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Earth Day 2016, Mons. Bregantini: ‘Sposi
affettuosi del creato e non amanti predatori’
Earth Day - Giornata della Terra è il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Un appuntamento fissato dalle Nazioni Unite il il 22 aprile di ogni anno sin dal 1970.
Al tema della “Salvaguardia del Creato” è da tempo dedicata l’azione pastorale “larga” dell’Arcivescovo di Campobasso-Boiano, S. E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, già vescovo di Locri e presidente della Commissione C.E.I. problemi sociali e lavoro, giustizia e pace e salvaguardia del creato. E’ stato docente a Bari nello Studentato interreligioso pugliese, nonché parroco di San Cataldo e cappellano del CTO. Ispiratore e in buona parte estensore delle encicliche papali “Caritas in veritate” di Benedetto XVI e “Laudato Si’” di Francesco. Attualmente è membro della Commissione Pontificia per il clero e la vita consacrata.
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“Riscoprire il fascino delle parole e la suggestione del linguaggio della natura”, è l’invito accorato che Mons. Bregantini ripete come un rosario, per perseguire: “il recupero del senso biblico del giardino. Per diventarne sposi affettuosi e non amanti predatori”. Ritrovare il tempo per contemplare, per riflettere e per consentire il radicarsi di una consapevolezza più responsabile. In altre parole, riscoprire il ruolo prezioso del giardiniere nella cura amorevole del Creato: il più globale dei beni comuni. Per salvarlo, esercitando la nostra funzione di “curatori temporanei”, nell’interesse dei nostri figli e in quello dei figli dei nostri figli.
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Tra le esortazioni meglio articolate da Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in veritate”, ricorda l’Arcivescovo di origini trentine, c’è: “L’assunzione del dovere di rendere conto a chi condivide con noi il mondo”. Che diventa impegno concreto per il “bene comune dei popoli”. Il sentiero sul quale avanzare per ridare, da cristiani, un senso alla politica e all’economia.
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Ha incrociato, questo percorso - sin dai primi passi - il bastone di Serge Latouche, il “Pellegrino della Decrescita”. Lungo il cammino del progetto sulla capacità di riuscire a rallentare la corsa sfrenata al consumo, agli sprechi e all’ossessione della crescita all’insegna del Pil. Una pratica per tornare ad incastrare l’economia nel sociale, in cui il rispetto del prossimo, il recupero della sobrietà e i sentimenti di solidarietà tornino ad avere la meglio sul consumo a prescindere, sui beni economici e sull’aridità dei valori etici.
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Da qui il sostegno al pastorale papale di Francesco nell’enciclica ‘universale’, per una ‘coscienza universale’. Un’enciclica che come lo stesso Mons. Bregantini sottolinea: “Affronta sistematicamente tutti i problemi della salvaguardia del pianeta, tenendo presente questi assi portanti: ”l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita“.
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Atmosfera in polluzione e surriscaldamento da CO2 incontenibile, mari avvelenati, colline e sottosuoli intossicati, etere sovraffollato, sono le spie in perenne e allarmante “rosso fisso” sul quadro di controllo del pianeta. Sul come reagire a tanto squallore l’indicazione, da navigato formatore di Mons. Bregantini, è di una dolcezza rivoluzionaria: “Lasciarsi travolgere di più dalla bellezza. L’antidoto più efficace alla pericolosa fragilità culturale delle nuove generazioni”.
"Youth - La giovinezza": la speranza a cui riservare le nostre attenzioni. Magari imparando a somministrare il prezioso antidoto con un insegnamento paziente e uno stimolo costante: “a valorizzare i colori che ognuno si porta dentro”. Per leggere, ad esempio, l’arcobaleno come “un segno di pace tra Dio e l’uomo, tra Cielo e Terra o tra natura e cultura”. Infine, ha esortato tutti a coltivare l’attenzione quotidiana “alla Marginalità, che nella sua Tipicità, trova forza nella Reciprocità. Per riproporre, in una moderna declinazione della Trinità, l’eterno amore di Dio per l’uomo”.
(gelormini@affaritaliani.it)