Economia
Acciaio, Mittal di nuovo ai ferri corti con lo Stato: ecco perchè
Scontro sull'impianto di Taranto per la produzione green. Morselli: "Dobbiamo occuparcene noi" e d'altro canto, Dri d'Italia (pubblica): "Tocca a noi"
Morselli prosegue con un’altra accusa di “negligenza”: “Dri avrebbe addirittura indetto la gara d'appalto per la realizzazione dell'impianto senza coordinamento delle specifiche tecniche alla base della gara con l'utilizzatore della produzione dell’impianto in gara”, cioè la stessa AdI. Inoltre, prosegue Morselli, “l'impianto di preridotto prevederebbe una capacità del 20% inferiore a quella necessaria per alimentare il forno SAF” (forno elettrico). E ancora, “pretenderebbe di effettuare le attività di caratterizzazione ambientale delle aree interne allo stabilimento di Taranto prima di avere un titolo giuridico sulle aree stesse con il rischio che sia il gestore AdI a doversi fare carico di eventuali opere di messa in sicurezza” conclude l’ad di Acciaierie Italia.
Dri d’Italia, dal canto suo, ha replicato senza scomporsi nè spendere lunghi fiumi di giustificazioni, dimostrando di “sentirsi nel giusto”: “Quanto dice AdI con Morselli è in totale contrasto con le norme che definiscono le modalità di intervento dello Stato nel processo di decarbonizzazione dell’acciaio e con potenziali ricadute negative sulla sua attuazione”. Dri d'Italia precisa che “la propria missione è definita da due leggi dello Stato” e “in coerenza con quanto disposto dalla legge, Dri d'Italia sta lavorando e continuerà a lavorare per rispettare i tempi del Pnrr che prevedono la realizzazione dell’impianto di preridotto entro giugno 2026”.