Economia

Anfia, Federauto e Unrae, quali scelte di policy per una mobilità sostenibile

Eduardo Cagnazzi

Per i tre organismi occorrono interventi mirati, come la modifica del regime fiscale ed il rinnovo del parco auto vetusto. L'esempio di Borgo 4.0. in Campania

Occorrono interventi mirati che pongano al centro una visione strategica della mobilità. Interventi che spaziano dalla modifica del regime fiscale sulle spese di ricerca, formazione del personale e sviluppo fino al rinnovo del parco auto italiano mediante una concessione statale quale il credito d’imposta, così come avviene per le ristrutturazioni edilizie. E’ questo lo scenario per sostenere l’intera filiera della mobilità in Italia delineato da Anfia, Federauto e Unrae nell’ambito dell’Automotive dealer day a Verona.

Una delle sfide di maggior impatto per la filiera industriale automotive è la riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli nuovi dell’Ue”,  ha dichiarato Paolo Scudieri, presidente di Anfia (nella foto). “In 22 anni, dal 1995 al 2017, in Ue, le emissioni delle auto sono diminuite del 36%. E’ impressionante che in soli due anni, dal 2018 al 2020, sia richiesto ai produttori un ulteriore decremento del 20%. I target Ue al 2025 e al 2030 potranno essere raggiunti solo attraverso la vendita di una consistente quota di veicoli elettrificati , che significa convertire le produzioni investendo ingenti risorse. Per salvaguardare la competitività e l’occupazione della filiera è fondamentale accompagnarla nella transizione con interventi mirati. Supportare l’innovazione e la digitalizzazione dei sistemi produttivi, anche modificando il regime fiscale sulle spese di ricerca e sviluppo e incentivare i processi di aggregazione tra operatori appartenenti a supply chain tradizionalmente separate, rappresentano interventi chiave. Un altro importante fattore di competitività è la sperimentazione delle tecnologie della guida autonoma sul territorio, come sta avvenendo in Campania grazie al progetto Borgo 4.0, voluto da Anfia e supportato dalla Regione come prima piattaforma di ricerca in campi applicativi complementari”.  

Per il numero uno di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino “è indispensabile rivedere la fiscalità che influisce sulle scelte di acquisto di imprese, professionisti e famiglie. Nel nostro Paese la percentuale di deducibilità dal reddito imponibile per le auto utilizzate da imprese e professioni è limitata al 20%, mentre nei principali Paesi Ue tali aliquote arrivano al 100%. In Italia l’Iva è detraibile solo al 40% mentre in tutti gli altri Paesi è totalmente detraibile. Inoltre, la duplicazione d’imposta che subiscono i Dealer quando acquistano un’autovettura usata da un soggetto che ha detratto l’Iva parzialmente (il 40%) non è accettabile e penalizza ingiustamente le nostre aziende. È auspicabile un intervento complessivo sulla fiscalità che miri ad allineare progressivamente l’Italia agli altri Paesi comunitari e preveda l’introduzione della formula, già positivamente sperimentata in altri ambiti, del credito di imposta sull’acquisto del nuovo abbinato alla rottamazione di autovetture vecchie e per i lavori documentati di manutenzione e riparazione, al fine di favorire la sostituzione dei veicoli più inquinanti, l’emersione della base imponibile connessa alle attività del post-vendita ed un parco circolante con sistemi di sicurezza attiva e passiva adeguati”.

Michele Crisci, presidente dell’Unrae,  ha a sua volta ribadito che per incidere efficacemente sulla qualità dell’aria nelle e sulla sicurezza stradale occorre intervenire sul rinnovo del parco circolante. “Occorre favorire la rottamazione di vetture inquinanti e poco sicure, sostituendole con veicoli di ultima generazione in un’ottica di neutralità tecnologica, e dare fine alle incomprensibili campagne ideologiche di “demonizzazione” sul diesel, che ad oggi non hanno portato alcun risultato positivo ed hanno anzi causato un aumento delle emissioni di CO2”. Ed ha proposto di favorire la rottamazione di vecchie auto ante Euro 4 con la concessione di un'agevolazione statale quale il credito di imposta (così come avviene per le ristrutturazioni edilizie);  di investire sulle infrastrutture di ricarica (gas, elettrico e idrogeno) e sulle smart road;  e di creare una Cabina di regia inter-istituzionale per delineare una strategia concreta e sostenibile con l'obiettivo di conseguire soluzioni utili all'ambiente, alla sicurezza dei cittadini, alla vitalità del settore”.