Economia
ArcelorMittal, Fiom: “Bene l'ingresso dello Stato, esuberi inaccettabili"
Ex Ilva, il segretario delle tute blu Cgil Francesca Re David: alta adesione allo sciopero
ArcelorMittal, Fiom: “Bene l'ingresso dello Stato, esuberi inaccettabili"
"Noi ci siamo e con noi dovete fare i conti. Tra pochi giorni ci troveremo di fronte di fatto ad una nuova societa' con il perfezionamento dell'accordo tra Governo e ArcelorMittal. La nuova societa' sara' partecipata per il 50% dal capitale pubblico dello Stato. L'ingresso e la partecipazione dello Stato attraverso Invitalia non possono essere semplicemente una decisione di natura finanziaria. E' indispensabile che lo Stato assuma un ruolo e una funzione di indirizzo e di controllo nelle scelte strategiche di politica industriale del gruppo". Lo dichiara la segretaria generale Fiom-Cgil, Francesca Re David, in vista della data del 30 novembre.
"Non vorrei che si pensasse che abbiamo fatto una trattativa di un anno con il vicolo occupazionale e zero esuberi con un'azienda privata e che ora si possa trattare gli esuberi con un'azienda per meta' pubblica. Anche perche' a noi non e' arrivata nessuna disdetta dell'accordo sindacale firmato al Mise il 6 settembre del 2018. L'accordo del 2018 prevedeva 10.700 occupati subito e la clausola disalvaguardia occupazionale con il rientro dei 1.700 lavoratori in amministrazione straordinaria entro il 2023. Troviamo inaccettabili l'atteggiamento del Governo e anche il comportamento dell'azienda. C'e' una totale mancanza di rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e nei confronti delle organizzazioni sindacali. In Italia le multinazionali non rispettano gli accordi, gli unici che rispettano gli accordi sono le lavoratrici e i lavoratori, che oggi hanno scioperato con un'altissima adesione e presidi negli stabilimenti del gruppo, a cui sono pervenute manifestazioni di solidarieta' di tutti i sindacati europei dei Paesi in cui sono presenti impianti di ArcelorMittal. Siamo preoccupati per un possibile slittamento sui tempi, probabilmente al 2025, e siamo di fronte ad una trattativa tutta da fare. Chiediamo un cronoprogramma preciso degli investimenti in grado di accelerare le ricadute positive in termini ambientali, industriali e occupazionali".