Economia
ArcelorMittal, slitta la firma dell’accordo per l’ingresso di Invitalia
L’accordo per l’ingresso dello stato nella società siderurgica sarà firmato tra dieci giorni ma avverrà comunque uno scambio di lettere d’impegno tra le parti
La video call di questa mattina tra Mise, Mef, Invitalia ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria ha confermato che oggi non si firmerà l'accordo per l'ingresso dello Stato attraverso Invitalia nella società siderurgica, che la firma di quest'accordo è rinviata di dieci giorni, ma che oggi, tuttavia, ci sarà uno scambio di lettere tra le parti con cui si confermano gli impegni assunti con la precedente intesa del 4 marzo.
Ex Ilva, nello stabilimento di Genova crolla una “torre faro” rischiando l’incidente mortale/ “C’è il mondo virtuale nel quale Governo e ArcelorMittal annunciano la società al 50% per ognuno e il direttore di stabilimento di Genova parla di investimenti sulla stampa, ma la realtà è ben altra: l’abbandono in cui si trovano gli stabilimenti ex Ilva in Italia. Stanotte presso la banchina GTR a Genova è crollata una “torre faro” di circa 18 metri. Un fatto gravissimo e solo per caso non sono stati travolti dei lavoratori. Il fatto è stato denunciato alle autorità competenti che di fronte alle incapacità aziendali debbono intervenire. Senza investimenti, senza manutenzione si rischiano ogni giorno incidenti. E’ obbligo del datore di lavoro garantire la sicurezza degli impianti e dei lavoratori. Ma ArcelorMittal con la complicità del Governo pensa ad altro da troppo tempo”. Lo denuncia il segretario generale Fiom-Cgil Genova Bruno Manganaro. |
Intesa che ha come punto centrale l'ingresso del pubblico in ArcelorMittal. E anche fonti sindacali confermano che l'accordo per l'ingresso di Invitalia in Am Investco, società di ArcelorMittal, "si firma l'11 dicembre ma noi comunque alle 12 andiamo al Mise per l'incontro col ministro Patuanelli".
"Non si sono intesi ancora bene sulla parte finanziaria - affermano fonti sindacali -. Il che non vuol dire rinviare o fermare ma capire meglio come la cosa si deve strutturare. Forse, l'operazione era stata ritenuta un po' troppo facile. Al Mise - aggiungono le fonti sindacali - chiederemo chiarezza su questo aspetto specifico, oltrechè a garanzie, come abbiamo già chiesto la volta precedente, sul piano industriale, gli investimenti, il piano ambientale e la tutela dell'occupazione".
"Il rinvio di dieci giorni è dovuto alla necessità di definire meglio", spiega una fonte all'Agi dopo la video call di questa mattina tra i tecnici che stanno seguendo il dossier ArcelorMittal-Invitalia.
"Il piano industriale è quello del 4 marzo, dobbiamo vedere i tempi di realizzazione tenendo conto che il Covid te li fa un po' allungare", aggiunge la fonte in riferimento alla produzione ad 8 milioni di tonnellate a regime. Non si è parlato nella call dell'opposizione manifestata all'accordo dal Comune e dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.
"Ci risulta - prosegue la fonte - che il ministro Patuanelli abbia parlato col sindaco. Ma il rapporto con gli enti locali di Taranto è un fatto politico e noi non siamo coinvolti. Il fatto che si vada all'accordo è positivo anche per l'amministrazione straordinaria di Ilva che detiene la proprietà degli impianti. Perché ci sarà una stabilizzazione dei pagamenti".
A novembre, intanto, ArcelorMittal ha pagato la rata relativa al fitto degli impianti per il trimestre novembre, dicembre e gennaio (il canone è anticipato) mentre a febbraio dovrà pagare quella per il trimestre successivo.