Economia

Altro che inverno "tranquillo": il gas si sta esaurendo e il 2023 sarà duro

di Marco Scotti

Se viene bocciato il rigassificatore di Piombino avremo grossi problemi a passare il prossimo inverno

Dall’altra c’è Ravenna, che ha già dato il via libera a due impianti di rigassificazione, che non saranno pronti prima di 24 mesi e che saranno più complicati da “agganciare” alla rete Snam. L’Italia, d’altronde, potrebbe avere un ruolo significativo all’interno dello scacchiere energetico mediterraneo. È al centro di un sistema che però finora ha sempre prediletto i paesi del Nord e dell’Est. Inoltre c’è da notare che i precedenti accordi con la Russia, solo erroneamente definiti vantaggiosi perché in realtà obbligavano l’Italia a pagare prezzi legati al Ttf, cosa che invece non è accaduto, ad esempio, alla Germania. Che infatti ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo e appare così tiepida sul tema del tetto al prezzo

Torniamo all’inverno che è e a quello che sarà: normalmente l’Arera divide in due i periodi delle aziende energetiche, uno di accumulo e l’altro di rilascio. Ma attualmente l’ente regolatorio ha concesso la possibilità di “ricaricare” gli stoccaggi visto che il prezzo è più basso dei mesi scorsi e che si può contare sempre meno sul gas russo. Il livello di guardia è di 4,7 miliardi di metri cubi, ma se il clima dovesse rimanere così rigido anche a gennaio e febbraio, con picchi di consumi da 350-360 milioni di metri cubi al giorno, si rischierebbe non solo di restare senza scorte, ma anche di avere una pressione troppo bassa per poter pompare correttamente il gas.