Culture

Sulla necessità di leggere un libro

di Alessandra Peluso

Leggere cambia la vita! È necessario dirlo, con voce autorevole, e avere il coraggio di raccontalo per far capire a molti che la lettura dei libri è terapeutica. Probabilmente non basta, non dico che sostituisca il ruolo di un valido psicoterapeuta, psicanalista o consulente filosofico ma supporta, conforta, aiuta a guardarsi dentro, a soffermarsi, riflettere. Personalmente amo leggere, amo i buoni libri e molte delle letture hanno svolto una funzione terapeutica; insomma è come se fossi andata ad una seduta psicanalitica dove ci sono Io (paziente) ed Io (medico-mentore). È fantastico l'aiuto che danno i libri, è sorprendente la loro fedeltà e l'amicizia che ripongono e pretendono da te. Eh sì, perché un libro è anche un amico fedele, una compagnia: uno scambio di opinioni tra te e te stesso, a volte anche in modo animato senza ferirti. Può sembrare assurdo, ma avverto una mancanza forte, un senso di inquietudine quando mi capita per qualche giorno di non leggere un libro. Sto male e appena posso scappo in libreria e prendo la mia droga: un libro sia esso di poesie e/ o romanzi che destano l'interesse del mio Io. Ebbene sì la lettura è anche una droga, l'unica della quale tutti dovremmo farne uso e abuso tanto regala solo benessere. Ma leggere un buon libro ha anche la capacità di cambiarti la vita come è accaduto a “Marco Bertocchi fino a qualche mese fa lavorava in banca, in una filiale di Bergamo. Per quindici anni ogni mattina ha raggiunto il suo ufficio dove svolgeva le mansioni da cassiere. La sera, rientrato a casa, conduceva la classica vita da scapolo. Dopo cena erano i social network a fargli compagnia. Ed è proprio tramite una piazza virtuale che il nostro amico banchiere ha modo di venire a conoscenza dell’esordio letterario di Fausto Romano, giovane attore e regista galatinese. Incuriosito dalla copertina e dalle recensioni che esaltavano il romanzo, Marco decide di acquistarlo. Trascorre così una notte intera a leggere il libro accompagnato da una buona musica. Giunto al termine non può fare a meno di lasciarsi andare in un pianto liberatorio. La lettura di “Grazie per aver viaggiato con noi” (Lupo Editore) non aveva fatto altro che consentire a Marco di riflettere sulla sua vita e accorgersi che non gli piaceva. - Ho guardato al protagonista del romanzo, il dottor Severini, e ho pensato che anch’io potevo fare come lui. Anch’io potevo salvarmi - . Marco ora vive a Guadalupe, lavora e vive in un piccolo albergo, gli manca la cucina italiana ma in compenso ha conosciuto donne bellissime. Ora è contento perché felice di essersi riscoperto vivo”. (Paola Bisconti, in “Linkiesta”). Vi sembra un miracolo? È una realtà da definire miracolosa che accade ogni qualvolta la lettura di un libro agisce profondamente in ognuno, penetrando e attraversando la superficie, l'epidermide per raggiungere la sensibilità e toccare le corde dell'anima. I libri aiutano ora più che mai sono convinta di questo e mi auguro che accada a molti ciò che è successo al signor Marco Bertocchi, in modo che uomini e donne si sentano gratificati della loro esistenza e gli scettici si mostrino invece propositivi a comprendere che la cultura non solo fa mangiare ma addirittura fa vivere una vita che valga la pena di essere vissuta. A tal proposito il giornalista Enzo Quarto scrive: «Contro il logorio della vita moderna leggete un libro!». Aggiungo: «E non solo, contro il logorio di voi stessi leggete un libro!». Buona lettura e buona Vita a tutti!