Economia

Alitalia, Montino: "Piano industriale? A Fiumicino siamo preoccupati perchè.."

Di Monica Camozzi

Alitalia, Esterino Montino (sindaco Fiumicino): “Un piano industriale che taglia il 50% dell’azienda, è un modo per andare verso la liquidazione"

Intanto che Ryan Air compra 225 aerei e si predispone a coprire parecchie rotte italiane, almeno 100, addestrando nuovi piloti, a Fiumicino il sindaco Esterino Montino presiede un consiglio straordinario all’insegna della preoccupazione.

“Un piano industriale che taglia il 50% dell’azienda, prevedendo di arrivare a 50 aerei su 120 - il che significa collegamenti al massimo con le  isole minori- è un modo per andare verso la liquidazione, se non  non ci vai oggi, ci vai domani.  E questo riporta al centro del nostro consiglio comunale il problema Alitalia, visto che su Fiumicino vive un indotto di 20.000 persone”.

Il timore che di Alitalia venga fatto uno spezzatino e  la totale incertezza sulla posizione del Governo in merito al mantenimento della compagnia di bandiera hanno dominato la discussione, durata ore. Emblematica, l’assenza degli interlocutori istituzionali, ovvero i ministri dei dicasteri interessati, il commissario Giuseppe Leogrande, l’amministratore delegato di ITA Francesco Caio.

“Due giorni fa abbiamo sentito parlare di un piano di esubero di 6.000 persone, di una riduzione drastica della flotta e siamo preoccupati, vogliamo capire quali saranno i passi successivi. Io vedo un quadro fosco, perché la mancata interlocuzione istituzionale non ci permette di avere chiarezza”.

Parole forti, quelle pronunciate da Montino.

“Il nostro paese deve avere una compagnia di bandiera, in quanto meta architettonica, culturale e turistica più importante al mondo. La deve avere in senso strategico, come elemento di ripartenza della nostra economia. Ma ci vuole un piano industriale serio, realizzato  da persone che fanno  questo lavoro. Se noi ci mettiamo solo liquidatori, fallimentaristi e amici degli amici non andremo da nessuna parte. Per intenderci, devono esserci persone che “puzzano di cherosene”.

Il nodo dell’Europa (ma esiste solo per Alitalia?)

“Vedo la diversità  di trattamento della nostra compagnia rispetto ad altre compagnie europee – ha continuato Montino - Quando i tedeschi mettono a disposizione di Lufthansa 9 miliardi senza colpo ferire,  senza che nessuno apra bocca,  o Macron dà  7 miliardi per AirFrance e noi riceviamo 350 milioni per mancato guadagno rispetto a una situazione di emergenza che ha colpito tutto il globo e si alzano doglianze mi dico “un po’ di contegno”.  Mi sarei aspettato una reazione anche di carattere istituzionale per dire alt,  fermi un attimo,  facciamo una verifica”.

“L’Europa ha fatto 108 osservazioni su piano industriale - evidenzia il Sindaco di Fiumicino, che si dice preoccupato per il piano di esuberi e per l’assenza di prospettive certe sul rilancio non solo  occupazionale ma strategico di Alitalia- Si è eccepita in sede europea la  discontinuità, si è parlato di asta pubblica sul mercato, si è detto che non dovevano più essere usati i simboli  della compagnia.  Nel 2020 il parlamento aveva dato indicazione su un  passaggio diretto fra le due aziende mettendo  a disposizione 3 miliardi per ITA,  dopodiché non va avanti nulla perché  comincia il dramma del rapporto con Europa. Perché gli altri lo risolvono nel giro di due settimane e qui si blocca tutto”? E qui arriva il dubbio saliente di Montino, espresso senza giri di parole. “Perché ci sono riserve mentali. Pensieri diversi. Forse qualcuno pensa che sia  meglio liquidarla, venderla come se fosse carne macinata”.

Qual è la posizione del governo? Mantenere una compagnia di bandiera o dismetterla?

“Dobbiamo capire se il governo Draghi decide  di mantenere una compagnia di bandiera o si adegua  alla posizione europea - ha detto l’onorevole  Stefano Fassina-  Fra l’altro ITA, che e tenuta in stand by, perde un tempo preziosissimo per affrontare un mercato turistico che riprenderà presto. Abbiamo bisogno di risposte ora, di un atteggiamento determinato con la Commissione europea. Non si può dire che si tiene alla compagnia di bandiera e al contempo obbedire a tutte le prescrizioni europee. Tra l’altro  la Commissione non è la verità rivelata, è  stata radicalmente sconfessata su un dossier importante, come la vicenda Tercas, con cui la Banca Popolare di Bari la ha portata in Corte di Giustizia. Il piano industriale che ci è  stato presentato è  troppo generico, troppo carente,  non c’è  scritto cosa succede  ad esempio al cargo,  che è un  pezzo importante. Va chiarito il problema , che non è  cominciare con 40 aerei, ma dove si vuole arrivare Diventeranno 120 in un percorso che rispetti  le dinamiche del mercato o no? L’ODG che impegna a mantenere l’unità operativa  degliasset viene rispettato oppure no? Il controllo della manutenzione è  unasset importante. Sono risposte che devono essere date anche in un confronto molto serrato con la Commissione europea. Nei prossimi giorni faremo tutta la pressione possibile perché il  governo venga in audizione e dia quelle risposte . Con quale mandato i tecnici vanno a Buxelles a negoziare? Queste risposte fino a oggi non le abbiamo avute e le dobbiamo avere”.

