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Diciotti, Di Pietro: "Conte e Di Pietro a processo? In teoria sì, ma..."
INTERVISTA/ Antonio Di Pietro commenta gli ultimi sviluppi sul caso Diciotti in un'intervista ad Affaritaliani.it
Antonio Di Pietro, che cosa succede dopo la decisione di Maurizio Gasparri di inviare gli atti di Conte e Di Maio ai giudici di Catania? Potrebbero rischiare anche loro il processo come sostiene qualche esperto?
Sul piano tecnico, non è che se una decisione è presa da più persone e non da una persona sola questo cancella un ipotetico reato. Il governo è formato da più ministri e se tutto un governo decide di commettere un reato questo rimane un reato. Quello che qui viene stabilito non è se la decisione è stata presa da una persona sola o da più persone. Qui va stabilito se si tratta di un atto politico o di un atto per fini politici. Nel caso un atto sia squisitamente politico nell'interesse del Paese non può esserci nessuna interferenza da parte dell'autorità giudiziaria. Ma la musica cambia se si tratta di un atto per fini politici, fatto cioè per interessi personali. Non è che se un terrorista dice che ha incendiato un'auto per fini politici non viene processato.
Quindi potrebbero finire tutti a processo, quantomeno a livello ipotetico?
Sul piano tecnico-costituzionale possono andare tutti a processo, sì. Ribadisco però che se il parlamento decide che si è trattato di un atto puramente politico Salvini e gli altri ministri non vanno processati e non saranno processati.
Su quali basi deve decidere il parlamento?
Va deciso se quello di Salvini, o del governo intero, è un atto puramente politico perché rispondeva a un tenore di necessità urgenza oppure no. E' chiaro che non si può chiedere al giudice di non rispettare la legge solo perché la decisione è stata presa da più ministri e non solo da uno. Il parlamento deve assumersi la responsabilità di dire se quell'azione è stata compiuta nell'interesse dell'Italia oppure no.
Secondo lei si tratta di un atto politico o di un atto per fini politici?
Nel caso di specie va sottolineato che quelle persone sulla nave Diciotti si trovavano di fatto già sul territorio italiano. E' difficile immaginare che se fossero scesi sulla banchina avrebbero messo a repentaglio la sicurezza dello Stato. Personalmente mi sembra chiaro si sia trattato di un atto per fini politici, una strumentalizzazione alle spalle di poveri cristi raccolti in mezzo al mare e usati per un progetto politico. Un progetto rispettabile, per carità, ma che non puoi far pagare a chi non ha nessuna colpa.
Secondo lei come andrà a finire?
Credo che se il Movimento Cinque Stelle decidesse di non dare l'autorizzazione a procedere tradirebbe una buona parte del suo elettorato. A livello personale, comunque vada a finire, resta l'amarezza non solo di una politica che parla alla pancia del cittadino ma di un cittadino che ormai ragiona solo con la pancia e non con la testa.
@LorenzoLamperti