Dadati come "il primo romanzo in Italia che davvero porta il lettore dietro le stanze segrete della politica italiana, mostrandone i meccanismi...". La protagonista del libro è Luisa Alunni, giovane e bella funzionaria che lavora a Roma nella direzione nazionale di un grande partito: Sinistra Unita. Che, come tutti i grandi partiti, è caratterizzato da forti contraddizioni interne... Un romanzo, quindi, che guarda da vicinissimo alla tanto discussa “politica di palazzo”...

TARGHETTA - Qualche anno fa andavano di moda i romanzi italiani sul precariato (ma quelli riusciti furono ben pochi): qualche mese fa, Isbn edizioni ha proposto un testo unico nel suo genere, "Perciò veniamo bene nelle fotografie", debutto di Francesco Targhetta accolto molto bene dalla critica: un esperimento letterario coraggioso, un “romanzo in versi” che racconta la crisi e le difficoltà dei giovani attraverso una nuova forma di poesia. Sicuramente, Targhetta senza volerlo ha scritto un libro perfetto per capire il punto di vista dei giovani precari in questi mesi di rabbia e avanzata del Movimento 5 Stelle (anche se, ovviamente, in "Perciò veniamo bene nelle fotografie" di Grillo non si parla affatto).

GIAGNI - E sempre qualche mese fa, è uscito un altro ottimo debutto, "L'estraneo" (Einaudi Stile Libero), libro duro ambientato nell'estrema periferia romana. L’autore è Tommaso Giagni, romano classe '85, che in quest’intervista aveva ammesso: “Ho sempre frequentato gente di ogni estrazione socio-culturale, bazzicato i quartieri più diversi, ho preso quello che più mi interessava da ciascun contesto. Capita a me, di sentirmi estraneo nei luoghi in cui vivo, e credo capiti a tante persone. La definizione di sé, in un momento storico come questo, viene difficile: se non c’è la politica, se le chiese si svuotano, se la globalizzazione annulla le specificità, in quanti possono sentire di appartenere a qualcosa?”.
COVACICH - Esce in questi giorni “L'esperimento” di Mauro Covacich, che la responsabile della narrativa italiana di Einaudi Paola Gallo, intervistata da Affaritaliani.it definisce “un libro sottile e profondo, che descrive benissimo il male di questa Italia depressa e impazzita, e la sua pena, e la sua rabbia, e la sua consolazione, e la sua possibilità di riscatto. Ti fa sentire sulla pelle una quantità di cose che sei abituato a vedere per la strada, o a leggere sui giornali, senza che ti tocchino altrettanto profondamente. Dove il disagio sociale disegna un filo di follia individuale e collettiva”.
PRESTA – Dalia Oggero, che lavora alla narrativa italiana dello Struzzo con Paola Gallo, cita il caso dell’ultimo romanzo di Marco Presta, “Il piantagrane”: “E’ un precipitato d'intelligenza, comicità e indignazione. Il piantagrane è un uomo comune, un mite vivaista con la scoliosi, per l'esattezza. E innesca senza rendersene conto una rivoluzione sbalorditiva in un'Italia sempre più alla deriva. La sua sola presenza cambia il mondo, perché il piantagrane ha il potere, terribile, di raddrizzare ciò che è storto. E' un'autentica miccia umana. Un pericolo enorme per tutte le società occidentali”.
MONDADORI - Giulia Ichino, editor della narrativa italiana della Mondadori che abbiamo intervistato, è convinta che "tutta la narrativa rifletta i tempi in cui nasce, esplicitamente o per antitesi, per adesione o per ribellione". E argomenta: "Ho l'impressione che oggi basti uno sguardo ai banchi delle librerie, reali e virtuali, per leggere i segni della crisi nella produzione di fiction: nei contenuti e nelle scelte di publishing. Come sempre, crisi significa involuzione, sofferenza, declino ma anche cambiamento e creatività. Oggi ci parlano della crisi i romanzi di evasione e di genere, super-rassicuranti, ma anche in modo ben più sottile molta dell'ottima letteratura nazionale che continua a esprimersi con energia". E quindi annuncia: "All'inizio del prossimo anno Mondadori pubblicherà l'esordio di uno scrittore bolognese, Nicola Barilli, intitolato Italia in autunno: un romanzo che racconta in modo originale e assolutamente non vittimistico la generazione dei ragazzi che affrontano il futuro in questi tempi di profonda incertezza".
DOMANIN – Giuseppe Genna, scrittore e editor de Il Saggiatore, ci suggerisce l'uscita, a giugno, de “La legge di questa atmosfera”, il nuovo libro di Igino Domanin, che "presenta un testo realmente distopico sull'Italia attuale, in cui si fanno esplodere luoghi simbolici di Milano per creare un'architettura delle rovine, che lentamente risucchia tutto il terziario avanzato (pr, archistar, organizzatori di eventi, casta politica locale e nazionale) e poi tutta la popolazione, in uno stato neoprimitivo". Il libro di Domanin è "un'allegoria precisissima di quanto capita oggi".

