Economia

Arpe ora spera nella banda larga. I guadagni nell'era post-Capitalia

Dall'hi-tech alla moda e dall'immobiliare alle grandi valvole per l'oil&gas: la mappa del business dell'ex banchiere ora startupper

Un business che come l’e-commerce potrà trarre beneficio dallo sviluppo della banda larga in Italia. Ancora più orientato al futuro è poi l’investimento effettuato nel 2012 di Sator in Extrabanca, dove Arpe ha sborsato 15 milioni per una quota del 38,9% e diventare consocio di Fondazione Cariplo (4,2%), Amenduni (4%) e Generali (3,3%). Extrabanca punta a creare una quarantina di filiali entro il 2018 per ottenere la leadership di mercato nelle attività bancarie rivolte agli immigrati.

Una nicchia, è la scommessa, che potrebbe dare soddisfazioni nonostante la crisi del settore creditizio italiano “tradizionale”. Ma Arpe con Sator non punta solo all’innovazione a tutti i costi: le partecipazioni in Banca Profilo (61% a fronte di un investimento di una novantina di milioni) e in Aedes Real Estate (7 milioni per il 95%) rappresentano due casi di successo di “turnaround” di imprese operanti in settori maturi come il private equity e l’immobiliare.

L’ingresso nel 2013 in Boccaccini (proprietaria del marchio di calzature L’Autre Chose), con un assegno da 8 milioni staccato per il primo 49%, quota salita qualche giorno fa all’84%, e in 99 Technologies (settore medicale e salute) e quello in Petrovalves (produttore di grandi valvole per il settore petrolio e gas), da cui Sator è uscita dopo aver investito 105 milioni, ricavando pare 160 milioni dall’exit, testimoniano come Arpe investa tenendo sempre a mente un concetto caro a venture capitalist e operatori di private equity.

Ovvero: ciò che conta non è il risultato del singolo investimento, o lo specifico mercato in cui si opera, ma il risultato complessivo del portafoglio di partecipazioni. E che ciò che lo determina non è solo la rischiosità della singola scommessa ma la capacità di trovare la giusta squadra per ciascuno e di tenere sotto controllo il rischio complessivo.

Luca Spoldi