Economia

Aboca diventa azienda B Corp

di Vincenzo Caccioppoli

 

Dopo il passaggio a Società Benefit, Aboca riceve anche la certificazione B Corp. L’azienda, leader nell’innovazione terapeutica a base di complessi molecolari naturali, nell’agosto 2018 aveva infatti modificato il proprio statuto, sancendo anche a livello giuridico nella forma “Società Benefit” la propria vocazione aziendale, in cui si fondono attività imprenditoriale e ricerca del Bene Comune. Dopo quel grande traguardo adesso Aboca può fregiarsi fra le pochissime realtà italiane (circa 90, nel mondo sono 2800) anche della certificazione Bcorp. La certificazione B Corp infatti verifica e assicura che un’azienda operi secondo i più alti standard di performance sociale e ambientale. Esse operano in modo tale da ottimizzare il loro impatto positivo verso i loro dipendenti, le comunità nelle quali operano e l’ambiente.

Le BCorp non sono aziende no-profit, ma quello del profitto è solo uno degli scopi di queste realtà aziendali; l’altro è appunto quello di un impatto positivo sulla società e quindi, in ultima analisi, sul nostro pianeta. È, essenzialmente, un modo di conciliare l’economia con l’etica, cosa che non sempre è possibile dare per scontata. In altri termini, si tratta di aziende che contemplano, accanto al profitto, il benessere e la sostenibilità. Per l’ottenimento della certificazione l’azienda deve superare 80 punti su una scala da 0 a 200 del Benefit Impact Assessment o BIA, un benchmark sviluppato dall’ente non profit B Lab, promotore del movimento benefit, che permette di valutare l’impatto aziendale in modo quantitativo e rigoroso. Questa soglia rappresenta il punto di pareggio tra quanto l’azienda prende dalla società e dall’ambiente rispetto a quanto restituisce, passando da un modello puramente estrattivo a uno rigenerativo. Aboca ha ottenuto la certificazione con 116,7 punti, un risultato straordinario considerando che lo strumento è stato utilizzato da più di 100.000 aziende nel mondo, ma soltanto il 3% di queste ha superato la soglia degli 80 punti.

Il risultato è tanto più significativo poiché Aboca ha sostenuto per la prima volta l’iter di certificazione che riconosce il costante impegno verso un modello di sviluppo sostenibile. B Lab ha premiato le numerose pratiche virtuose adottate nei diversi ambiti aziendali. Tra questi, in particolare Aboca ha raggiunto un punteggio di assoluta eccellenza nell’area Environment (57 punti) dove le è stato riconosciuto il massimo punteggio disponibile nella sezione riguardante le pratiche agricole innovative. L’azienda, oltre ad operare nel rispetto del disciplinare di agricoltura biologica, è infatti impegnata nel continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione sviluppate preservando e valorizzando l’alto livello di biodiversità, attestato anche dalla certificazione Biodiversity Alliance: in questo specifico settore B Lab ha analizzato aspetti mai considerati finora, includendoli nella sua procedura di valutazione e facendo diventare Aboca, a tutti gli effetti, un punto di riferimento a livello globale per futuri processi di certificazione. Inoltre, sono stati valutati positivamente i progetti per ridurre l’impronta ambientale associata alla mobilità. L’ottenimento della certificazione rende ancora più esplicita la filosofia di Aboca che da sempre si discosta dalla visione neoliberista dell’impresa, abbracciando la teoria di economia civile già promossa dall’economista Stefano Zamagni e riconducibile alla filosofia nata nel diciottesimo secolo in Italia ad opera di Antonio Genovesi e Giacinto Dragonetti.

“Abbiamo abbracciato il movimento B Corp, perché sostiene un modello di impresa che ci è molto vicino e che oggi dimostra di essere potenzialmente vincente” - dichiara Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca – “La funzione economica e sociale di impresa deve basarsi sulla creazione di valore mentre il profitto deve essere un premio della sua attività. Abbiamo sempre creduto che l’impresa debba inserirsi all’interno del sistema vivente condividendone le regole. In quest’ottica la sostenibilità rappresenta un principio costitutivo dell’impresa e un elemento fondamentale della sua competitività. La certificazione B Corp infatti, più che un costo è stato un modo per sistematizzare quello che già facevamo e ottimizzare l’uso delle risorse per avere vantaggi economici nel lungo periodo. Inoltre, in questo modo, rafforziamo la relazione di fiducia con i consumatori che da sempre consideriamo parte dell'azienda e questa è l’unica garanzia di crescita, non solo nel breve periodo". Tutto il gruppo Aboca ha intrapreso il percorso verso l’adozione del modello Benefit per sancire anche a livello legale la vocazione aziendale in cui si fondono attività imprenditoriale e ricerca del Bene Comune. Il percorso include infatti, oltre alla certificazione B Corp, anche l’assunzione dello status giuridico di Società Benefit da parte di tutte le aziende del gruppo (Aboca, Apoteca Natura e AFAM Farmacie Comunali Fiorentine). Per una volta in questo campo il nostro paese può a ragione definirsi all’avanguardia. L'Italia, infatti, è stato il  primo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti a introdurre la forma giuridica di Società Benefit, con una legge introdotta a Gennaio 2016. Questa nuova forma giuridica prevede di rendere espliciti negli statuti societari le finalità specifiche di beneficio comune insieme agli obiettivi di profitto e l'impegno a comunicare annualmente, con trasparenza, i risultati raggiunti e quelli non raggiunti. Ciò costituisce una solida base per allineare e proteggere la missione e creare valore condiviso nel lungo termine. Sono già 400 circa le aziende nel nostro paese che sono diventate benefit e molte altre stanno completando l’iter di certificazione. Di recente a Firenze si è tenuta anche la prima assemblea della neonata associazione delle aziende benefit, presieduta dall’onorevole Barba, relatore della legge sulle benefit in parlamento. Dal punto di vista legislativo, infatti, i passi da compiere sono ancora molti, primo fra tutti quello per facilitare e rendere maggiormente accessibile alle aziende il percorso verso la certificazione. Poi la creazione di tutta una serie di professionalità che possano sia coadiuvare le aziende e sia essere organo di controllo per fare si che la certificazione non rischi di essere una mera   operazione di facile marketing.

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