Economia
Alitalia, venerdi Giorgetti vede Vestager. Salvataggio sempre più in salita
La preoccupazione del n°1 del Mise per la trattativa con l'Ue e una corsa contro il tempo per il decollo della nuova Ita che potrebbero essere senza lieto fine
Se pare essere questione di giorni per l'arrivo dei 55 milioni e 497 mila euro di ristori, già autorizzati - a detta di Giorgetti - dalla Vestager, per mettere al sicuro gli stipendi (comunque in ritardo) di marzo, il duo Mise e Ministero del Lavoro deve far saltar fuori ammortizzatori sociali di 4-5 anni per oltre 6 mila dipendenti esclusi dal primo e dal secondo giro di assunzioni nella newco.
Secondo quanto riportato dal Messaggero, nelle interlocuzioni dei vertici di Ita con i sindacati, sarebbe emersa la volontà di reclutare da Alitalia, o comunque sul mercato, circa 800-850 piloti sui 1.390 in carico alla società in amministrazione straordinaria. Tutti rigorosamente under 58 anni per consentire ai colleghi più anziani di poter accedere ai prepensionamenti e agli scivoli in fase di studio.
Gli assistenti di volo, sempre reclutati in base all'età, dovrebbero invece essere circa 2.000. Anche qui, si cercherà di favorire chi è più vicino alla pensione, puntando sul personale più giovane.
Proprio per evitare la “macelleria sociale”, l'esecutivo sta pensando di allungare il periodo di cassa integrazione a 5 anni, sommando Cig e Naspi, un paracadute per oltre 6 mila dipendenti, visto che Ita dovrebbe partire con circa 3-4.000 persone. E' però evidente che se la commissaria alla Concorrenza non darà disco verde, tutti i calcoli andranno rifatti. Con buona pace degli obiettivi del Mise e dei vertici di Ita di far decollare la nuova compagnia prima dell'estate per non perdere terreno con i competitor low cost.
Infine, secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera, sulle trattative fra Giorgetti e Vestager incombono altri due dossier dell’Antitrust Ue su Alitalia. Due, già noti, e cioè quelli sui prestiti statali da 1,3 miliardi di euro.
Gli altri due, che per ora sono sotto un unico numero di fascicolo, riguardano proprio Ita: uno punta a capire il grado di discontinuità tra le due società, l’altro se l’investimento del governo (fino a 3 miliardi) risponde alle logiche di mercato.
In caso di condanna per aiuti di Stato per tutti e quattro i fascicoli, c’è il rischio che lo Stato si veda costretto a recuperare 1,3 miliardi dalla gestione commissaria e tre da Ita, risorse queste ultime appena stanziate e nemmeno utilizzate. Con il risultato di dover liquidare tutto ciò che resta della compagnia e di dover affrontare un’emergenza occupazionale dai numeri ancora più grandi. Da qui, l’evidente preoccupazione di Giorgetti.
@andreadeugeni