Cura di sé

Oggi è la giornata contro il rumore. I 3 consigli per proteggere l'udito

Una strada pesantemente trafficata “vale” 85 decibel, così come un ristorante affollato e rumoroso. Una sirena dell'ambulanza 120, 117 una partita di calcio allo stadio, 112 le cuffie con la musica alta, 110 la discoteca, da 95 decibel in su un motociclo, tra 50 e 75 una lavatrice... La nostra vita di tutti i giorni, soprattutto se si vive in città, è dominata dal rumore. Un grande sottofondo che la densificazione edilizia e l'avvento di una società delle 24 ore ha reso sempre più presente. E anche potenzialmente pericoloso per la salute.

L'esposizione prolungata a un rumore superiore a 85 dB, secondo l'agenzia federale americana Niosh (The National Institute for Occupational Safety and Health), oltreché stress, può infatti causare danni all'udito, anche permanenti. Secondo la Niosh il tempo massimo di esposizione a 85 dB è di otto ore, prima che cominci a diventare dannoso. A 110 dB, il tempo massimo di esposizione è un minuto e 29 secondi.

I dati sono stati diffusi dal Center for Hearing and Communication (CHC) in occasione della ventesima Giornata internazionale contro il rumore, che si celebra in tutto il mondo il 29 aprile.

«In generale - spiega il dottor Flavio Arnone, otorinolaringoiatra del Centro Medico Santagostino - un'esposizione prolungata nel tempo anche sopra i 70dB è già problematica, ma anche l'esposizione prolungata a rumori inferiori è dannosa». Stare alla larga da questo tipo di rumori è la forma di prevenzione più efficace e – quando non se ne può fare a meno per ragioni di lavoro - «è sempre necessario indossare cuffie di protezione, che sarebbero prescritte dalla legge per molte categorie lavorative, ma che purtroppo non sempre vengono usate».

«Il rumore eccessivo», spiega Arnone, «danneggia la coclea, in particolare vengono danneggiate le cellule più vicine all'ultimo degli ossicini che trasmettono i suoni, la staffa, che sono sensibili alle alle alte frequenze. Questi traumi possono poi portare, alla lunga, alla morte di queste cellule, quindi accelerando il calo di udito fisiologico dovuto all'età che avanza».

TRE CONSIGLI:

1 - Quindi per chi vive e soprattutto lavora in ambienti molto rumorosi è importante ricorrere a forme di protezione.

2 - Ma anche evitare di “stressare” ulteriormente l'apparato uditivo con abitudini come quelle dell'ascolto in cuffia della musica a volume eccessivo. «In generale sarebbe sempre meglio» spiega Arnone, «ascoltare musica diffusa nell'ambiente ed evitare auricolari e cuffie». Un'abitudine diffusa soprattutto tra i più giovani che, insieme alla frequentazione di locali affollati e con la musica ad altissimo volume, può provocare danni anche in in fasce d'età che solitamente non soffrono di questo disturbo: «Nella pratica clinica è sempre più frequente imbattersi in casi di sordità precoce causati da cattive abitudini», spiega Arnone. «Il rischio è di trovarci in un futuro con un grandissimo numero di sordità precoci».

3  - Evitare i comportamenti sbagliati e fare controlli audiologici: queste le nostre armi contro la sordità. «Se si vive o lavora in ambienti rumorosi», spiega Arnone, «è consigliabile una visita già nella fascia di età tra i 30 e 40 anni. Più in generale bisogna rivolgersi immediatamente a un otorino quando si attivano campanelli d'allarme, come la percezione di sentire meno, rumori o ronzii ecc. Questo per verificare, da un lato, se all'origine del calo auditivo non vi siano altre patologie e, se invece di sordità precoce si tratta, di impostare uno stile di vita che eviti peggioramenti ulteriori, evitando i luoghi rumorosi, eliminando cattive abitudini come l'uso dell'auricolare».

Anche perché, spiega Arnone, «non esistono terapie per la sordità neurosensoriale, ossia per il danneggiamento del tessuto nervoso dell'orecchio (cellule cigliate) e si può ricorrere solo all'applicazione di protesi acustiche, ovviamente in caso di un certo grado di sordità».

L’ambulatorio di otorinolaringoiatria del Centro Medico Santagostino propone visite specialistiche per i disturbi di orecchio, con i più avanzati esami strumentali (audiometria, impedenzometria acustica, test clinici funzionali vestibolari di base e altri).