BERTANTE - E’ in uscita il 20 marzo per Rizzoli “Estate crudele” di Alessandro Bertante: nel romanzo, in cui l’autore si confronta con la decadenza umana, la fine dei valori e l’apocalisse quotidiana, non c'è una diretta riflessione né su Grillo né sulla attuale congiuntura politica, ma l’attenzione si concentra sulla delusione (e la confusione) di chi oggi ha 40-45 anni e nella Milano degli anni ’80, invece, aveva tentato di lottare. Di quei sogni, però, non è rimasto nulla…
BARTOLOMEI - Qualche settimana fa e/o ha pubblicato “We are family” di Fabio Bartolomei, una commedia al tempo della crisi, che racconta la storia di una famiglia che non riesce ad arrivare alla fine del mese e del piccolo Al Santamaria, un genietto, che cerca di trovare una via d’uscita… Del presente difficile, dunque, la narrativa italiana contemporanea sa anche ridere.
MORICI - E sempre e/o, ad aprile 2012, ha proposto “L’uomo d’argento”, romanzo distopico di Claudio Morici, che si apre con un’apocalisse economica, definitiva: il lavoro è finito e il mondo si è fermato; c’è solo una città che sopravvive, ma si tratta di una comunità basata su alcol e promiscuità, svuotata da ogni preoccupazione e progettualità. E’ la nuova terra promessa per ex programmatori ed ex architetti, ex banchieri ed ex direttori marketing... Una vera e propria ondata migratoria alla rovescia con fenomeni di razzismo e discriminazione, dove gli abitanti vivono scroccando ai “Nuovi Arrivati”…
DE CARLO – Andrea De Carlo sin dagli anni ’80 è autore di romanzi di successo, e per la prima volta, con il recente “Villa Metaphora” (Bompiani), ha deciso di raccontare i vizi e la corruzione del potere degli ultimi anni. Il risultato è un lungo romanzo (oltre 900 pagine), dalla complessa costruzione, molto diverso da quelli a cui l’autore ha abituato i suoi tanti fedeli lettori.

ARGENTINA - "Per sempre carnivori" di Cosimo Argentina (in libreria per la collana Nichel di minimum fax), è uno dei romanzi più riusciti di questo inizio di 2013 (qui la nostra recensione). Pur essendo ambientato alla fine del secolo scorso, questo testo violento, grottesco e a suo mondo anche tragicomico, descrive benissimo la rabbia e la rassegnazione che oggi crescono soprattutto nel Sud dell’Italia. Argentina ci trascina in un Salento invernale, periferia dimenticata, popolato da uomini senza più speranze. Un libro che spiega tante situazioni difficili con cui ancora oggi il Meridione d’Italia convive.
SANTAROSSA – E merita di essere citato anche il recente “Viaggio nella notte” (Hacca edizioni) di Massimiliano Santarossa, già autore di “Storie dal fondo”, “Gioventù d’asfalto”, “Hai mai fatto parte della nostra gioventù?” e “Cosa succede in città”. Santarossa, cantore delle periferie più aspre del nord-est italiano, questa volta racconta l’incubo del lavoro in fabbrica. Un viaggio nelle nuove schiavitù dei giovani operai di oggi (che non votano più a sinistra, ma il Movimento 5 Stelle). Un altro romanzo che sa entrare nello stato d’animo di tanti giovani che non si sentono rappresentati.