Niente più soldi in cassa: la preoccupazione delle sigle sindacali

“Il 27 scade la mensilità di marzo e, a fronte della presenza di altri due commissari, non sappiamo se gli stipendi potranno essere pagati. L’amministrazione straordinaria sta sprofondando, non ha più  soldi in cassa,  dall’altro lato abbiamo ITA che non è  pronta per partire. Così si è espresso Fabrizio Cuscito, segretario nazionale di Filt GCIL, che ha commentato il piano ITA. “Per noi è  mancante in molti punti sul tema cargo, sulla flotta, sulla manutenzione, ma soprattutto sul fronte occupazionale. Rischiamo di mettere insieme una compagnia che fra sei mesi fallisce di nuovo”. Giunti al quarto governo che si occupa della vicenda, per i sindacati la preoccupazione è che il conto del dissesto non venga pagato dai lavoratori.

“Vorrei si dicesse che con 3 miliardi non  si licenzia nessun lavoratore,  perché fino a ora nessuno lo ha detto! I 3 miliardi sono per una operazione di carattere finanziario o sono impiegati   nell’interesse del paese? Questo tema deve essere al centro dell’attenzione e vogliamo una risposta. L’assenza di un interlocutore anche nella giornata di oggi è una sconfitta, sono mesi che chiediamo una cabina di regia. Un  tavoloal quale   ragionare tutti insieme, che  non è ancora partito.  Alitalia interessa almeno quattro Ministeri,  vogliamo poter discutere con tutti. A noi serve una rivisitazione del piano,  un intervento sugli ammortizzatori sociali,  un rifinanziamento dell’amministrazione straordinaria e un nuovo piano industriale,  perché  questo non ci porterà  da nessuna parte”. Anche altri rappresentanti dei lavoratori, come Ivan Viglietti  diUIL trasporti si sono detti favorevoli a un piano industriali che configuri una compagnia all’altezza del mercato, competitiva. Il piano industriale ITA non appare sufficiente. Francesco Alfonsi di UGL trasporto aereo, ha rammentato la Legge 183 del dicembre 2020, articolo 12, secondo la quale “ il governo potrebbe anticipare quei 75 milioni che aspettiamo da mesi per pagare gli stipendi. Certo, non è sufficiente, l’amministrazione straordinaria va rifinanziata ma possiamo cominciare a pagare i lavoratori con un anticipo del ristoro previsto dalla legge”.

I conti di Gaetano Intrieri: con 3 miliardi si fa una compagnia da 500 aerei, non da 50 .

225 aerei nuovi e le rotte italiane che sta preparando Ryan Air

Eloquenti, senza bisogno di commenti, i numeri espressi da Gaetano Intrieri.

Secondo il regolamento  1008 dell’Unione  europea, “con 3 miliardi puoi fare una compagnia da 500 aerei. Vuol dire che 40 o 50 aerei si possono avere  con 250 milioni”.

Sulla gestione passata Intrieri ha detto che “Alitalia dal 2017 a oggi ha perso il 43% in più  di quanto ha perso Ethiad negli ultimi 3 anni. Alitalia è costata 2 miliardi e  340 mln di euro in gestione straordinaria e vista la situazione attuale dobbiamo dedurre che sia una delle operazioni più sbagliate fatte da qualunque governo della storia repubblicana”.

La manutenzione: “non può esistere compagnia con 50 aerei che non produca internamente la manutenzione. In realtà levare la manutenzione  configura una  compagnia monca, costretta a ricevere in conto terzi manutenzione. Però l’ultimo bilancio pubblico, che risale al  2015, ci rivela che l’handling ha prodotto 61 mln euro di utile. Considerando che nel 2014 su questo punto  Fiumicino è contingentato, ovvero Alitalia è l’unico handler che agisce a Fiumicino, questo è un ambito da cui la compagnia potrebbe trarre utilità”.

Infine, un commento su ciò che stanno facendo gli altri player: “mentre sento il ministro dei trasporti parlare di riduzione,  informo che ieri Southwest ha ordinato 286 Boeing e Ryan Air 225, poiché  da giugno aumenterà il  numero di macchine basate in Italia. Quindi, a meno che chi gestisce Ryan Air sia folle, qualcosa qui non torna”.

Un esposto alla Corte dei Conti

Raggiunto al telefono, Flavio Robert Paltrinieri, l'imprenditore che ha proposto un piano di rilancio Alitalia che non pesasse sui conti pubblici e che sacrificasse posti di lavoro,  ha commentato favorevolmente le parole del sindaco Montino. “Noi andremo fino in fondo, andremo anche alla Corte dei Conti, impugnando questa follia, che è un danno erariale.  A questa bella iniziativa del Comune di Fiumicino mancavano i diretti interessati sul fronte istituzionale, l’amministratore delegato di ITA , i rappresentanti di Confindustria. La gente non capisce che Alitalia è l’infrastruttura più importante del paese. E di certo, non staremo qui inattivi a veder attuare questo suicidio annunciato”.