Culture
Selvaggia Lucarelli in libreria con "Dieci piccoli infami". Leggi un estratto
Esce per Rizzoli il nuovo libro di Selvaggia Lucarelli "Dieci piccoli infami. Gli sciagurati incontri che ci rendono persone peggiori"
Dopo il successo di "Che ci importa del mondo", torna in libreria la penna romantica e corrosiva di Selvaggia Lucarelli con "Dieci piccoli infami. Gli sciagurati incontri che ci rendono persone peggiori": dieci racconti, uno per personaggio, in una sorta di blacklist ironica, profonda e divertente
La migliore amica che tradì la sua fiducia dopo cinque anni, quelli delle elementari, di complicità ininterrotta e simbiosi pressoché totale. Un parrucchiere anarchico, poco incline all’ascolto delle clienti e molto a gestire taglio e colore in assoluta libertà. Il primo ragazzo a essersi rivolto a lei chiamandola gentilmente “signora”. Un ex fidanzato soprannominato Mister Amuchina per la sua ossessione paranoide verso l’igiene e l’ordine, prima che un incidente ponesse provvidenzialmente fine all’asettica relazione. La suora che avrebbe voluto fare di lei la prima “Santa Selvaggia” della storia.
Sono solo alcuni dei personaggi inseriti da Selvaggia Lucarelli nella sua personalissima blacklist, un girotondo di piccoli infami che, più o meno inconsapevolmente, l’hanno trasformata anche solo per pochi minuti in una persona peggiore. Dopo il grande successo di "Che ci importa del mondo", suo romanzo d’esordio, Selvaggia Lucarelli ci consegna un libro scritto con sincerità, autoironia e con il suo inconfondibile stile corrosivo.
Perché "Dieci piccoli infami" non è solo una rassegna di incontri sciagurati ma un’autentica resa dei conti: con i mostri più o meno terribili in cui inciampiamo nella vita e anche un po’ con la nostra capacità di riderne e di (non riuscire proprio a) perdonare.
SELVAGGIA LUCARELLI è scrittrice, editorialista per “Il Fatto quotidiano” e protagonista di numerosi programmi TV, tra cui Ballando con le stelle. È senza dubbio la donna più influente del web italiano, e forse anche la più temuta. Dai suoi profili social e sulla prima pagina del “Fatto” scrive con tagliente ironia di politica, media, costume e società. Nel 2014 ha pubblicato con Rizzoli il suo primo romanzo, "Che ci importa del mondo".
MISTER AMUCHINA: LEGGI UN ESTRATTO SU AFFARITALIANI.IT
Mister Amuchina fece la sua prima apparizione nella mia vita con una cavalleria che mi parve merce rara, nonché indizio di una delicatezza d'animo ormai perduta. Mi inviava fiori con bigliettini carichi di promesse d'amore eterno e senza inciampi, si struggeva di malinconia quando partivo per lavoro, non lasciava la mia mano neppure mentre guidava la sua Bmw lucida e immacolata. Io ero reduce dalla storia con un tizio che aveva inviato l'sms "Oggi quella rompicoglioni di Selvaggia è a Roma, ci vediamo a casa tua, bomberona?" a me, quindi quell'amore tenero e travolgente pareva una benedizione celeste. L'approdo naturale della faccenda fu che Mister Amuchina, una sera di settembre, mi guardò negli occhi con la palpebra a mezz'asta da innamorato marcio e mi domandò con un filo di voce: "Ti va di venire a vivere con me?". Certo che mi andava. Sarei andata con lui pure a tirar su un muretto di cinta in campagna, a sminare campi in Mozambico, a pulire durian in Birmania. E così fu. Ad appena due mesi dal nostro primo, casuale incontro davanti all'edicola del suo quartiere, io e lui condividevamo la stessa targhetta sul citofono e un loft di tre piani nel centro di Milano, a pochi passi da piazza Liberty. Il loft, chiaramente, era suo, anche perché io in quel periodo non avevo un euro, vivevo in un monolocale in periferia con mio figlio piccolo e c'erano dei giorni in cui mi sentivo Erin Brockovich prima di vincere la causa con la Pacific Gas & Electric. Già. Perché mi ero dimenticata di aggiungere un tassello importante di questa vicenda: Mister Amuchina aveva generosamente aperto le porte del suo loft non solo a me ma anche al mio piccolo uomo nato da un matrimonio ormai morto e sepolto.