Economia
Anfia e Convey, via alla lotta contro la vendita di ricambi auto falsi on-line
Il fenomeno ha ripercussioni negative non solo sui fatturati dei produttori degli originali ma anche per la concorrenza sleale subita dai distributori.
Contrastare la vendita di ricambi auto falsi via internet. E’ questo l’obiettivo di Anfia, l’associazione nazionale della filiera industriale automobilistica che, in collaborazione con Convey, società torinese leader nella lotta alla contraffazione on-line, avvia un progetto-test pilota in Italia per contrastare il business ed rischi agli inconsapevoli acquirenti di ricambi auto non originali via internet; un fenomeno che ha ripercussioni negative non solo sui fatturati delle imprese produttrici degli originali, ma anche per la concorrenza sleale subita dai distributori ufficiali e per il danno arrecato al sistema socio-economico italiano. La fase preliminare del progetto pilota interessa il coinvolgimento di 70 delle circa 200 imprese della componentistica automotive associate ad Anfia in un’indagine sul dimensionamento della presenza del brand aziendale o di prodotto su alcune delle principali piattaforme di e-Commerce cinesi B2B e B2C con mercato di sbocco internazionale o con sbocco prioritario in Cina. Un’altra indagine coinvolge invece un centinaio di associati dell’organismo confindustriale presenti sulle principali piattaforme occidentali di e-Commerce B2C, con mercato di sbocco prioritario in Italia.
Per i promotori dell’iniziativa, l’azione di contrasto alla contraffazione online è un obiettivo realistico e raggiungibile se concepito non come intervento spot, ma come azione sistematica di breve-medio termine. E’ condizione indispensabile, tuttavia, osservano, che le aziende abbiano protetto a monte le loro innovazioni tecnologiche, di forma, di segno distintivo e di contenuto tramite un’opportuna gamma di registrazioni di diritti di proprietà intellettuale correttamente estesi nei vari Paesi del mondo, così da poterli azionare contro il falso nell’ambito di specifiche strategie. La definizione di un’efficace strategia di contrasto, inoltre, deve essere in grado di individuare le vere fonti primarie delle produzioni del “fake” che, nel settore automotive, sono riconducibili alla Cina e al Far East, non solo per le enormi capacità manifatturiere esistenti ma anche per la numerosità e la portata internazionale degli operatori di e-Commerce, in primis il Gruppo Alibaba, essendo la Cina anche il Paese leader per numero di utenti della Rete (oltre 700 milioni) e per volumi e valori di transazioni nell’e-Commerce. Secondo la metodologia di Convey, il successo del contrasto alle inserzioni “fake” in internet non può che basarsi sull’inversione del paradigma tradizionalmente adottato: l’attenzione del titolare di IPRs non deve essere puntata, almeno in prima battuta, sui “contraffattori” (potenzialmente milioni) ma sui cosiddetti “proxi”, cioè quei soggetti (potenzialmente migliaia) che, tramite le proprie strutture telematiche e relativi servizi, rendono possibili le attività di commercio elettronico che, a loro volta, veicolano il falso. Obiettivo prioritario, nella fase iniziale, è quindi ottenere dai “proxi”, a seguito di notifiche dei diritti violati, l’immediato “take-down” dell’offerta illecita e, in caso di recidiva, anche la chiusura definitiva dell’account del seller/contraffattore. Il quadro giuridico sotteso a quest’approccio è quello delle recenti normative, condivise a livello internazionale, sulla co-responsabilità degli Internet Service Providers (ISPs) nell’e-Commerce in caso non intervengano a seguito di documentate notifiche da parte dei titolari degli IPRs o di loro procuratori. Solo una corretta individuazione, misurazione e analisi del “fake online” consente di scegliere la migliore strategia di repressione delle situazioni illecite (es. quale IPR utilizzare in relazione ai casi) e di focalizzare l’attenzione sui seller/contraffattori più pericolosi, cioè quelli che vendono i volumi più elevati in uno o più mercati serviti dai suddetti Marketplace. Questa capacità di azione, secondo gli analisti di Anfia e Convey, non può che basarsi su innovative soluzioni tecnologiche di “Internet Intelligence” e di “Business Intelligence”, nonché su un solido know-how legale/procedurale di “IPRs Online Protection”. L’iniziativa avviata da Anfia e Convey in tema di contrasto alla contraffazione online non ha precedenti in Italia e mira a diventare una best practice che faccia da modello anche per altre associazioni di categoria.